Massimo Cagnina, la Sicilia ancora in scena a “Il Paradiso delle Signore”
Massimo Cagnina è un attore siciliano, oggi volto noto della TV grazie al ruolo di Ciro Puglisi nella popolarissima fiction di Rai 1 “Il Paradiso delle Signore”. Ma il suo curriculum artistico non si esaurisce certo qui. Diretto da registi del calibro di Paolo Sorrentino e Paolo Genovese, nonché al fianco di attori come Ficarra & Picone e Antonio Albanese, il suo percorso nel mondo dello spettacolo inizia partendo dal teatro per sfociare poi nel cinema e sul piccolo schermo. Sicilian Secrets l’ha intervistato.
D: Com’è iniziato il suo percorso d’attore?
R: Da ragazzo ero amante della commedia italiana di Sordi, Fabrizzi, Totò e Verdone. Negli anni, poi, la passione è maturata fino al punto di condurmi a seguire un percorso di formazione teatrale. E così, nel 2004, ho conseguito il diploma presso l’Accademia del Teatro Stabile di Genova.
D: Massimo Cagnina tra teatro, cinema, TV: quale di questi tre mondi sente più suo?
R: Pur amando molto il teatro, da qualche anno prediligo cinema e TV. Li trovo più divertenti e meno sovraccarichi di certe dinamiche di supponenza culturale che purtroppo il teatro italiano si porta dietro a quasi tutti i livelli.
D: Oggi è tra i protagonisti de “Il Paradiso delle Signore” con il personaggio di Ciro Puglisi. Cosa ci può raccontare di questo ruolo? Com’è iniziata l’avventura al Paradiso?
R: Ho fatto vari provini e alla fine sono stato confermato. La prima cosa che ho fatto quando ho ricevuto la notizia è stata chiamare subito i miei genitori e mia madre, sentendomi urlare di gioia, pensava mi fosse successo qualcosa di grave!
D: Ciro Puglisi è siciliano come lei, un uomo degli anni ‘60 improvvisamente catapultato a Milano e a poco a poco capace di adattarsi a una modernità che non gli appartiene. Come si è preparato per interpretare questo ruolo? Cos’hanno in comune Massimo Cagnina e Ciro?
R: Il ruolo di questo personaggio sembra scritto apposta per me, tanto che mi ci sono trovato subito a mio agio. Possiede comicità e autorevolezza insieme, corde che – attorialmente parlando – mi appartengono entrambe. Di Massimo, Ciro ha una certa goffaggine sorniona su cui marcia un po’ per motivare una sua pigrizia mentale ma che alla fine riesce a vincere puntualmente. In questo Ciro mi somiglia.
D: Come si svolge la routine sul set de “Il Paradiso delle Signore”?
R: Sul set de “Il Paradiso delle Signore” si girano molte scene al giorno. È un gruppo affiatato di maestranze di altissimo livello, una grande famiglia che collabora in modo energico e gioviale. Come si sta? Davvero molto bene.
D: Parlando di lei, qual è il suo legame con la Sicilia? E quanto il suo essere siciliano influisce sul suo lavoro?
R: Il mio legame con la Sicilia è fortissimo. Durante il periodo della pandemia mi ci sono ristabilito tornando così ad abitarci dopo anni e anni di peregrinazioni in varie città italiane. È dalla mia terra che traggo la linfa per ricaricarmi anche artisticamente. Per me, adesso, è fondamentale vivere lì. La lascio soltanto per girare, ovviamente, ma poi – ultimato il progetto su cui sono impegnato – ritorno stabilmente, anche durante le pause lunghe tra un lavoro e un altro.
D: C’è un luogo in Sicilia in cui le piacerebbe recitare?
R: La Sicilia è tutta un set a cielo aperto. Capita spesso di fare film ambientati sull’isola, l’ultimo – per esempio – l ‘ho girato sulle Madonie. Un film stupendo sulla magia popolare del dopoguerra. Deve ancora uscire…
D: Attualmente, qual è l’esperienza professionale che ricorda con più piacere?
R: Sono molto legato ai film fatti con Antonio Albanese, soprattutto “Qualunquemente” e “Cetto C’è”, diretti entrambi da Giulio Manfredonia. Ho amato molto lavorare nella serie con Carlei “La Fuggitiva” e con Sorrentino in “The New Pope”. Ma anche “I Leoni di Sicilia” di Paolo Genovese è una serie alla quale ho preso parte con grande piacere.
D: Infine: progetti e desideri (professionali) per il futuro?
R: Per adesso mi godo il successo che mi sta dando Ciro a “Il Paradiso delle Signore”. Al futuro, in realtà, non penso più di tanto!