Concorso letterario “Racconti di donna” 3° classificato
E’ Lucia Monaco la terza classificata al concorso letterario “Racconti di donna”, organizzato dall’Associazione culturale AciGaia con il patrocinio del Comune di Acireale. Di seguito il testo…buona lettura!
Azzurra e la sfera magica
La guardava intensamente. Era sempre stata attratta dalle palle di vetro con la neve, le mettevano serenità e le ricordavano i paesaggi del suo cartone preferito. La fissò talmente da quasi ipnotizzarsi e in quella palla quella sera si rivide.
Il castello era popolatissimo, stavano per celebrarsi le nozze dell’erede al trono e fervevano i preparativi.
Camerieri affaccendati a lustrare pile di piatti, le cucine in piena attività, i giardinieri alle prese con le potature più ricercate, le sarte, gli scudieri, insomma non c’era alcuno in grado di stare fermo. A guardare bene qualcuno c’era. Era lei, nascosta tra le pieghe di una tenda che guardava ammaliata il panorama verde e azzurro aprirsi davanti i suoi occhi. Regnavano la pace e la tranquillità adesso , anche i ciuffi d’erba bagnati di rugiada che rilucevano al sole del mattino sembravano essere felici per quello che stava succedendo.
Lei era la sposa, Azzurra.
Azzurra non era nobile, o almeno non di origini, ma risiedeva in lei la grazia e la bontà d’animo degli aristocratici, dei signori, e possedeva un sorriso capace di incantare anche il più angusto e crudele nemico.
Quel posto non era originariamente per lei, la promessa sposa sin dalla più tenera età del principe avrebbe dovuto essere la cugina paterna del principe, cresciuta ed educata per diventare un giorno la regina.
Si sa però che spesso non tutti i conti tornano infatti il principe, ragazzo dal temperamento focoso e passionale, non adorava le imposizioni, men che meno in questo campo. Lui era cresciuto rigido come l’educazione militare impone ma con una sensibilità che solo una donna come la povera defunta regina avrebbe potuto trasmettere.
Mano a mano che il giovane si avvicinava all’età in cui per copione nobiliare avrebbe dovuto prendere moglie, il suo atteggiamento diventava sempre più incontrollabile.
Non disdegnava la nobile cugina ma non la amava e non rivedeva in loro la luce che per anni aveva visto negli occhi dei genitori ed era fermamente convinto di non celebrare le nozze. Dovette partecipare ad una spedizione punitiva contro dei rivoltosi che nei pressi del lago minacciavano di assalire il castello qualora il re non si fosse occupato degli abitanti del villaggio stremati dalla fame e dal freddo.
La conobbe proprio in questa circostanza.
Azzurra apparteneva ad una famiglia del villaggio e viveva insieme alla figlia Margherita.
Aveva la forza della sua giovane età e il sorriso spento di chi ha sperato in un futuro migliore ma soffriva profondamente per la tragedia vissuta dalla sua famiglia.
Non era tra i manifestanti, non riteneva corretto ripagare le ingiustizie con la violenza. All’arrivo del principe sul luogo della rivolta i manifestanti, numerosi e inferociti, non vollero ascoltare le parole dell’erede al trono e noncuranti lo assalirono.
Il principe combatté valorosamente ma nulla poté contro la moltitudine imbestialita e fu ferito alle sue spalle.
Agonizzante fu lasciato ai piedi di un enorme ciliegio. Di lì passava la fanciulla che vedendo il bel principe quasi in fin di vita tentò in ogni modo di soccorrerlo ma non aveva la forza per portarlo via da lì.
Disperata corse in cerca di aiuto e in quella corsa accadde l’inimmaginabile.
La catenina con la sfera che portava al collo sin dalla morte del marito, di colpo si illuminò e le parlò, le raccontò una vecchia storia e le rivelò che quella sfera custodisce dei poteri magici in grado di poter esaudire ogni desiderio. Una unica volta. Fu donata al marito perché era un uomo giusto e buono e adesso spettava a lei decidere cosa fare.
