A Tu per Tu con Mario Bevacqua, Vice Presidente Vicario UFTAa (Federazione Mondiale delle Associazioni delle Agenzie di viaggio)

We can and we will….parola di esperto!

Un titolo, questo, che calza al nostro protagonista odierno come un vestito fatto su misura. Dipendesse esclusivamente da Lui, splendido ambasciatore del turismo made in Sicily, la nostra terra avrebbe già trovato il modo di valorizzare al meglio le bellezze naturali ed i Beni Culturali di cui è ricchissima, facendoli diventare volano di sviluppo. Ma si sa…un uomo da solo puo’ far tanto ma… non tutto. E così ci immaginiamo Mario Bevacqua, perfetta summa di idea ed azione, scontrarsi contro l’ottusità di chi non ha la Sua visione internazionale del turismo e che frena… blocca…fa resistenza solo per biechi motivi, conscio della propria incapacità ad affrontare il cambiamento, le sfide che il presente ed il futuro ci impongono. Per Lui cio’ che si puo’ fare va fatto e basta… sempre pronto ad entusiasmarsi e ad entusiasmare. Per ragioni anagrafiche, così come tanti di noi, non vedrà realizzato il Ponte sullo Stretto ma si ha l’impressione che Lui abbia, comunque, operato come se il ponte esistesse favorendo l’integrazione della Sicilia con il resto d’Italia e del mondo, superando delle barriere che, a volte, sono ideologiche prima che geografiche. Un siciliano vero, come ama definirsi… marca liotru, con le tante luci che cio’ comporta, e con il pallino dell’internazionalizzazione. Un personaggio come Mario Bevaqua non poteva mancare in una carrellata di protagonisti che hanno fatto della Loro una vita un vero capolavoro. Lo raggiungo in agenzia, la notissima Trimondo Viaggi…pezzo di storia catanese. La certezza di non poter contare sulla necessaria concentrazione…troppa gente che Lo viene a trovare, che Lo cerca al telefono… Lo convince che forse è il caso di spostarci in un altro luogo. Viene scelto lo studio del Suo commercialista, sulla Via Umberto, a 100 metri da dove ci troviamo. A completo agio davanti a registratore, ansioso di raccontare le novità venute fuori dalla recente BIT, rompe gli argini e………

Oggi parleremo di turismo, un comparto importante per l’economia di una terra che è appunto la Sicilia che rimane, nonostante le incomparabili bellezze naturali, però…un comparto sottovalutato. Il nostro ospite di oggi è un personaggio che ha fatto del turismo la Sua ragione di vita. Lui è Mario Bevacqua, Vice Presidente Vicario dell’UFTAa, Federazione Mondiale delle Associazioni delle Agenzie di viaggio. Innanzitutto, dottore Bevacqua, grazie di avere accettato il mio invito.

R. Grazie a Te, Silvia!

Allora, dottore Bevacqua, com’è nelle corde delle mie interviste, prima di parlare del Suo campo d’azione che è appunto…il turismo, qualche curiosità. Lei è classe 1946 e nasce a Catania …conferma ?

R. Sono nato a Catania esattamente in Via Paternò…al centro.

Al centro di Catania, quindi. Qui si forma e so che è stato un salesiano doc.

R. Esatto!

Ecco… che tipo di studente era Mario Bevacqua?

R: Mah, diciamo che era uno studente attento. Non eccezionale. Ovvero, non il primo della classe. Navigavo sempre tra il quarto ed il quinto posto della classe perchè allora c’erano le classifiche…prendevo sempre la mia medaglietta e…ho completato i miei studi in tempo. Tra l’altro, poi, debbo dire la verità, ero anche un idolo delle folle in quel determinato momento perchè ero un discreto giocatore di football ed ai Salesiani, in quel periodo, il famoso campo dell’Oratorio…chi giocava un poco meglio a pallone diventava…era al centro dell’attenzione di tutti gli altri ragazzi.

Ma ancora oggi, ecco…il campo di calcio ai Salesiani è…resta un must!

R. E’ sempre rimasto! Quello che mi ha sempre impressionato è stata questa cultura di Don Bosco…che sapeva parlare ai ragazzi…di qualsiasi tipo. Io ho avuto questa fortuna di conoscere, all’interno dell’Istituto dei Salesiani ed all’Oratorio dei Salesiani, praticamente tutta la società catanese… dalla piu’ umile alla piu’ elevata e con tutti ho avuto, semplicemente, un ottimo rapporto.

