VIGNETI VECCHIO…UNA LUNGA STORIA D’AMORE!
Felice esordio dei vini di due giovani imprenditori etnei, Carmelo e Rosa Vecchio, alla manifestazione “Contrade dell’Etna” 2017
Nonostante le non proprio ottimali condizioni meteo, caratterizzate da nuvoloni e da quella fastidiosa pioggia che gli abitanti del luogo chiamano “Assuppaviddani”, si è svolta a Randazzo presso il magnifico Castello Romeo, la decima edizione della manifestazione “Contrade dell’Etna”.
Com’è noto, l’iniziativa nacque da una felice intuizione del produttore vinicolo Andrea Franchetti che pensò bene, nel 2007, di dar vita ad un momento di incontro e confronto tra i pochi (allora!) produttori etnei così da farli uscire da un atavico isolamento e mettere a punto strategie utili all’affermazione del vino etneo in Italia e nel mondo.
Esperimento, evidentemente, riuscito se si considerano i numeri di questa ultima edizione in termini di presenze di visitatori, addetti ai lavori, produttori e giornalisti…una folla competente ed entusiasta che ha potuto gustare, insieme agli ottimi vini, anche le eccellenze della gastronomia locale.
Un territorio quello etneo che, fino a qualche anno fa, era un microcosmo ai più sconosciuto, sebbene fosse area enologica tra le più antiche al mondo e che, finalmente, ha recuperato il prestigio che gli competeva.
Una storia quella raccontata da “Contrade dell’Etna” che parla di sfide per l’affermazione di un brand, quale quello del vino etneo, unico al mondo perchè unico il terroir su cui insiste con particolari condizioni morfologiche ed ambientali, unico perchè grazie al recupero e alla valorizzazione di antiche vigne si riescono a raccontare secoli di lotte dell’uomo etneo contro la forza della natura…lotta prima impari ma che, oggi, sta dando i giusti frutti facendo sì che il vino nato sulle pendici dell’Etna, anno dopo anno, scali vette sempre più alte del panorama enologico mondiale.
Accanto a felici conferme, come quelle delle più blasonate cantine…Benanti, Romeo del Castello, Cottanera, solo per citarne alcune…quest’anno c’è stato l’entusiastico esordio di due giovani imprenditori etnei, Carmelo e Rosa Vecchio, marito e moglie nella vita e produttori vinicoli per passione atavica.
“Un tempo, dal porto di Riposto…mi racconta Rosa…partivano navi colme di vino destinato a dare corpo e spirito ai più “nobili” vini francesi e questo fino a quando, agli inizi del 900, la filossera, le nuove tecniche agronomiche, lo spopolamento delle campagne hanno reso poco redditizio un sistema agricolo che, fino ad allora, aveva sostenuto l’economia di un’intera area”
Con orgoglio malcelato, il marito Carmelo rilancia “La mia famiglia non si è mai scoraggiata dall’andare avanti, non ha mai pensato di abbandonare una terra che, obiettivamente, era ed è difficile. Sai perchè siamo conosciuti come i Vecchio delle Sciare? Perchè, in tempi antichi, sarebbe stato troppo pretenzioso per noi parlare di terre . Gli appezzamenti della mia famiglia si presentavano come sciare, per l’appunto: blocchi impenetrabili di fuoco pietrificato a testimonianza di furiose colate laviche….difficile poter ipotizzare, allora, uno sviluppo possibile.
Eppure, strappando centimetro per centimetro di roccia vulcanica con la zappa e recuperando la terra, pezzetto per pezzetto, siamo qui oggi a testimoniare un viaggio iniziato secoli fa e caratterizzato da duro lavoro, volontà e passione”.
La storia che mi raccontano, con dovizia di particolari, mi parla di vicende comuni ad altre famiglie costrette a sottostare al giogo della mezzadria fino all’auspicato riscatto che, per loro, avvenne intorno agli anni ’70 e che fu propedeutico a ciò che sono riusciti a realizzare oggi nella loro cantina di Solicchiata, ridente frazione di Castiglione di Sicilia.
Da allora, lo sfruttamento di quelle terre, mai abbandonate né per emigrazione né carestia né per guerra, e con un salto temporale di sole due generazioni, ha finalmente consentito loro di mettere il loro vino dentro una bottiglia.
“Il merito di questo piccolo miracolo...aggiunge Rosa…è di mio marito che ha saputo mettere a frutto competenze familiari, custodite per secoli, ed anni di esperienza maturata sul campo nei vigneti dello stesso Franchetti…suo datore di lavoro e Maestro… accogliendo, tra l’altro, l’incoraggiamento dell’amico enologo Eduardo Torres”.
E così da luoghi, apparentemente inospitali ed inadatti ad ipotizzare una qualsiasi forma di vita, i Vecchio sono riusciti a produrre un ottimo vino che, come si diceva, ha felicemente esordito in quello che viene definito da più parti “Vinitaly” siciliano.
Si tratta di due rossi di uva nerello e di un bianco da uve carricante: Sciare Vive Bianco, Sciare Vive Rosso e un Crù derivante da una vigna del 1930 che insiste in contrada Crasa (va da sé che VIVE sta per Vigneti Vecchio).
Attenti all’unicità del prodotto ma anche alla veste con cui lo presentano, i Vecchio non hanno lasciato nulla al caso neppure per quanto riguarda l’immagine aziendale, mischiando elementi che testimoniano il loro viscerale richiamo alla tradizione (muretto a secco, forbice per potatura…), proposti in bianco e nero, con note di colore caratterizzanti l’ambiente etneo (coccinelle, ginestre…).
Alla domanda, come definirebbero questa loro avventura imprenditoriale…Rosa chiosa entusiasticamente “Una storia d’Amore…nostra e delle generazioni che ci hanno preceduto. E spero, per quelle che verranno dopo di noi!”
E noi non possiamo che brindare al successo di Rosa e Carmelo, certi che il loro sogno non si farà soffocare dalle difficoltà e dalle maglie della burocrazia da sempre maligna.
Alla prossima…prosit!
Silvia Ventimiglia, 10 aprile 2017