San Valentino in Sicilia: storie d’amore indimenticabili di un’isola romantica
In occasione della festa degli innamorati, anche Sicilian Secrets vuole celebrare l’amore con cinque (più una!) storie romantiche ambientate nella meravigliosa Trinacria. Questi racconti coinvolgono personaggi famosi, sia reali sia di fantasia, ma anche persone che si sono semplicemente incontrate e scelte proprio tra gli scenari mozzafiato dell’isola. Dall’amore contrastato alla passione travolgente, tutto ciò ci ricorda che l’amore può fiorire anche nei luoghi più improbabili e nei modi più inaspettati. Pronti a vivere questo San Valentino in Sicilia?
Chi non ha sognato una storia d’amore da film? O una di quelle che si leggono sui grandi romanzi? San Valentino in Sicilia significa romanticismo, passione, sentimenti…e finali quanto mai sorprendenti. Come celebrare l’amore se non attraverso le storie di alcune coppie? Nel nostro ‘viaggio’ ci muoveremo tra realtà e finzione, passando dalla letteratura, al cinema…alla realtà. E voi, quale di queste storie preferite?
Tancredi e Angelica – da “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Angelica Sedara e Tancredi, il nipote prediletto di Don Fabrizio Corbera, principe di Salina. Il loro amore simboleggia l’incontro tra borghesia in ascesa e nobiltà in dissoluzione nella seconda metà del 1800. La forza sovvertitrice dell’eros, capace di mandare all’aria qualsiasi arbitrio di carattere sociale e classista, gioca in questa unione il ruolo della protagonista. Le ragioni del cuore sono infatti qui in rapporto simbiotico con le ragioni della Storia: il giovane e ambizioso Tancredi, esponente della nobiltà in disfacimento, trova nel magnetismo irresistibile di Angelica, figlia del sindaco di Donnafugata, la possibilità di mantenere e accrescere uno status quo, quello derivante dall’appartenenza alla nobiltà dei Salina, destinato a sfumare nel giro di breve tempo. In virtù di questo doppio filo che tesse il loro amore, dove sentimento e interesse spesso coincidono, nel corso degli anni la loro unione andrà incontro a delle difficoltà, con vicendevoli tradimenti e la morte di Tancredi. Resteranno Angelica e le sue tre figlie nubili nel grande palcoscenico della Storia, che non concederà repliche o bis alla nobiltà oramai defunta.
![San Valentino in Sicilia](https://blog.siciliansecrets.it/wp-content/uploads/2021/02/01.-Gattopardo.jpg)
Sensualità e spregiudicatezza, due elementi fondativi della giovinezza, miscelano le tinte di questo amore consegnato all’immortalità dell’immaginario collettivo dalla trasposizione sul grande schermo del romanzo di Tomasi di Lampedusa, diretta da Luchino Visconti nel 1963. Alain Delon nelle vesti di Tancredi e Claudia Cardinale in quelle di Angelica, incarnano visivamente l’idea di bellezza e intrapendenza, con la memorabile scena del valzer tra Angelica e il principe di Salina, in cui la grazia composta e misurata di lei scatena l’ammirazione spaventata delle dame di corte imbolsite e prossime a cedere il passo (e i privilegi), alla nascente borghesia.
Piccola curiosità: il romanzo e il film si guadagnarono aspre critiche da una parte del clero siciliano, stizzito dalla rappresentazione decadente e spietata offerta dalle vicende dei Salina. Durissime fu il giudizio di Ernesto Ruffini, cardinale di Palermo nei primi anni’60, arrivato a dire che tre cose avevano disonorato la Sicilia: la mafia , Danilo Dolci e “Il Gattopardo”.
Salvo Montalbano e Livia Burlando – dai romanzi di Andrea Camilleri
Il commissario Salvo Montalbano, figura iconica della narrativa poliziesca, e la sua compagna Livia vivono un amore a distanza tra la Sicilia e Genova. Nonostante le difficoltà e gli ostacoli che incontrano nel corso delle indagini di Montalbano, il loro legame rimane saldo e profondo, dimostrando che l’amore può resistere anche alla distanza e alle avversità. Altrettanto vero è che il celebre Commissario è spesso stato indotto in tentazione…ricordate ‘la vampa d’agosto’? Un rapporto, quello tra i due personaggi che portano la firma di Andrea Camilleri, sicuramente non semplice dove spesso anche la gelosia ci ha messo lo zampino.