Quindi è stata un’ottima palestra l’Istituto salesiano ?

R. Sicuramente e, ricordo perfettamente, che quegli anni l’attrattiva del calcio portava a sentire, ogni mattina, la Messa che Loro celebravano prima di andare a scuola. Ovviamente sono retaggi un po’ del passato però ricordo perfettamente che a noi…non ci pesava perchè eravamo attratti dal gioco del calcio ed era una palestra incredibile perchè eravamo centinaia di ragazzi che giocavamo in uno spazio molto, molto limitato.

Dottore Bevacqua, Lei dopo la laurea, perfeziona la Sua preparazione all’estero. Però, diciamo, che Lei non è stato il classico cervello in fuga o quantomeno la Sua fuga si è esaurita una volta, diciamo, acquisiti gli strumenti per gettare le basi della Sua sfolgorante carriera nel campo del turismo. Ma Lei perchè è tornato ? Cos’è che L’ha fatta tornare ? La nostalgia di casa oppure la voglia di fare qualcosa per la Sua Terra ?

R. La mia è una storia un po’ particolare perchè, innanzitutto, io ho avuto la fortuna di avere un fratello piu’ grande di me di 10 anni…

Ricordiamo…Aldo!

R. Si…il quale Aldo, giornalista, dopo la laurea partì e si trasferì in Inghilterra per iniziare…Anche prima della laurea Lui era sempre affascinato da tutti questi viaggi con tanto personaggi noti che oggi non ci sono piu’ e con…noialtri. Io ebbi la fortuna di averlo in Inghilterra. L’Inghilterra, in quel periodo, era una meta quasi irraggiungibile. Ricordo il mio primo viaggio, andando a trovare mio fratello…io ero in IV ginnasio e per me furono la bellezza di 52 ore di viaggio in treno, da Catania fino a Londra, attraverso tutta l’Europa. Fu una prima esperienza entusiasmante, obiettivamente, e lì cominciai a studiare l’inglese perchè allora, io, frequentando la scuola, studiavo il francese. In questo favorito anche dal fatto che, in determinate famiglie, si parlava in francese ed io avevo un’ eccezionale tutrice che era mia nonna la quale parlava solo in francese e ricordo dialoghi simpaticissimi, io bambino, con mia nonna. Quindi, andando in Inghilterra, non feci altro che approfondire la mia conoscenza dell’inglese… lì entrai in contatto con persone, giovani di tutto il mondo…

Insomma lì è nato l’amore per il turismo…da ragazzo proprio!

R…si, unita allla voglia di conoscere anche altri Paesi…altri popoli. Si, sicuramente è nata là la passione per il turismo anche perchè mio fratello, nel frattempo, dava vita ai Suoi primi investimenti nel settore turistico. E’ stato Lui l’inventore del turismo italiano in Inghilterra perchè, allora, l’Inghilterra non aveva quello che oggi si chiama “turismo ricettivo” perchè gli inglesi erano dei grandi viaggiatori ma pessimi…nell’arte dell’ accoglienza. E Lui realizzò, invece, nel corso degli anni questa Sua attività che ricordo perfettamente. In quegli anni e negli anni seguenti, tanti giornalisti oggi noti, amici Suoi, oserei dire quasi tutta Catania, quasi tutta la Sicilia attraverso Aldo e Mario Bevacqua, negli anni 60, 70 e 80, andarono in Inghilterra per i famosi corsi di studio, per delle visite, per qualsiasi tipo di cosa. Era un punto di riferimento ben preciso.

Ma perchè non ha mai pensato di rimanere fuori ?

R. Perchè poi mi sono sposato!

Ah! Quindi per ragioni sentimentali, diciamo!

R. Si. Molto semplicemente. E Ti pare poco? Dopo circa 10 anni…Ho iniziato molto presto, in effetti, dal IV ginnasio in poi passavo quasi costantemente tutte le mie vacanze estive in giro per il mondo. Punto di riferimento l’Inghilterra ma poi andavo…anche in cio’ favorito dall’attività di mio fratello. Facevo l’accampagnatore, facevo il disk jockey, facevo tutte queste cose simpatiche che si fanno ad una certa età, da ragazzi!

