Alfonso Veneroso, fare teatro…in poesia

Alfonso VenerosoAlfonso Veneroso è un attore siciliano. Innamorato del teatro, ha calcato palcoscenici come quello del Globe Theater di Roma, del Teatro Biondo di Palermo e del celebre Auditorium Parco della Musica della Capitale. L’abbiamo visto in TV ma anche al fianco di Mimmo Cuticchio per raccontare l’Inferno di Dante attraverso la magia dei pupi. Sicilian Secrets l’ha intervistato.

 

D: Com’è iniziato il suo percorso da attore?

R: Ho avuto la fortuna di innamorarmi degli studi classici durante gli anni del liceo, dell’idea che le parole di quelle poesie potessero far suonare la mia voce, oltre che il mio cuore. Sulla scena è stato ciò che mi ha fatto appassionare al teatro e che mi ha portato a studiarlo. Ho mosso i primi passi della mia formazione teatrale a Palermo, con il Teatès di Michele Perriera, con il Teatro Biondo, con Mimmo Cuticchio e le Orestiadi di Gibellina. Poi a 24 anni mi si è presentata l’occasione di poter frequentare la scuola del Teatro Stabile di Torino, diretta da Luca Ronconi. Mi mancavano tre materie per la laurea in giurisprudenza, ma dopo avere capito che si trattava di qualcosa che non amavo, ho fatto il provino, l’ho superato e sono partito.  Lì ho potuto acquisire i veri strumenti del mestiere e studiare con altri grandi insegnanti come Franca Nuti, Marisa Fabbri e Mauro Avogadro.

Alfonso Veneroso
Alfonso Veneroso – Globe Theatre di Roma

D: Teatro o TV? Nel curriculum di Alfonso Veneroso non mancano partecipazioni a spettacoli eccellenti…

R: Il mio amore è il teatro, la televisione l’ho sfiorata con numerose partecipazioni come quelle in ‘Squadra Antimafia’, ‘Il giovane Montalbano’, ‘Catturandi’ e ‘Don Matteo’. Quello che mi ha spinto su questa via non è il semplice bisogno di esibirmi, ma è stato l’amore per la parola, l’esigenza di navigare tra testi meravigliosi che riguardano l’essere umano e in questo campo, per gli attori il teatro è la madre di tutto. Mi piacerebbe fare cinema, mi attrae, lo studio, mi aggiorno e aspetto l’occasione giusta.

Alfonso Veneroso
Squadra Antimafia 2

D: C’è qualche spettacolo che porta nel cuore?

R: Sicuramente ricordo con gioia lo spettacolo ‘Medea’ diretto dal mio maestro, Luca Ronconi, nel quale interpretavo Giasone. Poi c’è un ‘Gattopardo’ allo Stabile di Torino in cui ero il principe Fabrizio, per la regia di Andre Battistini. Ancora mi sovvengono il ‘Plutos’ di Aristofane, che è stata la prima regia del grande attore Massimo Popolizio in avevo il ruolo di Cremilo, il protagonista; due spettacoli del Globe Theatre di Roma, il teatro voluto dall’indimenticabile Gigi Proietti in cui ho interpretato William Shakespeare in persona, e infine il mio ‘Cicerone e i siciliani contro Verre’, che sto portando in giro per l’Italia. Racconta una straordinaria battaglia per la giustizia combattuta per la dignità della nostra isola, è il più grande processo per corruzione dell’antichità che rese Cicerone il primo avvocato di Roma e coinvolse 60 città della Sicilia. Un testo che ho scritto e interpretato da solo, una vera e propria maratona di 75 minuti…mozzafiato.

D: Qual è il suo legame con la Sicilia e quanto il suo essere siciliano contribuisce al suo lavoro?

R: La Sicilia è una sorta di marchio di fabbrica che non puoi staccarti di dosso. Per quelli che come me vivono lontano, io risiedo a Roma, la nostra terra è un pensiero costante e quotidiano.  È come il mal d’Africa: la vediamo come madre generosa e ricca, altre volte come matrigna avara con i propri figli, ma sempre presente. Ritengo che la Sicilia sia un luogo stimolante per la sensibilità, l’umanità, l’intelligenza delle persone, soprattutto nei primi 20 anni della nostra vita, quando si forma la rapidità di pensiero e di cuore. In ogni caso, non bisogna cadere nell’errore di crederci dèi, noi siciliani abbiamo grandi doti ma dobbiamo saper imparare da altre culture. I pregi e difetti della Sicilia sono in qualche maniera anche quelli di Alfonso Veneroso e quindi contribuiscono appieno al mio lavoro.

Alfonso Veneroso
Giasone in Medea di Luca Ronconi

D: Alfonso Veneroso e Mimmo Cuticchio, questa la brillante collaborazione con ‘Sulle vie dell’inferno’. Cosa ci può raccontare di questa esperienza?

R: Collaboro con Mimmo Cuticchio da quando ho 24 anni, ero affascinato dal suo cunto e anche dal suo mondo immaginifico tra pupi e teatro. Mimmo è una sorta di fratello maggiore e ci siamo ritrovati dopo trent’anni, quando nel 2020 mi ha coinvolto nello spettacolo ‘Viaggio avventuroso tra storie, miti e leggende’. Lui sa quanto io sia innamorato della grande poesia, in particolare di quella antica e di Dante, per questo con lui e con sua moglie Elisabetta Puleo, abbiamo lavorato sulla redazione dei testi tratti dall’Inferno di Dante in questo intensissimo spettacolo, nel quale la creatività irrefrenabile di Mimmo ha voluto unire cinema, teatro e musica. I pupi sono i protagonisti, i veri e propri attori di un film girato grazie alle splendide immagini nate dal genio di Daniele Ciprì. Le musiche sono state siglate da suo figlio Giacomo, intensissime e coinvolgenti. Chiara Andrich ha girato le ambientazioni nelle nove province siciliane. Lo spettacolo è stato accolto con tre giorni di sold out al teatro Santa Cecilia di Palermo e con una sala piena anche a Roma nella sala Petrassi dell’auditorium Parco della Musica.

D: C’è un teatro siciliano nel quale le piacerebbe recitare? E che personaggio o ruolo le piacerebbe vestire?

R: Ho recitato in tutti i principali teatri siciliani, tranne che al Teatro Greco di Siracusa. Ho avuto diverse occasioni per poter andare, ma non mi sentivo coinvolto dai personaggi che mi erano stati offerti. Se mi capiterà di recitare in quel luogo magnifico, credo che potrà essere per me una bella esperienza da aggiungere alle altre.

Plutos di Massimo Popolizio

D: Quali sono i suoi progetti futuri?

R: Non amo molto parlare dei progetti futuri per una questione di scaramanzia! Preferisco parlare delle ultime cose che ho fatto, una di queste è il mio spettacolo ‘Achille ed Ettore-La morte dell’eroe’ dal sottotitolo Guerre che ho rappresentato al teatro greco-romano di Catania per l’Amenanos Festival nel settembre scorso. Un’ora con il pubblico e con tutte le emozioni scoperte in quelle parole che mi avevano acceso l’anima da adolescente e che a 54 anni scorrevano dentro di me in quel teatro greco dove alla fine il pubblico era lì, in piedi per me.

Alfonso Veneroso ci ha fatto sognare con i suoi racconti teatrali e le sue esperienze sul palcoscenico. Sicilian Secrets, attraverso il blog vi racconta sempre nuove storie e se desiderate rimanere aggiornati sulle novità, leggere i prossimi articoli e le nostre interviste, seguiteci sulla pagina Facebook e su Instagram.
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