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Gli appassionati della serie TV (oltre che i lettori dei romanzi) sanno però che l’epilogo tra i due non è proprio ciò che i fan si aspettavano. Nell’episodio intitolato “Il metodo Catalanotti”, infatti, Salvo si lascia travolgere da Antonia – nuova responsabile della scientifica – con la quale tradisce Livia. Indimenticata è rimasta la telefonata tra i due fidanzati che in qualche modo si accorgono reciprocamente di essere stanchi e al capolinea della loro storia. Eh sì, forse una punta di tristezza ci può stare…ma vediamola così, con la Sicilia a fare da sfondo, per Salvo è pur sempre l’inizio di un nuovo amore!
Malèna e Renato – dal film “Malèna” di Giuseppe Tornatore
Malena e Renato, il primo amore, anche se sognato, non si scorda mai. La prima adolescenza è quel periodo della vita in cui l’amore è vagheggiato, pensato e sognato, ancora prima che realizzato. Un carbone sempre ardente che non teme di diventare cenere. “Malèna”, film di Giuseppe Tornatore, esce nelle sale nel 2000 e lancia Monica Bellucci come attrice internazionale. Nel film l’abbacinante bellezza della protagonista, giovane vedova di guerra, è solo causa di sofferenza e afflizione: se da una parte le fa guadagnare l’invidia e le maldicenze delle donne del paese, dall’altra la rende vittima della lascivia e degli sguardi insistiti degli uomini. Nella Sicilia e nell’Italia in guerra sembra così non esserci spazio per sentimenti positivi, ma solo per le pulsioni più meschine e rapaci della natura umana. In un mondo degli adulti ormai incapace di amare, il giovane Renato sublima il desiderio carnale in una idealizzazione sognante della donna.
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Questo amore impossibile, dove solo nello spazio onirico di lui si possono concretizzare le fantasie cullate, rappresenta un’iniziazione sentimentale per il protagonista, in cui passionalità e altruismo trovano sponda reciproca, a distanza siderale dal mondo degli adulti in guerra dominati da invidia reciproca e desiderio di possesso. Nel corso della storia il corpo di Malena assume analogicamente il segno della Sicilia e dell’Italia nel corso della Seconda Guerra Mondale, diventando terreno di conquista e saccheggio per mano dei locali prima, e dei tedeschi poi. In questo senso il sentimento puro e disinteressato di Renato è la luce nelle tenebre e la lettera da lui scritta al marito redivivo di lei, dove gli assicura che la moglie lo ha sempre amato, pur essendo stata spinta dalle circostanze a dover sfruttare la sua avvenenza per sopravvivere, rappresenta il massimo gesto di altruismo e quindi di Amore nei confronti di Malèna. Amare è anche lasciare andare, quando necessario e mai quanto oggi è necessario ricordarlo.
Piccola nota a margine: seppure il film sia nella memoria di tanti, complice l’intensità intepretativa di Monica Bellucci, gli incassi al botteghino non coprirono i costi di produzione, aggiratisi intorno ai 20 milioni di dollari.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa e Alexandra Wolff
E se di San Valentino in Sicilia si parla, non ci si può dimenticare di una coppia ‘principesca’. Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore de “Il Gattopardo”, e la baronessa Alexandra Wolff una tra le più grandi psicanaliste del Novecento, sono stati protagonisti di una storia d’amore che ha sfidato le convenzioni sociali e culturali del loro tempo. Questa coppia, proveniente da mondi diversi, ha dimostrato che l’amore può superare le barriere più difficili, ispirando anche il capolavoro letterario di Lampedusa, che è considerato uno dei romanzi più belli della letteratura italiana. La loro storia è un testamento alla forza dei sentimenti e all’importanza di seguire il proprio cuore, nonostante le avversità esterne.
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La loro storia inizia a Londra, nel 1925 e va ancora avanti fino al 1932, data del loro matrimonio in una chiesa di Riga in Lettonia. Il loro rapporto non fu certo semplice, basti pensare che a causa dei contrasti tra lei e la suocera, i due erano soliti trascorrere lunghi periodi a distanza. La forza del loro amore, quasi drammatica, si manifestò appieno quando Alexandra – dopo la morte del marito avvenuta nel 1957 – decise di trasformarsi in custode dell’eredità culturale di Tomasi di Lampedusa. Visse a Palermo fino al suo ultimo giorno, nel 1982, tra le mura di Palazzo Lanza Tomasi in via Butera per poi essere seppellita, di fianco a colui che più aveva amato, nel cimitero dei Cappuccini del capoluogo siciliano. Un legame che il tempo non è riuscito a spezzare, eterno.