La interrompo dottore Bevacqua. Lei parlava dei Suoi viaggi. Ma è vero che all’estero c’è una percezione del siciliano come di un individuo con una marcia in piu’ rispetto ad altri ?

R. E’ come!!!!! Le racconto un episodio che è stato significativo nel corso di tantissime esperienze. “Pipino il breve”…Teatro Stabile…Anni ’80…Tourneè in Australia, preparata tutta magnificamente…2 mesi prima spedito il materiale via nave…tutte le scenografie ecc…ecc…Mario Giusti, impeccabile nella Sua organizzazione, e gli attori e tutta la troupe seguirono invece via aereo, a ridosso delle tappe…dell’anteprima del “Pipino….”

Ricordiamo Tuccio Musumeci, Pippo Pattavina, Berta Ceglie…

R. Esatto…arrivati in Australia… al seguito c’era anche il Professore Contraffatto.

Lo scenografo

R. Lo scenografo. Arrivati in Australia si cercava questa benedetta nave che, non so per quale motivo, comunque aveva parecchi giorni di ritardo, quindi stava saltando la “prima”. Non c’era nessuna scenografia! Gli australiani, ovviamente, erano nel pallone piu’ totale perchè non sapevano come potevano fare, non avevano preparato assolutamente niente né pensavano che in 24 ore o 48 ore si potesse inventare qualche cosa. Ricordo perfettamente il professore Contraffatto, con tutte le maestranze del Teatro Stabile di allora, che – con molta calma, con molta serenità – si inventò tutta una scenografia. Prendi a destra, prendi a sinistra, un panno di qua, un panno di là…ne venne fuori una scenografia che, quando arrivarono le scenografie reali…si lasciarono le scenografie che furono inventate da Contraffatto e dai Suoi…

E quindi il siciliano ha una marcia in piu’ rispetto ad altri!

R. Vedi cos’è? Io dico…noi non sentiamo la crisi perchè siamo sempre in crisi! Quindi siamo assuefatti, sostanzialmente. Quindi, quando ci parlano di crisi a noialtri è come se ci parlassero di cose abituali a casa nostra! No, in effetti…per questa necessità del siciliano di doversi inventare sempre qualsiasi cosa, pur di sopravvivere, arriva con la marcia in piu’ su determinati mercati dove evidentemente le cose sono combinate in un modo tale che è semplicissimo perchè deve inventare giornalmente cosa deve fare per campare.

Certo!

R. Là si trova la pappa fatta…Deve semplicemente selezionare.

L’arte di arrangiarsi! In una battuta, dottore Bevacqua…secondo una recente indagine Demopolis pare che ai siciliani, nonostante tutto, piaccia sentirsi siciliani. A Mario Bevacqua piace essere siciliano?… Sentirsi siciliano ?

R. Vorrei osare una frase che non posso dire qua. Diciamo che mi arrabbio nel momento stesso in cui, da sempre, andando in giro per il mondo, per farmi un complimento mi dicono “Ma Lei non sembra siciliano!” Ed allora lì, effettivamente, scatta in me qualche cosa…

L’orgoglio!

R…Dice “No! Sono siciliano! Anzi “marca Liotru” se vogliamo essere esatti!”

Ecco, dottore Bevacqua, noi abbiamo utilizzato – sicuramente bene – la prima parte di questa intervista facendo così…un po’ amarcord no? Però scendiamo adesso nel dettaglio del Suo campo d’azione parlando di turismo. cercando di riassumere quella che è una carriera veramente sfolgorante. Lei comincia 37 anni fa con…quantomeno a Catania…con la Trimondo Viaggi che è un’agenzia che, sin dall’inizio, si è differenziata puntando molto sul concetto di ospitalità.

R. Diciamo che, personalmente, comincio prima di 37 anni fa. La realtà Trimondo Viaggi nasce 37 anni fa!

Al Suo rientro a Catania, mi pare.

