Un fiore per Maria – Omaggio a Maria Campagna

maria campagna
Maria Campagna

 

“Un fiore per Maria” è il titolo della kermesse, organizzata da “Schizzi d’arte” dal 22 al 24 maggio, per ricordare la grande drammaturga ramacchese Maria Campagna.

Il tutto avrà luogo presso quella Sala Magma, di Via Adua 3 a Catania (il 22 e 23 alle ore 20.30, il 24 alle ore 18.30), laddove la Campagna mosse i primi passi anche come attrice di grande temperamento e darà l’occasione, tra l’altro, ad amici…parenti ed estimatori, di regalare il proprio personale ricordo.

La regia dello spettacolo è curata, come sempre, da Cinzia Caminiti Nicotra alla quale, la drammaturga, fu legata da rapporti di profondo affetto.

A seguire, riproponiamo uno scritto già pubblicato su questo blog quale ulteriore omaggio ad una donna che ha saputo delineare una nuova tipologia dell’essere donna in Sicilia.

 

Io l’ho conosciuta! E ditemi che è poco…

Certo, un incontro fugace – tra tanta gente – ma sufficiente per capire che mi trovavo davanti ad una personalità forte, libera, egocentrata.

L’impatto di un’adolescente, qual ero io, con questa minuta grande donna, non poteva che lasciare il segno. Pensai che volevo diventare come Lei, ape regina capace di richiamare l’attenzione su di sé con la sola presenza ed il modo di rapportarsi che metteva in ombra chiunque o, al contrario, accogliendo chiunque nel Suo cono di luce. A patto che ne fosse degno…naturalmente!

Nulla di artificioso, però. Maria Campagna risplendeva di luce propria…riempiva lo spazio, lo abitava.

Prima di quell’incontro, sulla collina di Acitrezza in occasione di un matrimonio, ne avevo sentito parlare ma la visione che ebbi fu molto più impattante. Libera e rigorosa, nello stesso tempo…una primadonna senza volerlo e senza ostentazione.

La notizia della Sua morte, avvenuta in quella strada Catania/Ramacca che L’aveva vista affannata e gioiosa artefice del proprio destino, mi colse impreparata. Pensai ad un’ingiustizia, una delle tante. Per tutto quello che non avrebbe più potuto rappresentare…sulla vita e sulla scena.

Era il maggio del 1978 ed io avevo 16 anni, una vita fa.

Il ricordo di quell’incontro mi ha sempre accompagnato forse, anche, sublimato da una morte prematura ed inaspettata.

Chissà a cosa stava pensando Maria su quell’assolata strada…chissà quanti e quali progetti stava elaborando la Sua mente vulcanica…

Fine del primo tempo!

Come tutti i “grandi”, però, anche Maria ha avuto il Suo secondo tempo.

Il Suo esempio, la Sua eredità umana e culturale è stata raccolta da amici e cultori che hanno fatto sì che il ricordo, di questa giovane ed illuminata donna siciliana, non cadesse nell’oblio.

Ma, a questo punto, giusto per quei pochi che si dovessero chiedere chi fu Maria Campagna, solo due parole.

Nata nel 1938 a Ramacca, paesino dell’entroterra siciliano…lontano dagli stimoli culturali delle grandi città…la sensibilità di Maria trovò spazio attecchendo in un terreno arido, regalandoci una figura nuova, e diversa di donna. Non solo moglie, madre, casalinga – come richiesto dalla società di allora – ma anche altro, antesignana di quella schiera di donne siciliane che, oggi, non sono più l’eccezione. Anche grazie a Maria.

Donna libera, si diceva, padrona della propria esistenza…non condizionabile ma, al contempo, ligia e rispettosa dei valori tradizionali derivatoLe da un’educazione di stampo cattolico, Maria portò il Suo “conflitto” interiore in teatro, nel Suo modo di… fare teatro.

Dapprima attrice a scuola ed in parrocchia, verso la fine degli anni ’60, cominciò a dare sfogo alla Sua vena creativa, scrivendo per un periodico locale e dando vita a varie attività socioculturali. Forte della Sua esperienza di insegnante, diede sempre ampia eco alle condizioni dei meno fortunati, alla vita di stenti di molte famiglie, alle ingiustizie subite dai più deboli e tutto ciò fece confluire nei Suoi drammi. Come grido di protesta e sprone a “liberarsi”.

In teatro, Maria Campagna faceva di tutto: fu sarta, scenografa, costumista, regista, autrice di testi che, per la loro originalità, trovarono molti estimatori ma anche tanti oppositori che li giudicarono con sospettosa sufficienza. Era la libertà di Maria che veniva vista con sospetto!

Negli anni ’70, insieme ad alcuni amici, diede vita alla compagnia teatrale “I lapilli” dove rappresentò opere della tradizione popolare Lei che, comunque, non disdegnava la lettura di Beckett, Jonesco e Brecht.

Con il tempo, fondò la Compagnia “Teatro Gruppo” che, dopo la Sua morte, Le venne intestata e che, da allora, porta avanti l’impegno politico e sociale della Sua fondatrice. A tal proposito, memorabile appare il testo “Caccia alle streghe”, una perfetta summa del Campagna/pensiero su temi politici e sociali.

Questa era Maria Campagna. Ebbene sì…io questa donna L’ho conosciuta!

Silvia Ventimiglia – Ottobre 2012

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