Giorgio Agatino Giammona e Antonio Galatola – storia vera ripresa nel film “Stranizza d’amuri” di Beppe Fiorello
Giarre, terra di mezzo tra la dinamica Catania e la gaudente Taormina, è un paese come tanti della Sicilia orientale, dove si ara la terra e la vita scorre tranquilla. Musei e teatri non mancano e, negli ultimi anni, si è scrollata di dosso il titolo di ‘capitale dell’incompiuto’, portando a termine alcune delle opere comunali destinate al pubblico utilizzo. C’è anche la biblioteca comunale a Giarre, dove campeggia una targa commemorativa, a memoria di due uomini: Giorgio Agatino Giammona e Antonio Galatola. Si potrebbe pensare, in terra di Sicilia, trattarsi di giudici immolatisi in nome del bene comune o di agenti di pubblica sicurezza caduti in servizio, non è così. Eppure sono anche loro due eroi moderni, in lotta contro i pregiudizi e l’ignoranza, veleni che non conoscono differenze di razza, religione e genere. Se dovessimo dare un titolo alla loro storia, forse banale, sarebbe ‘Il coraggio d’amare’. Perchè se amore è libertà di potersi mostrare vulnerabili, quando si è additati come ‘u’puppu cu ‘bullu’ (omosessuale con il bollo in dialetto catanese) da una intera comunità, anche passeggiare per strada, prendere un gelato, in definitiva esistere richiede una incoscienza cosciente, che non appartiene a chi segue l’istinto del gregge.
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Giorgio e Antonio, due ragazzi , a questo istinto nonhanno mai ceduto, sino al 31 ottobre del 1980, quando i loro due corpi vennero ritrovati, mano nella mano. Le loro vite, i loro sogni spezzati da due proiettili calibro 7.65. Un’esecuzione, su cui le diverse versioni si sono sprecate, che ancora oggi non ha un colpevole. I giorni seguenti al delitto determinano una nuova presa di coscienza all’interno della comunità omosessuale, che comincia ad alzare la voce e ad associarsi per rompere la gabbia dell’emarginazione e della società che, timidamente, inizia a guardarsi con un po’ di vergogna allo specchio. Ecco che l’amore, inteso nel senso etimologico di ‘assente dalla mortalità’, trova in Giorgio e Antonio piena testimonianza, a ricordarci, come scriveva Sandro Penna che ‘forse la giovinezza è solo questo perenne amare i sensi e mai pentirsi’.
All’inizio dell’articolo abbiamo parlato di un ‘più uno’, e in effetti manca ancora una coppia. I protagonisti non sono usciti né da un libro né da un film, sono due persone vere che hanno voluto condividere con noi la loro storia d’amore. Dov’è sbocciata? Ovviamente in Sicilia!
Valeria ed Enrico
52 anni di matrimonio, è questo il traguardo di Valeria ed Enrico. Lei, nata a Piazza Armerina ma cresciuta a Varese, ogni estate tornava in Sicilia per andare a trovare i nonni. Quando aveva 17 anni, in occasione del matrimonio della cugina, incontra Enrico che ai tempi lavorava a Gela. Un sentimento che nasce immediatamente tanto che Valeria, conclusa la scuola superiore, si trasferisce sull’isola appena diciannovenne. Una realtà diversa da quella del nord ma colma di felicità per essere finalmente vicina al suo innamorato. Dopo un anno nasce il primo figlio, poi gli altri due. Una vita che poi li ha condotti altrove, prima in Puglia e poi a San Donato Milanese. Oggi, Valeria racconta questo:
Se tornassi indietro, ripercorrere gli stessi passi visto il risultato. Tanto bene, tanta pazienza, tolleranza, comprensione e un po di ironia ci hanno fatto arrivare sino a qui. Tolstoj scrive che ciò che conta in un matrimonio felice non è quanto si è compatibili, ma quanto si è capaci di gestire l’incompatibilità…è questo il segreto!
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