R. Al mio rientro definitivo a Catania. Definitivo…si fa per dire. E c’è da tenere conto che, precedentemente, già – tramite l’opportunità che veniva data da mio fratello – si organizzavano a livello studentesco, a livello di Università e cose varie alcuni viaggi specifici che furono il lancio di una determinata attività. La differenza rispetto alle altre cose…andiamo subito al sodo. Mi venne affidata questa responsabilità di aprire questa agenzia, qui a Catania, perchè le società di mio fratello, ed altre società collegate, avevano bisogno di un punto di riferimento qui in Sicilia per l’ospitalità e l’accoglienza. L’alternativa che mi venne data era “Andiamo a New York” perchè anche là c’era. Per questioni sentimentali venne scelta Catania perchè quello fu il periodo in cui mi incontrai con la mia futura moglie e decidemmo di comune accordo di intraprendere questa attività qui…da noi. La differenza rispetto alle altre agenzie dell’epoca…le agenzie allora si aprivano perchè la base, il nucleo degli affari dell’agenzia era la biglietteria…ferroviaria, marittima, aerea….la Trimondo Viaggi, invece, aprì fin dal primo momento per fare turismo. In accoglienza prima e in uscita dopo.

Un concetto assolutamente nuovo per quell’epoca!

R. Per l’epoca sicuramente si!…sicuramente si! E tutta la nostra storia è stata impregnata da concetti nuovi. Debbo dire che, in questo, ero stato favorito da questi oltre 10 anni e da questa storia di vita che passava sempre attraverso due persone che hanno segnato un po’ la mia vita, nel bene e nel male, mio fratello che mi ha fatto da secondo padre in un certo senso…sicuramente me l’ha fatto da un punto di vista lavorativo…e l’amico carissimo di mio fratello che era Candido Cannavò che oggi, purtroppo, non esiste… seguì tutta la mia evoluzione. A Lui si devono le prime pubblicità del famoso Mister Trim, l’operatore che noi creammo in quel periodo che derivò da una mia intuizione dei famosi Viaggi di Gulliver. Con Candido inventammo una linea nuova di viaggi fantastici che offrimmo come opportunità alla clientela in Sicilia. Fondamentalmente noi eravamo gli specialisti per la Gran Bretagna.

Ecco. So che i primi clienti furono proprio gli inglesi che Lei, tra le altre cose, come tipologia di clientela apprezzava molto in quanto gli Inglesi Le hanno insegnato, pare, ad amare proprio la Sua Terra perchè erano, diciamo, dei turisti colti che venivano in Sicilia già conoscendone le peculiarità, avendole studiate.

R. Con gli inglesi attuammo un interscambio che si realizzava costantemente creando i primi voli diretti per l’Inghilterra, prima charter, poi con voli di linea. Offrimmo l’opportunità delle “vacanze studio” quando le “vacanze studio” ancora erano sul nascere.

Insomma sieTe stati dei pionieri nel settore !

R. Ma, sicuramente, credo che c’è stato un periodo della nostra storia…sicuramente i primi venti anni…che – senza ombra di dubbio – possiamo tranquillamente dire di avere favorito questo grossissimo scambio tra la Gran Bretagna e la Sicilia con tutti gli elementi che, ovviamente, sussistono…che sussistevano e che sussisteranno sicuramente.

Ma, dottore Bevacqua, il rapporto con le altre agenzie di viaggio, con gli altri operatori insomma…so che Lei ha avuto sempre molto a cuore il tema dell’associazionismo no? Ma sieTe riusciti veramente a fare sistema ?

R. Ecco, vedi…qui, se mi consente, c’è un momento la differenziazione. Mentre, il concetto prettamente siculo è l’individualismo…. per me il concetto, che ha sempre guidato, è stato il mettersi assieme e fare qualche…

Sistema!

R. Fare sistema!… ma non ora che se ne parla ed ancora non si capisce.

Oggi sembra la parola magica!

R. Si!… ma è solo una parola perchè purtroppo rimane tale e non si riesce effettivamente a fare capire quello che si dovrebbe fare. Io, fin dall’inizio, ho cercato sempre di collaborare con i miei colleghi ed ho sempre avuto rispetto nei confronti dei miei colleghi. Ho sempre cercato di capire cosa desideravano avere i miei colleghi e cosa desideravano dare ed ho avuto sempre massimo rispetto particolarmente per delle figure storiche del nostro turismo o, comunque, del settore agenziario. Uno per tutti il fondatore della Fiavet Sicilia, ed anche della Fiavet nazionale, che fu il Commendatore Lisciotto di Messina che, insieme con il Commendatore Bozzanca di Siracusa, erano allora i punti di riferimento.

Delle figure mitiche!

