Fari di Sicilia: cinque guardiani di luce per un viaggio tra storia e mare
Solidi, silenziosi, poetici: i fari sono molto più che semplici strumenti di orientamento. In Sicilia, punteggiano le coste come guardiani solitari sospesi tra cielo e mare, raccontando storie di naviganti, miti antichi e paesaggi mozzafiato. Alcuni sono stati restaurati e trasformati in dimore d’artista, altri restano ancorati alla loro funzione originaria, ma tutti condividono un’aura di mistero e bellezza. In questo articolo vi portiamo alla scoperta di cinque fari di Sicilia iconici, da Messina a Levanzo, passando per Siracusa e la costa iblea. Un viaggio tra luce e silenzio, per scoprire un volto inedito del territorio.
C’è un fascino silenzioso che abita i fari: luoghi di solitudine e resistenza, sentinelle affacciate sull’orizzonte, dove il tempo si piega al ritmo delle onde e del vento. In Sicilia, isola circondata da storia e mare, i fari diventano simboli di identità e racconto. Alcuni sono stati restaurati e trasformati in spazi culturali o turistici, altri restano avamposti solitari, ma tutti custodiscono storie antiche e panorami mozzafiato. Oggi vi parliamo di cinque fari di Sicilia, diversi per storia, posizione e atmosfera, che rappresentano le infinite anime dell’isola.
Faro di Capo Peloro – Messina
Punta estrema nordorientale della Sicilia, là dove lo Stretto si stringe e le acque di Ionio e Tirreno si confondono, sorge il faro di Capo Peloro. Attivo dal 1857, è uno dei più celebri dell’isola: una torre cilindrica alta 37 metri, imbiancata a calce e affiancata dalla Torre della Lanterna del Montorsoli, costruita nel XVI secolo su progetto del celebre architetto manierista toscano. La sua funzione è tuttora vitale per la navigazione nello Stretto di Messina, uno dei tratti di mare più affascinanti e insidiosi d’Europa, noto fin dall’antichità per i gorghi e le correnti che ispirarono il mito di Scilla e Cariddi. Il faro si trova nei pressi della Riserva Naturale Orientata di Capo Peloro, un ambiente lagunare ricco di biodiversità, popolato da fenicotteri, aironi e pesci rari. Facilmente raggiungibile in auto da Messina, è una tappa imperdibile per chi ama la natura e le atmosfere mitologiche.

Faro di Capo Zafferano – Santa Flavia (Palermo)
Costruito nel 1884, il faro di Capo Zafferano sorge su un promontorio che si protende tra Palermo e il golfo di Termini Imerese. Per decenni è rimasto abbandonato, sospeso tra rovina e nostalgia, fino a quando, grazie al progetto ‘Valore Paese – Fari’ promosso dall’Agenzia del Demanio, è stato affidato in concessione a un imprenditore locale per essere recuperato e trasformato in struttura ricettiva e culturale. Il faro conserva il fascino delle cose dimenticate e riscoperte. Si affaccia su un tratto di costa rocciosa ancora selvaggia, tra i più suggestivi della provincia palermitana, punteggiato da fichi d’India e pini marittimi. La vista, nei giorni limpidi, abbraccia tutto il golfo fino a Cefalù. Intorno si snodano sentieri naturalistici e scorci perfetti per gli amanti della fotografia. Il faro si raggiunge da Santa Flavia con una breve camminata panoramica, specie nelle ore del tramonto.

Faro di Capo Murro di Porco – Siracusa
Nel cuore dell’Area Marina Protetta del Plemmirio, a sud di Siracusa, il faro di Capo Murro di Porco è una presenza silenziosa ma possente. Fu attivato nel 1859 e la sua torre bianca, alta 20 metri, si staglia contro il blu profondo del Mar Ionio. Il promontorio su cui sorge è una terrazza naturale affacciata sull’infinito, dove regnano vento e gabbiani. Il nome curioso – ‘Murro di Porco’ – deriva probabilmente da un’espressione siciliana legata alla forma del promontorio, che ricorderebbe il muso di un maiale. Ma al di là del nome, il luogo è sacro per gli appassionati di trekking, diving e fotografia. Durante la Seconda guerra mondiale, le grotte sottostanti furono utilizzate come rifugi e postazioni di avvistamento. Oggi il faro è parte di un progetto di valorizzazione artistica: è stato concesso in uso a un’associazione che lo utilizza come residenza d’artista e sede di mostre ed eventi. Si raggiunge in auto da Siracusa in circa 20 minuti, poi con un sentiero che attraversa paesaggi lunari e profumati di salsedine.

Faro di Capo Grosso – Isola di Levanzo (Isole Egadi)
Tra i fari di Sicilia, spicca il faro di Capo Grosso che si trova nella parte nord dell’isola di Levanzo, la più piccola e selvaggia delle Egadi. Costruito nel 1858 e operativo fino al 1958, è rimasto abbandonato per decenni, raggiungibile solo a piedi tramite un sentiero scosceso o via mare. È stato recentemente recuperato e riconvertito in struttura ricettiva ecosostenibile grazie a un’iniziativa di valorizzazione dei beni pubblici. Levanzo è un luogo fuori dal tempo: niente auto, poche case, un silenzio che pare venire da un’altra epoca. Il faro, incastonato tra falesie e gariga mediterranea, si affaccia su un tratto di mare cristallino e profondissimo. Per chi cerca un’esperienza autentica, lontana dal turismo di massa, Capo Grosso è un luogo dell’anima. Si arriva a Levanzo da Trapani con l’aliscafo, poi a piedi lungo un percorso panoramico (circa 45 minuti) che premia ogni sforzo con una vista impagabile.

Faro di Punta Secca – Santa Croce Camerina (Ragusa)
Chi ha amato la serie televisiva del Commissario Montalbano conosce bene questo faro: si trova proprio accanto alla casa del protagonista, sulla spiaggia di Punta Secca, ed è diventato negli anni una vera e propria meta di pellegrinaggio per i fan di Andrea Camilleri. Ma la sua storia va oltre la fiction. Il faro di Punta Secca fu costruito nel 1853 ed è ancora attivo. La sua torre ottagonale, alta 34 metri, è visibile da diversi chilometri di distanza e domina una costa bassa e sabbiosa, lambita da un mare calmo e trasparente. Il borgo marinaro di Punta Secca è un angolo di pace nel cuore della Sicilia sudorientale. Qui il tempo rallenta: ci si perde tra barche di legno, pescatori che rammendano le reti e piccoli ristoranti affacciati sul mare. Il faro si raggiunge facilmente in auto da Ragusa o Marina di Ragusa, ed è il luogo perfetto per un bagno mattutino seguito da una granita alla mandorla.

Luce sulla Sicilia, i bagliori dei fari di Sicilia
I fari di Sicilia non sono solo strutture funzionali: sono simboli di resistenza, poesia e rigenerazione. Alcuni sono stati salvati dall’oblio grazie a progetti di riuso intelligente, altri ancora attendono una nuova vita. Ma tutti raccontano un’isola in bilico tra modernità e memoria, dove la luce guida non solo i marinai, ma anche i viaggiatori dell’anima. Visitarli è un viaggio nel tempo, nei paesaggi e nelle emozioni. È sentire il respiro del mare, ascoltare le storie sussurrate dal vento, e ritrovare sé stessi là dove la terra finisce e inizia l’infinito. Ma le nostre news non finiscono qua. Continuate a seguire Sicilian Secrets, dagli articoli sul blog alle interviste, senza dimenticare le novità sulla pagina Facebook e su Instagram. Stay tuned!
Ph. copertina: Credits – Manfredi Taglialavoro