Sirene siciliane: solo una leggenda?

La Sicilia, isola al centro del Mediterraneo, è da sempre terra di miti e leggende, con il mare come protagonista indiscusso. Tra le figure mitologiche più affascinanti e misteriose che popolano l’immaginario siciliano ci sono le sirene, creature metà donne e metà pesci secondo la più popolare iconografia, che con i loro canti seducono e attirano i naviganti nelle profondità marine. La cultura siciliana ha mantenuto vivo questo mito attraverso secoli, fondendo elementi di folklore e letteratura che rendono le sirene parte integrante del patrimonio culturale dell’isola. Tra le più celebri sirene siciliane, spiccano la Sirenetta di Mondello e Lighea, creata da Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che incarnano aspetti peculiari della tradizione legata a queste creature marine. Pronti a tuffarvi con Sicilian Secrets?

Sexy, affabulatrici, pericolose. Le sirene, secondo l’iconografia più conosciuta, sono creature mitologiche metà donna e metà pesce (sebbene, in tempi più antichi fossero caratterizzate da un corpo di uccello…così ce le racconta Omero!) che vivono, nascoste allo sguardo umano, negli abissi. Da sempre vestite di una sfumatura peccaminosa e ingannatrice, la loro reputazione è stata riscattata con racconti che hanno dato alle sirene un carattere positivo. Oggetto del desiderio sì, ma non più paladine della morte. Del resto, chi avrebbe paura della piccola Ariel – adolescente ribelle figlia di Tritone – portata sul grande schermo dalla Disney e ispirata alla fiaba di Hans Christian Andersen?

sirene siciliane
Scoglio delle sirene – Edward Matthew Hale

Eppure, al di là delle sirene più ‘pop’ degli ultimi decenni, queste magiche figure sono protagoniste già delle narrazioni più antiche e la loro casa, il Mediterraneo.

C’erano una volta Partenope, Leucosia e Ligea…

Partenope (quella che oggi potremmo chiamare ‘la sirena di Napoli’), Leucosia e Ligea. Sono tre sirene che Omero ci racconta come abitanti del Mediterraneo. Questi esseri metà donna e metà uccello erano spesso associate alla costa meridionale dell’Italia e alla Sicilia e sebbene l’autore dell’Iliade e dell’Odissea non specifichi un luogo esatto, molti studiosi ritengono che queste sirene potrebbero aver abitato proprio in prossimità delle sponde siciliane. Dove? Tra Scilla e Cariddi, lo stretto di Messina, noto per i suoi vortici pericolosi. Queste creature erano famose per il loro canto irresistibile che aveva il potere di incantare e condurre i marinai alla rovina. In Sicilia, però, il mito delle sirene si mescola a elementi locali, acquisendo caratteristiche che le rendono figure ancora più enigmatiche, vicine non solo al mare, ma anche alla cultura popolare e letteraria.

Lighea, la sirena raccontata da Tomasi di Lampedusa

Sono Lighea, sono figlia di Calliope. Non credere alle favole inventate su di noi: non uccidiamo nessuno, amiamo soltanto.

Nata dalla penna di uno dei più grandi autori siciliani del Novecento, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, è Lighea. La protagonista del racconto ‘La Sirena’ (conosciuto anche come ‘Lighea’) rappresenta un affascinante esempio di come la letteratura siciliana contemporanea abbia reinterpretato il mito delle sirene, donandogli una nuova vita. Il racconto, pubblicato nel 1961, narra l’incontro tra un giovane giornalista, Paolo Corbera di Salina, e il classicista Rosario La Ciura, in un bar di Torino.

Il professore, ormai anziano, rispolvera un episodio della sua gioventù evocando il suo incontro con Lighea avvenuto – molti anni addietro – sulle coste di Augusta. Un ricordo carico di amore e malinconia, dove Lighea, indubbiamente una delle più celebri sirene siciliane, esiste al di fuori del tempo e delle regole umane. Non sa cosa siano la morte o l’invecchiamento, e offre a Rosario la possibilità di vivere con lei in una dimensione eterna e senza limiti. Tuttavia, il giovane si trova diviso tra il richiamo di Lighea e i doveri e le responsabilità della vita sulla terra. Alla fine, il professore sceglie di rimanere nel mondo degli uomini, ma rimembrare la sirena lo accompagnerà per il resto della sua vita, come un sogno infranto o un amore impossibile.

