Parco Archeologico della Neapolis, il fascino antico di Siracusa

Parco Archeologico della NeapolisUna delle destinazioni più visitate della Sicilia è il Parco Archeologico della Neapolis di Siracusa. Si tratta di un vero e proprio tuffo nella storia dove immaginare un passato che si perde tra mito e realtà, dove scoprire il fascino dell’antichità. Il Teatro Greco, le latomie, l’Orecchio di Dionisio…una passeggiata per riempire lo sguardo di meraviglia. Andiamo!

Reperti, pietre ‘parlanti’, un’area naturale che narra un pezzo di storia siracusana. Il Parco Archeologico della Neapolis è tutto questo, una delle zone archeologiche più celebri della Sicilia e del Mediterraneo intero. Il visitatore non può che perdersi nella bellezza scoprendo monumenti celebri e citati dalle guide, tanto quanto gemme nascoste da svelare durante il proprio itinerario.

Tappa obbligata – nonché maggiore attrazione – è indubbiamente il Teatro greco che risale al V secolo a.C. ed è stato edificato sulle pendici sud del colle Temenite. Qui vennero rappresentate grandi commedie e tragedie, basti pensare che Eschilo presentò proprio tra questi spalti il suo capolavoro ‘I Persiani’ dedicandolo a Gerone I. Ancora oggi al Teatro greco vanno in scena le rappresentazioni classiche, i gradoni si riempiono durante l’estate e quando scende la sera, il tramonto illumina la cavea e le luci del palco si accendono: emozioni.

Parco Archeologico della Neapolis
Teatro Greco (Credits: Alberto Carobene)

Latomia del Paradiso

Cosa sono le latomie? Siamo davanti a uno dei tratti distintivi del Parco Archeologico della Neapolis, ossia i luoghi sulle colline dove si andavano a recuperare le pietre per costruire, divenute poi prigioni. La latomia del Paradiso è la più grande, da essa si estraevano i blocchi di pietra più imponenti e al suo interno si aprono delle immense cavità che tutti conoscono come Orecchio Di Dionisio, Grotta dei Cordari e Grotta del Salnitro.

L’Orecchio di Dionisio, così chiamato niente poco di meno che da Caravaggio in persona, deve il suo nome alla storia che lo lega al tiranno Dionisio I di Siracusa di cui si narra che fosse solito sfruttare la curiosa forma della latomia per spiare in segreto quanto dicevano i suoi prigionieri.
La Grotta dei Cordari è invece un’altra cavità artificiale che narra, con il suo nome, l’attività dei fabbricatori di corde artigianali, ‘sopravvissuti’ fino alla seconda metà del Novecento.
La Grotta del Salnitro, infine, deve questa definizione al colore delle pareti, simile proprio al minerale omonimo, dalle quali venne estratta la pietra per edificare la polis.

Parco Archeologico della Neapolis
Orecchio di Dionisio (Credits: Alberto Carobene)

La tomba di Archimede

Un altro monumento da non perdere è la tomba di Archimede. In realtà è soltanto presunta, ma è proprio nell’idea che ivi riposi il conosciutissimo matematico, ad accrescerne il fascino. Tra le varie tombe è la più vistosa, incorniciata con delle semicolonne doriche e, scolpito sulla roccia, un frontone a timpano. Che sia o meno il luogo di sepoltura del siracusano più illustre (cosa peraltro improbabile se si fa riferimento alla datazione ufficiale risalente al periodo romano imperiale) è indubbiamente un posto misterioso che incuriosisce i visitatori.

Presunta tomba di Archimede (Credits: Carlo Pelagalli da tripstep.it)

Ma allora la domanda è: dove si trova la vera tomba di Archimede?

Chissà! Nessuno sembra averlo scoperto, tranne Cicerone che ne lasciò testimonianza per iscritto nelle sue Tuscolanae disputationes:

Essendo questore, trovai il suo sepolcro, di cui i Siracusani negavano l’esistenza, tutto circondato e rivestito di rovi e cespugli. Ricordavo di alcuni senari, che si dicevano scritti sulla sua tomba: dicevano che sulla sommità del sepolcro era posta una sfera con un cilindro. Un giorno scrutavo ogni angolo con lo sguardo (fuori della porta sacra a Ciane c’è un gran numero di sepolcri) e scorsi una piccola colonna che non sporgeva molto dai cespugli, su cui vi era l’immagine di una sfera e di un cilindro. Dissi subito ai Siracusani (si trovavano con me i più eminenti) che pensavo si trattasse di ciò che cercavo. Si mandò molta gente con falci e il luogo ripulito e sgombrato. Quando fu liberato l’accesso, ci avvicinammo al lato frontale del piedistallo: si vedeva un epigramma i cui versi erano corrosi verso la parte finale.

Dalle sue parole non ci resta che immaginare che il sepolcro sia dunque nella Neapolis o in prossimità…magari un giorno la verità verrà fuori. Non resta che continuare a cercare.

Questa breve passeggiata nel Parco Archeologico della Neapolis di Siracusa vi ha fatto venire voglia di viaggiare in Sicilia? Scoprite i tour di Dimensione Sicilia e continuate a seguire Sicilian Secrets, dagli articoli sul blog alle interviste, senza dimenticare le novità sulla pagina Facebook e su Instagram. Stay tuned!
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