R.Delle figure mitiche di quel periodo storico insieme con il Commendatore Richichi di Palermo, no? Ed insieme a questi personaggi – io molto attentamente – cercavo di apprendere.

Però, dottore Bevacqua, so che all’interno delle varie Associazioni, Lei non ha avuto vita semplice perchè è stato sempre un passo avanti rispetto agli altri per cui ha creato dei sentimenti anche di…invidia, no?

R. Guarda. Io Ti posso dire semplicemente una cosa. I miei colleghi non mi hanno mai fatto diventare Presidente della Fiavet nazionale. Io sempre sono arrivato ad essere Vice Presidente della Fiavet nazionale. Non sono mai riuscito ad esserne Presidente però. Immediatamente dopo, però, si sono resi conto dello sbaglio che hanno fatto ed io sono stato il primo Consigliere d’Onore della Fiavet creato all’unanimità da tutti i miei colleghi italiani. Da qui…da un po’ di tempo in poi…è sempre stato il mio pallino…ho cercato di trasferire l’internazionalizzazione che era ed è la peculiarità della Fiavet e a me è stato affidato, nella mia qualità di Consigliere d’Onore della Fiavet, il settore internazionale forse con un pizzico di “Promoveatur ut amoveatur”..dice…”Così ce lo togliamo di mezzo!” Sono riuscito a mettere in imbarazzo tutte queste nazioni perchè, poi, tra l’altro viaggiando, vedendosi, incontrandosi con personaggi internazionali…poi ci si trova sulle stesse idee e quando ci si incontra si fanno dei voli non pindarici ma dei voli reali come in questo periodo in cui tutti gridano alla crisi, e c’è la crisi senza ombra di dubbio! Il nostro motto, dopo Milano, è diventato “We can and we will” che significa praticamente “Noi possiamo farlo ma…non solo…lo faremo!…e lo dobbiamo fare!

Senta, dottore Bevacqua, il tempo è tiranno, purtroppo. Comunque, riassumendo brevemente. Poi esperienza e preparazione l’hanno proiettata, e questa è storia dei nostri giorni, ai vertici dell’Associazione mondiale degli Agenti di viaggio…l’UFTAa. So che c’è una grossa novità relativa all’UFTAa e che è venuta fuori alla recente BIT, svoltasi a Milano. Ce ne vuole parlare, dottore ?

R. Ecco, facendo proprio riferimento al perchè mi amano e mi odiano, no? Forse posso dire che questo sentimento viene determinato da un lato dall’ammirazione di certe cose che mi vengono spontaneamente e dall’altro, magari, qualcuno penserà chissà per quale motivo…che forse lo faccio per dei motivi personali. Io ho sempre distinto, e sono riuscito a farlo nel corso della mia vita, quella che è la vita associativa da quella che è la vita lavorativa vera e propria. Cioè, non ho mai tratto vantaggio dalla vita associativa per mio tornaconto.

Ha tenuto i settori rigorosamente staccati!

R. Ho tenuto i settori staccati e…ovvio che io vengo identificato in un determinato modo. Mi sembra normalissimo. E’ però altro essere identificato, altro è appropriarsi di determinati concetti. Nel caso specifico, io sono riuscito quest’anno a creare una liason tra la Borsa internazionale del Turismo che sta vivendo anch’essa un periodo di crisi latente, come tutto il settore, con l’UFTAa…la Federazione mondiale delle Associazioni Agenti di viaggio. Per la prima volta ho portato il Consiglio di Amministrazione della UFTAa alla BIT di Milano. Cosa significa in sintesi ? A Milano c’è sempre stato il “buy Italy” che porta tantissime persone, operatori stranieri interessati all’Italia e che interloquiscono con il settore italiano. Io ho portato 50 Presidenti di Federazione che rappresentano migliaia di agenzie di viaggio. E, in termini allora politico-sindacale, è un passo molto piu’ avanti rispetto a quello su cui si sta costruendo qualche cosa perchè…e questo è già un dato di fatto…l’Amministratore delegato, il Presidente nonché il Direttore della Fiera di Milano e della BIT hanno formalizzato l’istituzionalizzazione di questa strada da percorrere. Cioè una data fissa per la riunione dell’UFTAa in Italia sarà la BIT di Milano e questo, poi, si svilupperà… vedremo come.

E poi ci vuole raccontare brevissimamente…nel 2012 cosa succederà?