La ragazza fu combattuta dentro di sé, si stava avverando quello che le aveva rivelato il marito in fin di vita ma non poteva lasciare morire il principe e così chiese alla sfera di salvarlo. Fuggì nella umile dimora in preda al panico per il miracolo a cui aveva assistito e per l’ opportunità perduta.
Aveva tradito la promessa fatta al suo amato Giacomo, aveva usato il suo potere per salvarlo. Ma dopotutto non avrebbe mai potuto vivere sapendo di aver lasciato morire un uomo.
Il suo cuore ormai era chiuso da tempo e la sua vita aveva senso solo per l’esistenza della piccola Margherita ma dalla morte del marito, Azzurra aveva perso ogni slancio vitale e ogni speranza. La terribile tragedia che aveva colpito la loro famiglia le aveva spezzato il cuore e non passava giorno in cui la giovane vedova non rimpiangesse la sua esistenza prima dell’incendio.
Azzurra e Giacomo si erano fidanzati all’età di sedici anni. Nel villaggio tutti adoravano questi splendidi ragazzi, stupendi, generosi e gioiosi di vivere. Azzurra era una ragazza bella e intelligente, amava leggere, dipingere, sapeva andare a cavallo e le sue mani trasformavano le stoffe in meravigliosi abiti.
Qualche anno dopo coronarono il loro sogno, i due giovani si sposarono e andarono ad abitare in una piccola ma dignitosa casetta vicino il lago. Giacomo manteneva la famiglia vendendo stoffe e Azzurra si dava da fare come sarta. La loro vita si colorò dei più bei colori dell’arcobaleno con la nascita della dolcissima Margherita. Le giornate al villaggio scorrevano in maniera semplice ma serena, Margherita diventava ogni giorno più grande e i due sposi progettavano già di dare un fratellino alla loro bambina.
Purtroppo però un terribile incendio scoppiò nella foresta e Giacomo, nel tentativo di salvare il padre rimasto incastrato tra i rami di un secolare ciliegio, perse la vita. Prima di morire donò ad Azzurra una collana con un ciondolo di forma sferica confessandole di possedere dei poteri magici e le fece promettere che lo avrebbe usato solo per salvare sé o la loro bambina da un grosso pericolo.
Il principe fece ritorno al palazzo sano e salvo ma non ricordava nulla di quanto era accaduto. Giurò però di vendicarsi dei malfattori e organizzò una spedizione.
Per la violenza che si consumò in quella battaglia la ragazza si pentì di aver salvato il principe.
Corse sul luogo della battaglia pronta a raccontare al principe tutto quello che era accaduto quando si sentì afferrare alle spalle. Il principe annebbiato dalla ferocia stava per ucciderla. Fu nel momento in cui tutto era perduto che, voltandosi, la sfera tornò a brillare e gli occhi della fanciulla rievocarono nel principe quanto era accaduto qualche settimana prima.
Il principe rimase folgorato dalla bellezza e dalla grazia di Azzurra e rimase ancora più scioccato quando capì che era vivo grazie a quella donna. Decise che avrebbe fatto quanto era in suo potere per ringraziarla e per darle una vita migliore. Le si avvicinò ma la donna sdegnata dalla scena di cui era stata protagonista lo liquidò in fretta dicendo che accettava la sua gratitudine, che chiunque al suo posto lo avrebbe fatto giacché si trattava del principe e che non aveva bisogno di nulla in quanto lei e la figlia avevano a sufficienza da vivere.
Il principe rimase deluso dall’atteggiamento così diffidente e a tratti altero della donna e decise di tornare al castello.
Il suo pensiero andava spesso alla giovane donna, le tornavano alla mente i suoi tristi occhi verdi e la miseria del villaggio e tutto ciò non gli dava pace.
Si recò nuovamente dalla donna e il suo essere sfuggente la rendeva ai suoi occhi ancora più desiderabile. Capiva che non sarebbe stato facile ottenere la fiducia e il rispetto della donna e si tormentava nella ricerca di un modo per aiutarla.
Le nozze ormai si avvicinavano e la futura moglie reclamava le attenzioni del principe che però sembrava avesse tutt’altro per la testa. Fu così che decise di farlo seguire e scoprì dove si recava il principe ogni mattina in gran segreto.
