Davide Shorty, anima ‘fusion.’ come la Sicilia
Una carriera decennale vissuta tra l’Italia e il Regno Unito passando dal luminoso palco di X-Factor a quello prestigioso del Festival di Sanremo, su Sicilian Secrets ecco Davide Shorty. Palermitano ma con un animo internazionale, presenta il suo LP ‘fusion.’. Non perdetevi la sua intervista!
D: Partiamo subito dalla news del momento, il tuo nuovo album ‘fusion.’. Cosa puoi raccontarci di questo progetto?
R: Finalmente il mio LP è arrivato. ‘fusion.’ contiene 13 tracce che raccontano tutte le influenze che caratterizzano la mia musica, da Lucio Battisti a Concato, dai Pink Floyd a Sting. Ho collaborato con la mia band formata da Claudio Guarcello, Emanuele Triglia e Davide Savarese, artisti che ho selezionato sia in Italia sia in UK. Il mio disco è un mix di hip-hop, funk, jazz, cantautorato, musica italiana tradizionale. ‘fusion.’ non costringe la mia musica dentro un singolo genere, è un po’ come noi di Palermo che siamo una fusione di tradizioni e stili. Basti pensare a quanto ossimorico sia dire ‘arabo-normanno’, ma è parte della mia cultura e mi riflette. Lasciatemi dire che I don’t make fusion…I’m fusion!
D: Com’è nata l’idea di ‘fusion.’?
R: Il concept ha iniziato a vedere la luce due anni e mezzo fa, insieme ad Andrea Guarinoni, ingegnere del suono. Abbiamo trascorso un periodo in una località sul Lago Maggiore, essere circondati dalla natura ha influito, ha creato energia. Ogni mattina osservavamo il panorama e ci lasciavamo ispirare, ci siamo dimenticati del tempo e di cosa accadesse fuori. Girava tutto intorno al fare musica, è stato il punto di partenza e adesso l’album è uscito…ed è esattamente come lo desiderassi.
D: Davide Shorty, benvenuto a Sanremo. Al Festival 2021 hai portato ‘Regina’ tra le Nuove Proposte. Com’è stato vivere l’Ariston con la sala vuota?
R: Ero teso ed emozionato. Avevo sognato Sanremo milioni di volte, avevo soltanto immaginato di andare sul palco e cantare una mia canzone. Guardavo il Festival da casa con i miei genitori, poi in TV ci sono finito io…mi sono detto che era il mio momento. Non ho prestato molta attenzione al fatto che la sala fosse vuota, ero concentrato. Volevo essere compreso grazie alla mia performance. Ogni mattina facevo un po’ di sport, meditavo e poi c’erano le interviste. Ero accompagnato da belle persone con le quali abbiamo scelto di alloggiare in casa invece che in hotel in una piena atmosfera familiare.
D: Stai già pensando a un tour post pandemia?
R: Non vedo l’ora di suonare dal vivo, le performance sono tutto. L’adrenalina mi manca. Da una parte sono un po’ preoccupato di tornare a fare ciò che si faceva prima. Le mie energie sono cambiate, non sono più abituato, dovrò tornare ad allenare la memoria, per esempio. Quello che è certo è che non sarà un confronto con gli altri, l’importante è fare bene.
D: Qual è il rapporto tra Davide Shorty e la sua terra, la Sicilia?
R: Amo la Sicilia e amo Palermo, e ringrazio tutto il supporto che ricevo dalla mia isola. Il rapporto con la mia terra è bellissimo, non vedo l’ora di tornare e respirare l’aria di casa e soprattutto di andare al mare. Sono felice che le cose stiano lentamente cambiando, che molti stereotipi stiano venendo meno. Per adesso però, casa mia è Londra e se la lascerò sarà per New York o magari Los Angeles.
D: Cosa ha rappresentato per te l’esperienza a X-factor?
R: Sono fortunato perché avevo già iniziato la mia carriera prima di entrare a X-factor, una macchina potentissima che mi ha dato modo di costruirmi un network di conoscenze. La TV però è come una lente che esalta tutte le tue caratteristiche, sia positive sia negative. Ero già consapevole di alcuni miei difetti e in quella situazione mi sono trovato a dover mettere a fuoco questi problemi e lavorarci.
Quando sei dentro devi essere forte perché sei continuamente esposto al giudizio, anche sui social, di commenti che alla lunga possono essere tossici. È una sfida psicologica, la vita vera inizia quando il talent finisce e cala il sipario. Durante quei mesi devi accettare l’idea di essere ispirazione per gli altri, è una grande responsabilità. X-factor mi ha dato una voce in un Paese in cui è difficile emergere e diventare un artista. Non rimpiango nulla nonostante ci siano stati dei frangenti durissimi.
D: Concediamoci il capriccio di guardare al futuro. Se l’anno prossimo dovessi avere la possibilità di tornare a Sanremo, stavolta tra i Big, quale cover sceglieresti? O con chi faresti un duetto?
R: È una bella domanda, ma preciso che non ho ancora scritto una canzone da proporre per Sanremo! Mi piacerebbe un duetto con Giorgia o con Fabio Concato. Se invece dovessi scegliere una cover, forse quest’anno avrei scelto ‘Se stasera sono qui’ di Tenco ma non so se farei lo stesso tra un anno. Potrei optare per una canzone di Pino Daniele, ma Pino è Pino. Insomma, diciamo che dovrei trovarmi nella situazione per scegliere, sono difficile…anzi picky, come dicono gli inglesi. Vedremo cosa succederà!