Era giusto il giorno di Natale di 100 anni fa…
Presente fino al 1995, la Pasticceria Svizzera…oggi avrebbe compiuto un secolo di vita. Se solo avessimo saputo “difenderla”!
Era il 1914 e, come oggi giorno di Natale…intorno alle 10.00 del mattino, Alessandro Caviezel alzava la saracinesca su un sogno. Quello della Pasticceria Svizzera, a Catania. Un sogno che ha fatto conoscere ad intere generazioni di catanesi, e non solo, quella goduria per il palato rappresentata dalla pasticceria e dalla gelateria mitteleuropea.
E’ il 1900 ed Alessandro decide di seguire la chimera della magnificenza cantata da Goethe e di raggiungere, ragazzino, la Sicilia. E parte da Pitash, nel Cantone dei Grigioni, appena 110 abitanti. A piedi, eh? Scendendo tutta la Penisola… Prima destinazione, Palermo.
Data la Sua statura e la Sua giovane età, viene soprannominato “il piccoletto” ed inizia con il pulire vetrine con precisione svizzera… c’è da scommetterci.
Dopo qualche anno, stanco della routine e volendosi mettere alla prova, insieme all’amico Ulrico Groter (inventore della Torta Savoia, “nata” per celebrare la visita dei reali a Palermo), lo ritroviamo a Catania dove, con l’aiuto economico di un’altra famiglia svizzera…i Caflisch, che in città erano proprietari di una banca, il Banco Caflisch…per l’appunto, dà l’avvio ad un’avventura imprenditoriale che è anche l’inizio di un grande amore. Perchè l’amore dei Caviezel è stato affettuosamente corrisposto dalla cittadinanza, un po’ meno da quel mondo politico e sindacale che, anziché agevolare la volontà di imprendere, e di farlo con competenza, capacità e volontà di coniugare qualità e quantità, è stato causa della fine di un sogno avvenuta…dopo svariati anni di sfiancante “muro a muro”, nel 1995. Un amore grande, quello instaurato con la città…si diceva… con la quale l’intera famiglia ha voluto amalgamarsi, unendo la propria innata precisione svizzera con l’appiglio scanzonato del catanese tipo. I Caviezel di seconda generazione superstiti, Luca e Reto, ne sono l’esempio lampante.
Non c’è famiglia, non c’è catanese che non si entusiasmi a raccontare il proprio personale rapporto con i Caviezel, un rapporto che odora di un passato che non vuol saperne di morire. Sempre presente,la famiglia svizzera, in quelle ricorrenze che nelle famiglie siciliane sono ancora punti fermi. Una presenza trasversale la loro, bipartisan si direbbe oggi, al di là del censo o delle possibilità economiche. Impensabile, per un catanese, rinunciare alle prelibatezze della Pasticceria Svizzera!
Un amore sacrificato, si diceva, sull’altare di non si sa bene cosa ma che rimane patrimonio collettivo irrinunciabile. Un tassello, consistente tra l’altro, di quel patrimonio che è memoria di un’ intera città. Senza timore di sembrare eccessivi…Caviezel è nel DNA catanese alla pari del Liotru o del Catania Calcio…simbolo di unità e di appartenenza ad un’unica bandiera!
Ed oggi, ci sembra di essere lì in Via Etnea, con un salto temporale di 100 anni, mentre Alessandro, il “piccoletto” e l’amico Groter alzano la saracinesca. Si ha l’impressione di toccarne con mano l’entusiasmo per la nuova avventura. E a quest’immagine vogliamo fermarci, per celebrare un passato glorioso e volendo dimenticare, di contro, quel brutto giorno del 1995 in cui i Caviezel salutarono la città ed uscirono di scena come pochi imprenditori hanno fatto, lasciando a posto i propri conti come ulteriore segno di rispetto alla città che li aveva adottati anni prima e che, spesso, si è dimostrata maligna verso i propri figli migliori.
Da quel 25 dicembre del 1914, ripeto… 100 anni oggi, fu tutto un trionfo di pasticcini ai gusti più innovati, di pezzi duri di impareggiabile bontà, di torte che sono rimaste nell’immaginario collettivo per non parlare,poi, dei gelati e delle “mitiche” pizzette che ancora animano i sogni dei catanesi più nostalgici. E non solo dei catanesi…
E così, cogliendo l’occasione degli auguri natalizi, raggiungo telefonicamente qualche amico e sollecito un ricordo personale dei Caviezel, da fissare in questo breve scritto. Non devo insistere…vengo accontentata con entusiasmo.
Roberto Paternò Castello, Principe di Biscari, mi racconta di quella sua Prima Comunione, celebrata a Palazzo Nava e “funestata” da una decisione subita, quella della madre. Fu in quell’occasione, infatti, che al posto della tanto desiderata “Foresta Nera” (il cui segreto, Luca Caviezel mi svela giocarsi tutto sul diverso spessore…sempre crescente dal basso verso l’alto…dei dischi di pandispagna di cui era composta), dovette accontentarsi di un manufatto casalingo a base di panna e fragoline. Per Lui, ricorda, fu una festa rovinata senza se e senza ma! ” Sento ancora a pelle la delusione e, pensa, sono passati oltre 60 anni…qualcosa vorrà dire!”, conclude.