Tutte le mattine all’alba Azzurra andava sulla tomba del marito e lì , dove nessuno poteva vederla, si abbandonava ad un pianto liberatorio, lì trovava consolazione per la solitudine del suo cuore. Il principe la osservava da lontano in silenzio e provava un inspiegabile sentimento per quella donna affranta dal dolore. Voleva riempire la solitudine e la tristezza di quel cuore. Capiva che si stava innamorando di lei.
Un giorno il principe volle incontrare la gente del villaggio, voleva essere un regnante migliore e rendere felici i suoi sudditi. Con loro voleva trovare il modo per rendere nuovamente fiorente il villaggio. Sapeva che in questo modo avrebbe ottenuto anche il rispetto di Azzurra perché si sarebbe dimostrato giusto e sensibile alle esigenze del suo popolo. Erano lontanissimi i giorni dell’erede al trono dedito solo allo sfarzo e alle guerre.
Alla riunione prese parte anche Azzurra che suggerì di riattivare il borgo dove un tempo vi erano le macchine per filare. Gli abitanti del villaggio avrebbero potuto di nuovo lavorare e lei e le altre donne avrebbero potuto confezionare abiti esclusivi per i nobili di tutta la regione.
Il principe accorse con favore l’idea di Azzurra e sin dal giorno dopo dispose quanto era necessario per rimettere in moto le macchine tessili.
Le visite al villaggio erano ormai quotidiane perché il principe voleva supervisionare di persona il buon andamento dei lavori. Ben presto il borgo fu bonificato e furono chiamati degli artigiani per rimettere in moto le macchine. Grossi quantitativi di lana e seta furono fatti arrivare da ogni parte del mondo. Tutto intorno era in fermento.
Questo progetto diede al principe e ad Azzurra l’opportunità di conoscersi meglio e di trascorrere molto tempo insieme.
Quando la promessa sposa comprese quanto poco interesse avesse ormai per lei il principe e cosa poteva accadere decise di mettere in atto un diabolico piano.
Servendosi del suo fidatissimo servo avrebbe rapito la figlia della popolana, così come in modo dispregiativo chiamava Azzurra, la avrebbe liberata solo a condizione che lei e la madre lasciassero per sempre il villaggio.
Pochi giorni dopo la perfida promessa sposa mise in atto il suo piano. Margherita fu rapita mentre dormiva e quando Azzurra di ritorno dalla sua solita visita alla tomba del marito non la trovò nel suo lettino, per la seconda volta il suo cuore fu squarciato dal dolore.
Trovò un biglietto che le dava indicazioni su quello che avrebbe dovuto fare. Non una parola con alcuno o non avrebbe più rivisto la bambina. Con il cuore a pezzi e il finto sorriso sulle labbra uscì di casa consapevole che non vi avrebbe mai più fatto ritorno.
Raggiunse più in fretta che poté il luogo dell’appuntamento e ad attenderla trovò la perfida donna che le intimò di lasciare per sempre il villaggio. L’appuntamento era fuori dalle mura del regno, in una sommità isolata dove nessuno avrebbe potuto scorgerle.
Quando Azzurra vide la bambina legata, bendata e imbavagliata ebbe subito l’istinto di correre a liberarla ma un uomo alle sue spalle la bloccò e le intimò di non muoversi .
La donna chiese il perché di tanta cattiveria nei suoi confronti e la cugina si limitò a rispondere che questo è ciò che merita chi desidera gli uomini degli altri.
Azzurra si mostrò sorpresa davanti ad una simile affermazione ma tale incredulità fu scambiata per ingiuria così la donna offuscata dalla rabbia minaccia con una pistola di uccidere la bambina.
Azzurra si ricorda le parole del marito “utilizza la sfera per salvare te o la nostra bambina da un grosso pericolo, ma ricordati, potrai utilizzarla solo una volta”. Avrebbe tanto voluto che la sfera si illuminasse, una ultima volta, per salvare la sua bambina ma ciò non accadde, il ciondolo rimase immobile e spento sul suo petto. Disperata implora la donna di lasciare la bambina, sarebbe sparita, avrebbe fatto qualsiasi cosa purché lasciasse libera la bambina. Ma la donna è in preda all’odio e alla gelosia e sta per compiere un insano gesto quando la sua mano viene bloccata con forza da quella del principe. L’uomo infatti aveva notato un comportamento strano della cugina e costrinse il suo servo a parlare.