R. Velocemente. Questa volta, mentre si stava decidendo, nell’ambito del Consiglio di Amministrazione, le prossime tappe che sono…a novembre del 2009 Congresso UFTAa a Katmandu in Nepal, nel 2010 a Sofia, in Bulgaria, nel 2011 a Cartagena. A quel punto mi è venuta un’ispirazione ed ho detto “Benissimo, nel 2012, facciamola in Sicilia!” La mia proposta è stata approvata all’unanimità da parte del Board senza il minimo, senza la minima discussione. E’ come se avessi detto la verità che…non si poteva confutare!

Grandissima occasione questa..per noi!

R. Io credo che sia forse l’ultimo regalo che potrò fare alla mia Sicilia no? Anche perchè ho già chiarito ai miei colleghi di tutto il mondo qual è il mio concetto del Congresso del 2012 cioè sarà un Congresso aperto non semplicemente alle Associazioni ma, addirittura, a tutti gli Agenti di viaggio che fanno parte delle Associazioni e qua mi tremano i polsi perchè sostanzialmente arriviamo a delle cifre incredibili….300.000, 350.000…

Un impegno notevolissimo!

R. Un impegno incredibile. Forse anche non sopportabile sotto un determinato punto di vista.

Da tutti fuorchè dal…da Mario Bevacqua eh?

R. Ma no! Noi ci tenteremo e ci riusciremo e faremo qualche cosa anche perchè la mia visione del 2012 si ricollega con l’inserimento della Biennale del Turismo del Mediterraneo su cui lavoro già da parecchio tempo e soprattutto la proiezione per l’Italia della Expo Italia che si terrà a Milano nel 2015. ImmaginaTe una rete commerciale di 150/2000.000 Agenzie di viaggio che, per 3 anni, possono vendere e pubblicizzare l’Italia…l’Expo 2015! Ringrazio fin da ora perchè Vice Presidente ed Assessore al Turismo, Buffardeci, a Milano ha colto immediatamente la palla che Gli ho passato insieme al Presidente Lombardo i quali hanno suggellato, in un certo senso, il Loro impegno per questa data…2012! Cosa si deve fare ? Immediatamente, un Comitato esecutivo che si metta al lavoro per immaginare che cosa si deve fare perchè il 2012 è una data che sembra lontana ma è vicinissima e che passa attraverso una pubblicizzazione mensile ed annuale di quello che noi andremo a fare nel 2012. Un momento di crisi come questo…avere uno scenario come quello che noi potremmo avere…potrebbe essere determinante per la Sicilia.

Perfetto, dottore Bevacqua, siamo veramente in conclusione. In una battuta. Prendo in prestito lo slogan di un’iniziativa Lions alla quale so che Lei è molto legato “Sicilia da amare” e… cos’altro ?

R. Sicilia da amare e da…visitare!

E da visitare!

R. Perchè, anche questo è un altro progetto, che è partito magnificamente e in cui sostanzialmente la Trimondo, che è la mia azienda, ed i Lions di Sicilia invitano tutti i Lions d’Italia a venire in Sicilia. E come lo fanno ? Non a parole ma concretamente offrendo Loro il viaggio di andata e ritorno completamente gratuito.

Perfetto. Grazie dottore!

A fine intervista, chiaramente molto piu’ lunga di quanto preventivato, sfogliando la mia copia del libro che su di Lui ha scritto il giornalista Salvo Barbagallo “Mario Bevacqua. Ambasciatore del turismo” mi mostra orgogliosamente le foto che testimoniano 40 anni di professione… 40 anni di iniziative… 40 anni di personaggi conosciuti….40 anni di vita vissuta pienamente! Non leggo autoesaltazione nel Suo ricordare ma solo compiacimento, derivante dalla consapevolezza cosciente di avercela messa tutta e di aver realizzato quello che si poteva. Che Lui poteva fare. Ritorniamo sui nostri passi. Sulla soglia della Trimondo, un distinto signore lo aspetta….”Mario, devo parlarTi!” e…Ti pareva! Alla prossima!

Silvia Ventimiglia – Novembre 2009

P.S. Ad oggi, a distanza di 5 anni da questa intervista, molti dei progetti che Mario Bevacqua aveva in cantiere non si sono realizzati. E’ proprio vero…nemo propheta in patria. Peccato!

Share

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *