Serena Urzì, dalla toga al gelato per seguire una passione
Cambiare vita per seguire passione, entusiasmo e felicità? Questa è la storia di Serena Urzì, avvocato catanese che ha riposto la toga nell’armadio per indossare i panni da maître glacier. Oggi gestisce il laboratorio dell’attività di famiglia e, con creatività e professionalità, studia i suoi gusti mettendo al centro le eccellenze siciliane. Sicilian Secrets l’ha intervistata.
D: Da avvocato a esperta del mondo dei gelati, qual è stato il tuo percorso?
R: Mi sono laureata in giurisprudenza, ma da sempre sono stata vicina all’attività di famiglia. I miei genitori hanno un bar-pasticceria sul lungomare di Catania e in quel luogo ci sono cresciuta visto che mio padre, sin da piccole, ha abituato me e le mie sorelle a dare una mano. Ho seguito un master alla Luiss a Roma in Diritto del lavoro e Management delle risorse umane e dopo l’abilitazione ho iniziato a lavorare in uno studio legale.
D: …e cosa è successo dopo?
R: Dopo due anni e mezzo mi sono resa conto che c’era qualcosa che non andava, non ero felice e ho detto basta. Così sono tornata nell’azienda di famiglia, all’inizio ho ricoperto un ruolo più gestionale ma senza mettere da parte la passione per il gelato artigianale. Era un mondo che mi aveva sempre affascinata, l’idea di dare vita a un prodotto così unico. Per tutta l’estate del 2020, diciamo pure per un anno, sono stata l’assistente di un gelatiere ma quando lui è andato via sono rimasta sola.
D: La nuova vita di Serena Urzì: cos’hai fatto per acquisire la dovuta professionalità?
R: Essendo abituata a studiare, anche per fare questo lavoro continuo a formarmi e cerco di affrontare questo mestiere nel modo più professionale possibile. Spero di fare qualcosa di grande in questo settore! Della vecchia vita mi è rimasto il metodo: giurisprudenza ti insegna a essere metodico, a guardare le cose da diversi punti di vista. Oggi sono io a gestire il laboratorio, affiancata da persone competenti sia in inverno sia in estate.
D: Gelato quattro stagioni. Pensi che sia ancora considerato un cibo prettamente estivo?
R: Purtroppo sì, l’idea che il gelato si mangi solo d’estate sussiste ancora. Io voglio destagionalizzare questo prodotto. A novembre, per esempio, abbiamo organizzato un evento con la stampa gastronomica, presentando un gusto legato alla stagione autunnale come quello ‘Rame di Napoli’, tipico biscotto catanese. Ma non solo, proponiamo gusti come il gelato al panettone con i fichi secchi sotto Natale, gusto colomba per Pasqua e così via, in modo da stimolare costantemente la curiosità del cliente.
D: Il gelato è un’arte: come traduci il tuo legame con la Sicilia in ciò che crei?
R: Racconto la Sicilia attraverso sapori locali. Si pensi al gelato alla ricotta, oppure ai gusti della nostra tradizione come mandorla e pistacchio, gelsi e fragoline di bosco. L’importante è esaltare la materia prima, inoltre lavoriamo il più possibile a chilometro zero grazie alle numerose aziende siciliane che producono frutta, tra cui quella tropicale.
D: L’estate è ufficialmente arrivata, quali saranno le proposte sul ‘menù’?
R: Il focus dell’estate è sui gusti alla frutta. Già a fine maggio, insieme a Valeria Messina, panificatrice e anche lei ex avvocato, abbiamo messo in piedi un evento dedicato alla colazione catanese. Con ‘Grani e granita all’ombra dell’Etna’ abbiamo disegnato una degustazione a base di granita e pane. È stato un ritorno al passato suggerendo aromi e mix particolari come la granita al limone con finocchietto selvatico e la granita di fave.
D: Immaginiamo di guardare dentro la sfera di cristallo: cosa c’è nel futuro di Serena Urzì?
R: Finita l’estate riprenderò a studiare e spero anche di tornare viaggiare!