Michele Bono, una storia di arte e vita

Michele BonoUna vita per l’arte, è così che si può descrivere il percorso di Michele Bono. Nato a Sciacca, in provincia di Agrigento, nel 1995 si diploma presso l’Istituto Statale d’Arte ‘G. Bonachia’ nella sezione di Decorazione Pittorica, nel 1998 in quella di Arte della Ceramica e infine, nel 1999, nella sezione Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Palermo. Oggi, oltre a trasmettere le sue competenze e la sua passione attraverso l’insegnamento, lavora come artista a tutto tondo, dalla pittura alla scultura, potendo vantare nella sua carriera anche la realizzazione di elementi scenografici e dei carri allegorici tipici del famoso Carnevale saccense. Sicilian Secrets l’ha intervistato.

Ritengo fondamentale avere una visione diversa delle cose che osserviamo quotidianamente. ‘Guardare con altri occhi’. Così da una forma semplice come quella di un vaso può nascere il tronco di una capretta oppure il corpo di un camaleonte, l’importante è sempre non soffermarsi a vedere le cose solo da una prospettiva ma averne migliaia di prospettive.

 Michele Bono (IG: @mic.bono)

Michele BonoD: L’arte è parte di te. Com’è iniziato questo percorso?

R: Quando ero bambino mi piaceva disegnare e creare, fare decorazioni. Il mio maestro si accorse delle mie tendenze artistiche e lo disse a mia madre. Così intrapresi gli studi artistici, prima a Sciacca e poi a Palermo. Nel mio percorso mi sono occupato della progettazione dei carri del carnevale della mia città, per esempio, un’esperienza fenomenale che ti porta a lavorare con tanti materiali. Stesso discorso per i laboratori di ceramica dove ho imparato la modellazione e la decorazione della ceramica saccense. Successivamente mi sono perfezionato nei decori antichi, ma anche nella pittura e nella scultura e oggi ho la fortuna di fare ciò che mi piace!

D: Se dovessimo sfogliare un immaginario catalogo delle tue opere, ce ne sarebbe una alla quale sei particolarmente affezionato?

R: Sono affezionato a tantissime opere anche se poi le ho regalate o vendute, mi sono rimaste comunque nel cuore. Amo la ricerca, sperimentare e andare oltre i traguardi già raggiunti. Nel mio percorso ci sono state opere che hanno segnato il passo da punto di vista tecnico e stilistico. Sono sicuramente legato alle prime realizzate post accademia perché in un certo senso, intorno ai 30 anni, stavo vivendo un periodo di crisi. La mia ragazza dell’epoca, oggi moglie, mi ha regalò una tela 10×2 da cui sono nate 4 tele giganti che hanno cambiato il mio modo di vedere e di essere. Non mi interessava che fossero difficili da vendere bensì lo sfogo artistico. Erano 4 primi piani di persone, tra cui anche Lucia, mia moglie appunto. Volti forti con dei contrasti di luce e ombre. In queste opere sono stato ispirato dall’artista americano Chuck Close…e una l’ho tenuta per noi!

Michele Bono

D: Hai menzionato Chuck Close, esponente dell’iperrealismo. A quali altri artisti ti ispiri?

R: Sono eclettico, passo da una cosa a un’altra in modo veloce e in realtà non c’è soltanto un artista al quale mi ispiro. Uno è certamente Chuck Close, poi ci sono Ron Mueck, Lucian Freud, David Hockney e infine Takashi Murakami.

D: Michele Bono e la Sicilia. C’è un legame tra le tue opere e l’isola?

R: Apparentemente non sembra esserci un legame forte tra le mie opere e la Sicilia. Ho un gusto potremmo dire ‘internazionale’, più contemporaneo che barocco. Ma guardando singolarmente ciò che realizzo, allora si svela subito quanta Sicilia ci sia dentro. Basta guardare i decori delle sculture o i quadri dedicati ai vulcani siciliani. La Sicilia mi ispira, proprio in uno dei miei quadri svetta un vulcano ed è inevitabile pensare subito all’Etna, ma tutta l’isola è piena di vulcani: le isole Eolie, l’isola Ferdinandea, Pantelleria e così via.

D: Con la tua arte hai raccontato anche un altro volto della Sicilia…

R: Sì, ho toccato anche temi di attualità che riguardano la nostra terra, per esempio lo sbarco dei migranti. Ho trattato dapprima questa tematica da un punto di vista molto crudo, la morte in mare. Poi ho immaginato i bambini clandestini, il loro desiderio, il sogno di una vita migliore e ahimè la dura realtà nella quale tutto questo immaginario sfocia. Da qui il ciclo di Supereroi obesi, una visione distorta del supereroe contemporaneo che non è più un uomo muscoloso pronto a salvare i deboli, ma al contrario un comune occidentale, obeso, calvo e ubriacone intento a soddisfare i propri bisogni fregandosene degli emarginati dei bisognosi.

D: Prima di concludere, ci puoi svelare i tuoi progetti futuri?

R: Se parliamo di mostre, al momento non ho nulla in programma. Mi sono praticamente chiuso nella produzione, qui nel mio atelier ho i miei clienti e la mia arte è molto apprezzata. In compenso, è in cantiere un progetto abbastanza interessante per realizzare un’opera che al momento è ancora in fase di studio. Quindi, silenzio…

Michele Bono ci ha portato in viaggio tra i colori dell’arte. Sicilian Secrets, attraverso il blog vi racconta sempre nuove storie e se desiderate rimanere aggiornati sulle novità, leggere i prossimi articoli e le nostre interviste, seguiteci sulla pagina Facebook e su Instagram.
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