Museo delle Maioliche ‘Stanze al Genio’, un segreto nel cuore di Palermo
Nel cuore di Palermo, non distante da piazza Rivoluzione, si trova il palazzo seicentesco Torre Pirajno ma la vera sorpresa è al suo interno. Varcata la soglia ci si trova trasportati in un originale museo dove protagoniste sono oltre 5.500 antiche mattonelle maiolicate di produzione campana e siciliana. Nel 2008 il collezionista Pio Mellina ha costituito, insieme ad Antonino Perna, Luisa Masi, Davide Sansone e Claudio Iannelli, l’Associazione Culturale ‘Stanze al Genio’ con l’obiettivo di rendere fruibile al pubblico i manufatti raccolti in oltre trenta anni e, oggi, esposti nella sua abitazione. Scopriamo il Museo delle Maioliche ‘Stanze al Genio’ con Sicilian Secrets.
Una collezione mozzafiato, una gemma incastonata nel centro storico del capoluogo siciliano in prossimità del monumento marmoreo del Genio di Palermo. Questa casa-museo si caratterizza per delle pareti ricoperte da variopinte mattonelle, alcune singole e altre come frammenti di un mosaico, capaci di raccontare scene mitologiche o del quotidiano. Il Museo delle Maioliche ‘Stanze al Genio’ si articola in più sale, ciascuna con una sua identità così da consentire al visitatore di mettere a confronto le decorazioni e il loro evolversi.

“La Casa Museo è stata aperta al pubblico il 5 dicembre del 2008 ed è un progetto autofinanziato che non beneficia di alcun contributo pubblico e/o privato”, commenta il collezionista Pio Mellina. “Si può visitare tutto l’anno dal martedì alla domenica con visite guidate in italiano ed inglese. Negli anni sono state aperte al pubblico nuove stanze con ulteriori nuclei di collezione che ogni anno vengono incrementate con nuovi pezzi”.
Le maioliche nella cultura meridionale
A colpire immediatamente chi osserva sono, indubbiamente, le mattonelle maiolicate napoletane e siciliane datate in un periodo compreso tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Novecento. A esse si aggiungono poi collezioni secondarie come quella delle formine per dolci, la cancelleria d’epoca e oggetti di modernariato. La casa-museo racconta così un qualcosa di fortemente connesso con la cultura meridionale, un periodo di splendore per le arti decorative e per l’architettura del sud Italia, già opulente con i suoi marmi, stucchi e stoffe lavorate. In questo scenario, anche i pavimenti maiolicati diventano comprimari. Nel Settecento, le composizioni si fanno complesse e non è un caso se la loro bellezza viene notata anche da architetti stranieri come il francese Léon Dufourny. Quest’ultimo, nel suo soggiorno palermitano, rimase colpito dalle maioliche al punto da sperare che tale ‘buona abitudine’ potesse attecchire anche nel suo Paese.

Una visita al Museo delle Maioliche ‘Stanze al Genio’
La collezione di Pio Mellina ha preso vita con le maioliche napoletane. Inizialmente acquistate nei mercatini e nei bric à brac, il passo successivo è stato quello di rivolgersi direttamente alle antiche fabbriche di imminente chiusura in luoghi come Napoli e Vietri. Una tradizione apparentemente estinta ma che riecheggia e sopravvive proprio tra le mura del Museo delle Maioliche ‘Stanze al Genio’ di Palermo.
La visita parte dai primi due saloni dove spiccano le eleganti figure delle pavimentazioni settecentesche ma anche i pavimenti ottocenteschi, adorni di motivi più semplici di gusto neoclassico. Non passerà inosservato, per esempio, il richiamo ad alcuni elementi di Pompei e in particolare uno dei pannelli ossia quello con l’avvertimento ‘Cave canem’ il cui originale è situato sul pavimento d’ingresso della ‘Casa del Poeta Tragico’.

Proseguendo, si entra nel vivo della collezione ossia il nucleo siciliano. Si tratta di una carrellata sui diversi centri di produzione dell’isola e si intuisce fin da subito l’importanza data in Sicilia proprio alle mattonelle. E se a celebrare il loro fascino è stato perfino Giuseppe Tomasi di Lampedusa nelle prime pagine del suo ‘Il Gattopardo’, descrivendo la pavimentazione della villa ai Colli…!
Conclusa la recita del Rosario, dopo il silenzio, le donne si alzavano lentamente, e l’oscillante regredire delle loro sottane lascia a poco a poco scoperte le nudità mitologiche che si disegnano sul fondo latteo delle mattonelle.
La Sicilia a colori
Lungo il percorso dentro la casa-museo si rimane abbagliati dai colori come i blu vibranti, il verde e il giallo. Uno stile pittorico tutto siciliano carico di vivacità. E così si passa dalle maioliche delle botteghe palermitane alla raccolta dei mattoni prodotti a Burgio – in provincia di Agrigento – a quelle di Caltagirone, quest’ultima noto centro ceramico della Sicilia orientale. Chiude, infine, lo stile di Santo Stefano con i suoi prodotti esportati ovunque nel Mediterraneo. Ultima chicca è la cucina. Cosa si trova qui? Una serie di stampi in ceramica, utilizzati per far solidificare la cotognata!