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La sirena di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Il finale? ‘Non dimenticherai’. Ed è proprio così. La Ciura, confida questo racconto a Corbera prima di avviarsi a un convegno al quale non giungerà mai. Durante la navigazione, prima di sbarcare a Napoli, il professore sceglierà di gettarsi in mare e ricongiungersi alla sua amata.

Il volto liscio di una sedicenne emergeva dal mare… Quell’adolescente sorrideva, una leggera piega scostava le labbra pallide e lasciava intravedere i denti aguzzi e bianchi, come quelli dei cani. Non era però uno di quei sorrisi come se ne vedono fra voialtri. Esso esprimeva soltanto se stesso, cioè una quasi bestiale gioia di vivere, una quasi divina letizia. Dai disordinati capelli color sole, l’acqua del mare colava sugli occhi verdi apertissimi, sui lineamenti di infantile purezza. Sotto l’inguine, sotto i glutei, il suo corpo era quello di un pesce, rivestito di minutissime squame madreperlacee e azzurre, e terminava in una coda biforcuta che lenta batteva il fondo della barca. Era una sirena.

Lighea, con il suo candore e il suo fascino eterno, rappresenta non solo la tentazione, ma anche la nostalgia di una vita più autentica e intensa, che molti personaggi della letteratura siciliana cercano senza mai raggiungere completamente. Il racconto di Tomasi di Lampedusa si inserisce perfettamente in questo contesto, arricchendo il mito delle sirene di un significato profondamente umano e universale.

La Sirenetta di Mondello: un mito contemporaneo

Tra le sirene siciliane, non ci si può dimenticare della Sirenetta di Mondello. Siamo a Palermo, nella sua famosa area balneare amata dai locali e non solo, ed è qui – in piazza – che sorge una curiosa statua. Curiosa perché la sirena raffigurata…ha ben due pinne, proprio come fossero le gambe di un’umana! Perché? Una scelta del suo autore, Nino Geraci, che quando la realizzò nel 1976 volle (o almeno così spiegano alcuni esperti d’arte) fare riferimento a un chiaro sentimento d’indipendenza delle donne.

Mondello, ‘Fontana della Sirenetta’ – Credits: Giovanni Fasola

Il nome ufficiale dell’opera bronzea è ‘La Sirenetta che guarda il mare’, il suo corpo si protende come a volere accogliere chi arriva dal mare con un abbraccio garantendo, dunque, un approdo felice e sicuro. Il suo aspetto, delicato e sensuale, richiama la tradizione delle sirene classiche, ma al tempo stesso è una figura moderna, che riflette il carattere attuale di Mondello, un luogo in cui la grandiosità del mare si sposa con l’anima urbana del capoluogo. Fascino ed energia.

Una vera sirena siciliana, Rossana Maiorca

Le sirene esistono? Probabilmente sì, o almeno tra le sirene siciliane ce n’è una realmente esistita. Il suo nome era Rossana Maiorca. Una donna in carne e ossa, diventata leggenda. Era un’apneista, per la precisione una campionessa, che stabilì il suo ultimo record nel 1992 nelle acque siracusane di Fontane Bianche (non distante da Lighea!). In quell’occasione, Rossana migliorò il primato del mondo raggiungendo i 58 metri di profondità.

La statua dedicata a Rossana Maiorca – Credits: Ada su Pinterest

Questa sirena talentuosa ci ha lasciato nel 2005 ma a sua memoria rimane una statua che la raffigura, appunto, come il più bello degli esseri mitologici. E così, la più umana delle sirene siciliane, riposa oggi nelle profondità dell’Area Marina Protetta Plemmirio del mare di Siracusa. Ha la coda di pesce, il corpo di una fanciulla, un viso fiero che guarda al sole e una lunga treccia che le accarezza la schiena. Sospesa, lì per sempre, tra cielo e mare.

Le sirene di Sicilia, dalla Sirenetta di Mondello a Lighea di Tomasi di Lampedusa, sono molto più che semplici creature mitologiche. Sono simboli di un’isola che da sempre ha un legame profondo con il mare, e rappresentano il fascino e la magia di un mondo che si trova al confine tra realtà e sogno. Affascinati da queste storie? Le nostre news non finiscono qua. Continuate a seguire Sicilian Secrets, dagli articoli sul blog alle interviste, senza dimenticare le novità sulla pagina Facebook e su Instagram. Stay tuned!
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