Valeria Messina, una storia tra i profumi del grano
La nostra storia inizia come un racconto quasi fiabesco, circondati da farine a profumi di Sicilia. Quelli dei grani autentici, l’aroma del pane di Forno Biancuccia. Siamo a Catania e il tutto prende avvio da Valeria Messina, un avvocato che ha deciso di mettere via la toga per dedicarsi a una passione trasformandola nel suo lavoro. Sicilian Secrets l’ha intervistata.
D: Da avvocato a panificatrice: com’è nata la decisione di cambiare vita?
R: Ero solita fare il pane per casa quando, piano piano, alcuni amici e persone di famiglia hanno iniziato a chiedermi di prepararne anche per loro. In questo modo mi sono accorta che la scelta di fare il pane in casa usando con le nostre farine siciliane e adoperando i processi di panificazione tradizionale aveva del potenziale. Evidentemente, non era un tipo di pane che cercavo solo io! Mi sono reda conto di come a Catania vi fosse una fetta di mercato interessata al prodotto e che quindi vi fosse margine per trasformare la mia attività in un vero lavoro.
D: Come ti sei avvicinata all’arte della panificazione?
R: Ho iniziato a produrre il pane per le mie bambine visto che da sempre siamo attenti all’alimentazione. Quando andavo al panificio e chiedevo da dove venisse il grano usato per panificare mi sentivo rispondere con ironia: ‘La farina è farina’. Da lì la scelta di utilizzare materie prime locali, quindi esclusivamente grani antichi reperibili nei mercatini rionali come la fiera bio a Catania. Come dicevo pocanzi, ho cominciato a farlo in casa ricordandomi gli insegnamenti di mia nonna, che ci insegnava a mangiar bene seguendo la stagionalità delle materie prime!
D: Tante persone dopo la pandemia hanno preferito lasciare la realtà dell’ufficio per avvicinarsi a mestieri più a contatto con la natura e con le tradizioni. Ti senti parte di questa corrente?
R: Il pane che faccio è un prodotto agricolo. Nel momento in cui riesci a tracciare tutta la filiera, fai emergere quello che è il rispetto per la natura ma anche per chi raccoglie il grano, per il mugnaio. È anche l’attenzione posta nel processo di trasformazione che fa la differenza. Più che di una corrente direi che mi sento un tassello di una porzione di umanità che si sta riavvicinando a ciò che siamo, parte integrante di questa natura di cui dobbiamo avere riguardo.
D: Qual è il legame che unisce te, il tuo lavoro e la Sicilia?
R: Il grano! La Sicilia è una madre generosa e qui il grano trova spazio grazie a un ambiente consono. Ho studiato a Roma, mi sono abilitata a Perugia, poi sono tornata sull’isola sposando un catanese e ho lavorato qui. Ma è quando ho scoperto la bellezza dei grani che ho capito perché sono nata in questo luogo, il grano mi lega a questa terra.
D: Ci puoi presentare il ‘cavallo di battaglia’ di Valeria Messina e dunque di Forno Biancuccia?
R: Il nostro pane comune, quello che facciamo ogni giorno, è il pane che rappresenta di più me e il nostro forno. Usiamo una farina integrale al 100% (perciasacchi, russello e tumminia) che lavoriamo con lievito madre al quale talvolta aggiungiamo i semi, le noci, le olive o i pomodori secchi. Ma anche l’impasto base va per la maggiore.
D: Professionalmente parlando, hai un sogno nel cassetto?
R: In questo momento mi godo questo sogno che è la nascita di Forno Biancuccia, qualcosa che fino a cinque anni fa credevo non fosse possibile. Adesso ci lavoriamo in otto! La città ci accoglie e ci vuole bene, ricambia i nostri sacrifici. Chissà in futuro cosa e se ci sarà altro!