Andrea Belfiore, il cuoco-batterista che ha conquistato Pechino Express
Andrea Belfiore, in coppia con Joe Bastianich, ha vinto l’ultima edizione di Pechino Express. Un’esperienza che ha lasciato un segno a livello umano, evidenziando ancora di più l’importanza delle piccole cose. Un bagaglio di emozioni diventato sempre più ‘pesante’ di tappa in tappa. Metà siciliano, si è promesso di visitare la Sicilia ogni anno. Innamorato di Stromboli, nella sua wish list c’è Lampedusa. Sicilian Secrets l’ha intervistato.
D: Come è cambiato il tuo modo di intendere il viaggio dopo Pechino Express? A livello umano, cosa ti ha lasciato questa esperienza?
R: È stata un’esperienza a 360 gradi che abbiamo vissuto in maniera completa, ci siamo messi nei panni di coloro che abbiamo incontrato. Abbiamo vissuto con umiltà e curiosità, volevamo conoscere le persone e loro tradizioni. Pechino Express mi ha lasciato il cuore più pieno, immergerci nel sud-est asiatico ci ha fatto scoprire quanto sia pazzesco, con i suoi profumi e i colori, ci ha portato a realizzare cosa sono le cose essenziali della nostra vita. Siamo stati con famiglie super povere che hanno condiviso con noi il loro cibo giornaliero, con felicità e sorrisi. Dovremmo lamentarci un po’ meno e apprezzare le piccole cose.
D: Qual è l’esperienza vissuta durante Pechino Express che ricordi con più piacere?
R: Ci sono tante piccole grandi storie, ma quella che più mi è rimasta nel cuore riguarda il giorno in cui io e Joe siamo finiti in un villaggio sperduto. Dovevamo cercare un posto per dormire ma nessuno parlava inglese. A un certo punto, abbiamo incontrato un signore con sguardo intenso, occhi profondi. Lui non parlava inglese e nemmeno la moglie, ci hanno portato nella loro umilissima dimora e abbiamo cenato con loro, era una famiglia povera. Ci hanno dato una stanza che non era ancora costruita, volevano farci star comodi. Io e Joe ci siamo alzati presto e abbiamo trovato il signore che dormiva fuori la nostra porta, era in segno di protezione, spirituale più che fisica. Noi non ce ne siamo accorti fino alla mattina, ci ha sorpreso ma credo sia esattamente questa l’idea del donare e donarsi agli altri.
D: C’è un viaggio che vorresti fare e che ancora non hai realizzato?
R: Ce ne sono tantissimi! Ho girato molto ma nella mia wish list ci sono l’Egitto, l’Africa centrale e il Giappone. E sì, anche alcuni luoghi dell’America Latina.
D: La scorsa estate hai visitato la Sicilia, c’è un posto che ti è rimasto nel cuore?
R: Sono metà siciliano, ma purtroppo sto scoprendo l’Italia soltanto negli ultimi 4 anni. Mi sono promesso di andare in Sicilia ogni anno. Le isole Eolie sono un posto che non mi stancherò mai di visitare, soprattutto Stromboli che ti fa sentire legato alla terra. Si vede da come vivono gli abitanti, così legati al vulcano che salutano e ringraziano. Vivono la giornata giorno per giorno, magari andando a pesca con la barca, facendosi una scalata, passando del tempo sulla panchina a chiacchierare.
D: Andrea Belfiore nel suo ruolo di cuoco: qual è il tuo piatto siciliano preferito?
R: Le melanzane alla parmigiana, la preparava la mia nonna siciliana e ora le cucina mia zia. Come lei nessuno. Il gusto è molto personale, lo so, ma per me quelle sono il top.
D: Nella tua lista, c’è un luogo in Sicilia da esplorare prossimamente?
R: Non ho dubbi, Lampedusa!
D: E infine, qual è sogno professionale che custodisci nel cassetto?
R: Da batterista mi sono ritrovato cuoco e imprenditore, sono andato col flow della vita. Da imprenditore-cuoco il primo sogno è espandere la mia azienda e portare il concept che ho creato a New York in tutto il mondo. Mi affascina costruire il mio team, sono un team player, e con il mio socio ci stiamo lavorando. E poi, vorrei aprire un ristorante o per meglio dire un’esperienza, qualcosa che mi stimoli a livello creativo. E in ultimo, vorrei portare quello che faccio, il mio concept di pasta making in casa, in Africa. Mi sto già attivando tramite qualche associazione per fa sì che questo desiderio si avveri.