Alessio Bonaccorsi, medico catanese trapiantato in Emilia Romagna…mi ricorda delle sue passeggiate, con il tanto amato padre, con tappa obbligata alla Pasticceria Svizzera per gustare quei babà il cui sapore non ha mai più ritrovato. Quando la nostalgia per la lontananza dalla città natia lo assale, è a quei ricordi che si aggrappa ed è in essi che trova conforto.
Aldo Motta, grande scrittore catanese e cultore di storia cittadina, si chiede – ancora oggi – quale fosse il segreto delle buonissime e mai più uguagliate pizzette, must dei Caviezel. Già, quale il segreto? Mi viene in soccorso il solito Luca, inventore del cosiddetto “bilanciamento degli ingredienti” in pasticceria che lo rende guru del settore, a livello mondiale. Mi racconta che, nel farle, ci mettevano tutta la loro mentalità di pasticceri…così, semplicemente e che, l’uso di ingredienti di primissima qualità, a partire da 3 diversi tipi di formaggio, faceva il resto.
Ed ancora…Saretto Mignemi, che oggi – insieme al figlio Gianluca gestisce il ristorante “La Reggia” a Viagrande, a due passi da Catania, e grazie al quale ho conosciuto il Maestro Luca Caviezel, mi racconta di una carriera nel settore, la loro, tutta improntata al raggiungimento di quel grado di eccellenza di cui la Pasticceria Svizzera fu felice espressione. “Ci siamo riusciti? Chissà…non dobbiamo essere noi a dirlo. Certo è che, l’esempio dei Caviezel, ci ha spinto a migliorarci sempre più e già, questo, è un buon risultato”.
A chiudere la carrellata di ricordi, il prof.Tino Vittorio, illuminato docente dell’Università di Catania. Per Lui, l’infanzia ha il sapore del famoso cono gelato di limoni siciliani di cui la Pasticceria Svizzera fu interprete eccelsa. “Come dimenticarlo?” conclude. Già, come dimenticarlo…impossibile!
Insomma, ognuno ha il suo personale ricordo, un’immagine da veicolare, un gusto…un sapore da perpetuare.
Anch’io ricordo una bambina che non arrivava, da seduta, a toccare terra… intenta a mangiare, avidamente, quantità industriali di pizzette e gelati. Mi rivedo, con la mia bella faccia soddisfatta e gioiosa…e mi commuovo!
Il prof.Salvatore Farina, Presidente dell’Associazione Duciezio, infine, mi parla di Luca Caviezel…splendido ultranovantenne…come di un Maestro, la cui figura è esempio da emulare per la valorizzazione e la trasmissione di quell’immenso patrimonio culturale che è rappresentato dall’Arte dolciaria siciliana. “Non possiamo che sentirci debitori rispetto alla famiglia Caviezel…un debito di quelli che, difficilmente, si riescono a saldare. Grazie anche a loro, e ad alla generosità nel trasmettere quanto di loro conoscenza , la pasticceria e la gelateria siciliana mantengono quelle punte di eccellenza che ne fanno, a livello mondiale, must da imitare”.
Patrizia Caviezel Miniotto, figlia di Luca, sollecitata a dare una spiegazione del successo imprenditoriale della sua famiglia, conclude “Sai…mio padre ed i miei zii appartenevano al lavoro e viceversa. Così come era stato per mio nonno Alessandro . Una passione totalizzante, la loro, più che una professione. Forse è stato questo il segreto che ci ha fatto entrare neI cuore dei catanesi? Forse si…un amore che sento ancora e che si rinnova, ogni qualvolta, mi ritrovi a pronunciare il mio cognome. Devo riconoscere, poi, che la mia è stata un’infanzia privilegiata, vissuta in mezzo a panne… creme… cristalli di zucchero: era quello il regno di mio padre, casa nostra!
In mancanza di “discendenza”, l’augurio è che ognuno di noi faccia esercizio di recupero e di trasmissione dei propri ricordi come tributo di riconoscenza a chi…un giorno qualsiasi della prima decade del Novecento…decise che la Sicilia, Catania, in particolare sarebbe diventata la sua Patria.
E concludo certa che, dovunque sia, “il piccoletto” sorriderà al ricordo di quel giorno che, messo piede a Catania, Lui così “svizzero”, aveva osservato allibito l’approssimazione del servizio offerto e la scarsa pulizia di quello che allora era considerato il più rinomato locale di Catania, promettendo a se stesso che avrebbe cambiato le cose in una città che, certamente, meritava di più. Meritava…i Caviezel e la loro Pasticceria Svizzera, infatti! E così fu!
Con gratitudine…da una catanese qualsiasi!
Silvia Ventimiglia – 25 dicembre 2014
P.S. Per tutte le altre notizie relative all’avventura imprenditoriale dei Caviezel…Vi rimando ad altro articolo dal titolo “Il lavoro mi apparteneva…parola di Luca Caviezel” pubblicato su questo blog all’interno della rubrica “Ritratti”.