Palazzo Valguarnera-Gangi, la Versailles de “Il Gattopardo”

Palazzo Valguarnera-Gangi“Il Gattopardo” è uno dei grandi classici della letteratura. Il capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa ha conosciuto l’apice del successo grazie al film di Luchino Visconti con protagonisti Alain Delon, Claudia Cardinale e Burt Lancaster e adesso si prepara a tornare sullo schermo con la serie TV “The Leopard” firmata Netflix. Uno dei luoghi iconici che negli anni ’60 sono stati utilizzati come set si trova a Palermo, nel cuore del centro storico. Si tratta di Palazzo Valguarnera-Gangi, consacrato all’immortalità con l’indimenticata scena del ballo. Scopriamo di più con Sicilian Secrets.

Palazzo Valguarnera-Gangi (per i palermitani noto semplicemente come ‘Palazzo Gangi’) è una delle tappe obbligatorie per qualunque appassionato de “Il Gattopardo” che si trovi a visitare Palermo. Un edificio eclettico e ricco di storia, un tesoro architettonico che incanta con la sua maestosità e la sua bellezza senza tempo. Attraverso i secoli, Palazzo Valguarnera-Gangi ha rappresentato un simbolo di prestigio e di potere, oltre che uno scrigno di arte e cultura. Scopriamo insieme l’affascinante storia e le caratteristiche uniche di questo straordinario luogo.

La storia di Palazzo Valguarnera-Gangi

Palazzo Valguarnera-Gangi è stato costruito nel XVIII secolo per volere della nobile famiglia Valguarnera, una delle più antiche e influenti di Palermo ed è giunto alle soglie del XXI secolo sostanzialmente integro rappresentando un esempio di rococò italiano. Diverse le figure di rilievo artistico che hanno arricchito con la loro maestria le sale di questa dimora, come l’architetto Andrea Gigante a cui si deve lo scalone monumentale ornato dalle statue marmoree del Marabitti, e l’architetto Ernesto Basile, autore di una grande vetrata aggiunta a inizio ‘900.

Palazzo Valguarnera-Gangi
Palazzo Valguarnera-Gangi

Nel 1820 la principessa Giovanna Valguarnera, ultima erede della sua casata, sposa Giuseppe Mantegna principe di Gangi portando in dote la dimora di famiglia. Fu proprio il nuovo proprietario a volerne la ristrutturazione alla quale è possibile ricondurre lo sfarzoso stile che evoca la moda Luigi XVI. Dopo un periodo di declino, recentemente e dopo un ulteriore restauro, Palazzo Valguarnera-Gangi ha riguadagnato l’antico splendore tanto da avere accolto, nel secolo scorso, personaggi di spicco come i musicisti Richard Wagner e Vincenzo Bellini, e i sovrani d’Inghilterra come Giorgio V, Edoardo VII e, nel 1980, la Regina Elisabetta II insieme al marito Filippo di Edimburgo.
Attualmente, i proprietari sono i principi Vanni Mantegna di San Vincenzo, padroni di casa dal 1995.

Una Versailles made in Sicily

Una tra le dieci residenze dinastiche private più belle in Europa, è questo uno dei record detenuto da Palazzo Valguarnera-Gangi. Addentrandosi tra le sale, gli occhi si riempiono di stupore: affreschi, soffitti decorati e mobili di pregio raccontano quella che nel passato fu la vita quotidiana tra quelle mura. Lusso e magia che trionfano nella Galleria degli Specchi, ma anche nel Salone Giallo (la sala da ballo), nella Sala da pranzo in stile neoclassico e nel Salone Verde, noto anche come Sala dei suicidi in virtù dei soggetti raffigurati nella stanza. Una sorta di museo, insomma, uno scrigno custode della cultura siciliana all’interno del quale perdersi, da qui l’assimilazione con la Reggia di Versailles…l’idea? Immergersi in una fiaba! E se di fiabe si parla, i romantici avranno bene in mente la più famosa scena cinematografica ivi girata. Il ballo de “Il Gattopardo” di Luchino Visconti ha celebrato questo palazzo a livello internazionale e oggi è una delle principali ragioni per cui turisti (e non solo) si lasciano incuriosire e decidono di prenotare una visita guidata.

“Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

C’era una volta “Il Gattopardo”…via alle danze!

Luchino Visconti si innamorò di Palazzo Valguarnera-Gangi e non ebbe dubbi sul volere girare proprio lì una scena cult del suo capolavoro. Era tutto perfetto e di suo gusto, non sarebbe servito alcun trucco scenografico…soltanto però, assecondare qualche ‘vezzo registico’! Il primo ciak venne battuto nell’estate del 1962, le alte temperature resero il lavoro di tutti decisamente impegnativo costringendo la troupe a operare in notturna. Cinque settimane di riprese, 600 comparse e oltre 10mila candele. A cosa servirono? Visconti decise di limitare l’uso della luce artificiale da qui la scelta di utilizzare le candele appunto. Il problema era quanto mai evidente, si scioglievano in fretta e ogni ora bisognava cambiarle tutte interrompendo le riprese. Il regista, tuttavia, non cambiò idea. Così come non abbandono il proposito di fare indossare i guanti bianchi agli uomini vestiti in costume con pesanti abiti che ne acceleravano la sudorazione.

Palazzo Valguarnera-Gangi
Il ballo de “Il Gattopardo”

Guanti bianchi che si sporcavano in fretta, da qui la pretesa di avere sul luogo una serie di addette alla lavanderia che all’occorrenza potessero lavare le centinaia di guanti per renderli nuovamente idonei a essere filmati. In ultimo, un avviso per tutte le donne che hanno sognato di indossare l’abito di Claudia Cardinale. Sappiate che l’attrice lasciò il set in uno stato di incredibile sofferenza visto che il bustino che la rendeva così elegante le strinse la vita da 68 a 54 centimetri, non senza procurarle qualche ferita. Nella memoria collettiva, Palazzo Valguarnera-Gangi è e rimarrà teatro de “Il Gattopardo”.

Muovendosi al suo interno, chiudendo per un attimo gli occhi, si sentirà la musica del valzer di Verdi e sarà naturale trovarsi a immaginare Tancredi e Angelica volteggiare felici tra opulenza e raffinatezza. Una dimora da preservare, un simbolo di identità e orgoglio per la città di Palermo e per l’intera Sicilia.

Vi è venuto il desiderio di esplorare Palazzo Valguarnera-Gangi? Le nostre emozioni non finiscono qua. Continuate a seguire Sicilian Secrets, dagli articoli sul blog alle interviste, senza dimenticare le novità sulla pagina Facebook e su Instagram. Stay tuned!
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