Rosario Palazzolo: “Cosa significa essere un attore? Non esserlo”
Rosario Palazzolo è uno scrittore, attore e regista teatrale palermitano. Formatosi come attore nel teatro ragazzi con Pippo Spicuzza, frequenta una scuola di specializzazione in regia teatrale con Umberto Cantone, Pippo Spicuzza, Pietro Seffer e Antonio Raffaele Addamo. All’inizio degli anni 2000 fonda la Compagnia del Tratto con il collega Anton Giulio Pandolfo e nel 2012 dà vita, insieme all’attrice Delia Calò, a Teatrino Controverso. Nel 2005 il debutto nella scrittura teatrale con “Uomor”. Dal 2023 insegna regia presso la Scuola di Recitazione e Professioni della Scena del Teatro Biondo di Palermo. Sicilian Secrets l’ha intervistato.
D: Come è iniziato il suo percorso artistico fatto di teatro e scrittura?
R: In maniera rocambolesca, del tipo la spada nella roccia, che però non è venuta via. Ho dovuto sradicare l’intera foresta.
D: Dal 2023 insegna regia presso la Scuola del Teatro Biondo di Palermo, cosa può raccontare di questa recente esperienza?
R: È un dono che provo a ricambiare. Perché accompagnare i giovani verso il fallimento, immaginargli tutte le delusioni, i voltagabbana, la povertà, e ugualmente convincerli che sono loro a costringere le necessità, a scovare la meraviglia, a costruire i panorami occorrenti è davvero una fatica incredibile, oltre che un privilegio e una responsabilità. E infatti diciamo che non insegno propriamente regia. Insegno Palazzolo, ovvero il tentativo di inventarsi la realtà.
D: Lei è palermitano. Le sue origini nonché il territorio, come incidono sul suo lavoro?
R: Sono palermitano, è vero, ma senza troppo impegno.
D: C’è un luogo della Sicilia che per lei rappresenta una fonte di ispirazione per il suo lavoro?
R: Casa mia, anzi nello specifico: il mio studio. E non c’è nulla di romantico, ché per lo più sono metodico, e nel mio studio non perdo le cose, non mi distraggo, e ho a portata di mano le inutilità.
D: Sia per quanto riguarda il teatro sia per quanto riguarda la scrittura, quali sono i progetti futuri?
R: A ottobre debutterà “Tiger dad”, il mio nuovo spettacolo prodotto da Ama Factory e Cattivi Maestri Teatro, con in scena il mio amico e sodale Salvatore Nocera, e poi la squadra che preferisco, quella composta da Angelo Grasso, Mela Dell’Erba, Gianluca Misiti e Gabriele Gugliara. Poi in aprile il Biondo produrrà il mio “Con tutto il mio cuore rimasto”, che finalmente vedrà il debutto alla regia del mio braccio destro – e a volte pure sinistro – Angelo Grasso.
D: Professionalmente parlando, a oggi qual è un desiderio di Rosario Palazzolo ancora da realizzare?
R: Non ragiono quasi mai per desideri ma per possibilità.
D: C’è un teatro o più in generale un luogo della Sicilia dove le piacerebbe recitare portando magari una delle sue opere?
R: Lì dove il Teatro ha un valore davvero sociale, lì dove non esiste la politica degli scambi ma quella della bellezza, lì dove la qualità di un pensiero vale più di un assessore e addirittura di un presidente, lì dove poter costruire immaginari senza per forza determinargli scenari, lì dove la fine di uno spettacolo la decide lo spettacolo. E certamente quel posto non è la Sicilia. E non è l’Italia. E non è il mondo.
D: In ultimo, per lei cosa significa essere un attore?
R: Non esserlo.