Cavalcò a perdifiato per arrivare in tempo e quando fu sul posto ebbe chiaro davanti agli occhi che avrebbe fatto ogni cosa per Azzurra e la sua bambina perché la amava.
La cugina mortificata dalle sue stesse azioni in tutta fretta lasciò il castello. Il principe fece riportare Azzurra e la figlia al villaggio. Nel calore della loro casa Azzurra pianse tanto e abbracciò la sua bambina con tutta la forza che possedeva. Era molto addolorata per aver messo in pericolo la vita della figlia e meditava seriamente di lasciare il villaggio e rifarsi una vita lontano da quel posto che negli ultimi anni le aveva riservato tanto dolore.
Mentre era in preda a questi pensieri bussarono alla porta. Una carrozza era venuta a prendere Azzurra e la figlia per ordine del principe. La donna non sapeva cosa fare ma davanti alla felicità di Margherita per essere stata invitata al castello non seppe dire di no.
Ad attenderle c’era il principe, raggiante nella sua divisa più bella. Aveva in mano un enorme mazzo di fiori che consegnò ad Azzurra prima di inginocchiarsi e chiederle di sposarlo. Subito dopo invitò lei e la piccola Margherita a trasferirsi al castello.
Il cuore di Azzurra era in confusione più che mai, la sua sfera era stata utilizzata per salvare un uomo che oggi aveva a sua volta salvato la vita della sua bambina e tra i rami di quel ciliegio per ben due volte la sua vita era stata stravolta. Forse da lassù il suo Giacomo la invitava a riaprire il suo cuore. Forse era giunto il momento di RICOMINCIARE.
“Si, mio principe” riuscì a bisbigliare con un filo di voce.
Quando la notizia si diffuse tra la gente del villaggio, molti pensarono ad un tradimento da parte della giovane e quando fece ritorno nella propria casa Azzurra ricevette una visita. Il più anziano del villaggio portò a nome di tutti un messaggio alla donna . “Cara Azzurra l’affetto che proviamo per te è immenso e ti siamo grati per quello che hai fatto per la nostra comunità nonostante tutto quello che ti sia accaduto. Ci è giunta voce che sposerai il principe. La notizia ci ha colto tutti di sorpresa. Immaginiamo che da oggi in poi non sarai più la Azzurra che noi tutti conosciamo, non starai più dalla nostra parte e ci tratterai come dei semplici popolani . Questo accadrà naturalmente anche se tu cercherai in tutti i modi di evitarlo ma sarà la tua nuova vita che te lo imporrà. Nonostante questo tuttavia auguriamo a te e la piccola Margherita ogni bene”.
Il vecchio uomo si congedò e Azzurra rimase impietrita, incapace di pronunciare qualsiasi frase per cercare di far cambiare idea all’uomo e alla gente del villaggio.
Trascorse la notte insonne, ripensò a come avrebbe potuto fare per non perdere la fiducia dei suoi amici. D’un tratto la sfera ricominciò a brillare. Non accadeva da tanto tempo.
Dava alla ragazza il potere magico in essa custodito. “Ecco, pensò Azzurra, ho finalmente ciò di cui ho bisogno per riavere la fiducia della mia gente”.
L’indomani di buon mattino radunò tutta la gente del villaggio e davanti a un incredulo principe raccontò loro la storia della sfera magica. Tutti ascoltarono a bocca aperta ma rimasero ancora più sbalorditi quando Azzurra consegnò all’anziano del villaggio la sfera magica in segno di profondo affetto verso i suoi amici. La avrebbero utilizzata nel momento in cui sarebbero stati in pericolo per mano del re e della regina.
Davanti a questo grande atto di generosità la folla esaltò Azzurra e benedisse gli sposi.
Poco tempo dopo Azzurra e il principe tra le acclamazioni della folla furono incoronati Re e Regina e Margherita divenne Principessa e l’emozione di quel giorno è descritta proprio all’inizio di questo testo. E vissero tutti felici e contenti.
Lucia Monaco