Opera dei pupi, che passione!
Non chiamateli burattini! L’opera dei pupi siciliani è un vero e proprio monumento, specchio di una tradizione secolare che riporta indietro nel tempo. E così tra musiche e duelli tra spadaccini, si rivivono le storie e le leggende dei paladini di Francia. Da Orlando a Carlo Magno, sono le sapienti mani dei pupari a creare la magia.
L’opera dei pupi siciliani nasce a Palermo durante la fine del Settecento per diffondersi poi anche a Napoli e in altre parti dell’isola nei secoli immediatamente successivi.
Nel secondo dopoguerra, sfortunatamente, quest’arte andò via via perdendosi rimanendo viva soltanto nel cuore (e nelle maestranze) di poche famiglie che ancora oggi custodiscono il loro sapere portando questi spettacoli in giro per il mondo.
Una curiosità: l’Unesco ha inserito l’opera dei pupi tra i patrimoni orali e immateriali dell’umanità nel 2008, un vero e proprio primato per tutto il Paese.
Pupi, chi sono?
Colorati, decorati con sapiente abilità e originalità, e ovviamente con indosso la corazza che ogni paladino merita. Eccoli qua, i pupi siciliani.
Sebbene apparentemente si somiglino tra loro, vi sono delle differenze. I pupi palermitani, per esempio, sono generalmente più leggeri e dunque più semplici da manovrare, più snodabili rispetto a quelli catanesi caratterizzati invece da arti fissi.
Ma chi sono i protagonisti dell’opera dei pupi? I personaggi principali sono Orlando, dall’omonimo ‘Orlando furioso’ di Ludovico Ariosto, la bella principessa Angelica, Rinaldo, Ruggero e così via, ciascuno ben inquadrato dal suo stile, dal suo mantello. Ai paladini più noti si affianca spesso anche Peppininu, scudiero di Rinaldo e Orlando nonché maschera popolare di Catania. Ma questa è davvero una chicca per gli esperti del genere!
Lo spettacolo
Uno spettacolo dell’opera dei pupi non è soltanto un ‘gioco tra marionette’, al contrario comporta uno studio attento in quanto il puparo non si limita a dar vita ai personaggi. Egli è il direttore artistico, prepara le sceneggiature, controlla che le scenografie siano realizzate a dovere, imposta la voce affinché ogni pupo abbia la sua identità. Si tratta di racconti epici che in passato il puparo conosceva addirittura a memoria! Basti pensare a testi celeberrimi come la ‘Gerusalemme liberata’ o la ‘Chanson de Roland’. E poi il puparo è l’anima dello show, è lui che deve essere capace di dare pathos, di coinvolgere il pubblico…è lui il mago della scena.
Alla fine della rappresentazione, si può aggiungere anche un fuori copione. La tradizione è infatti quella di inserire una farsa a base di marionette siciliane, un qualcosa di buffo e talvolta licenzioso per non far smettere di ridere.
L’opera dei pupi è viva
Nel mondo di oggi, c’è ancora spazio per i pupi siciliani? La risposta è sì! E bisogna gridarlo a gran voce, in quanto è uno dei volti più interessanti della Sicilia che non deve svanire nella frenesia della modernità. Non parliamo di banali attrazioni per turisti ma di un tesoro unico che ciascuno dovrebbe conoscere, i siciliani in primis! Chi abita a Palermo o passa in visita, metta in lista sia una sosta al Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino nella zona di Piazza Marina sia al Museo etnografico siciliano Giuseppe Pitré dentro la Palazzina Cinese. Ancora, a Caltagirone sopravvive il Teatro-Museo dei pupi siciliani di via Verdumai e ad Alcamo, in provincia di Trapani, il teatro dei pupi di Salvatore Oliveri con sede all’interno del castello dei conti di Modica dove durante l’anno vengono organizzati diversi spettacoli.
Sipario!