Borghi di Sicilia: Scicli e Marzamemi
La Sicilia è un’isola dove perdersi tra città d’arte, siti archeologici, paesaggi incontaminati. E poi dai picchi innevati dell’Etna si precipita verso l’azzurro del mare, su quella costa dalla quale scorgere arcipelaghi leggendari. Ci si può avventurare tra i paesi più nascosti, piccole gemme incastonate in angoli di mondo unici. Sono i borghi di Sicilia, così segreti che si avrà voglia di rivelarli a tutti!
Il nostro viaggio inizia dal sud della Sicilia, dalle province di Ragusa e Siracusa, e in particolare da Scicli e Marzamemi. Prepariamo la valigia…viaaa!
Scicli, dove regna il Barocco
Regina barocca, Elio Vittorini la descrive come:
«La città di Scicli sorge all’incrocio di tre valloni, con case da ogni parte su per i dirupi, una grande piazza in basso a cavallo di una fiumara, e antichi fabbricati ecclesiastici che coronano in più punti, come acropoli barocche, il semicerchio delle altitudini…».
Il suo territorio è variegato, la costa sabbiosa si veste di macchia mediterranea per lasciane il posto a mandorli e ulivi dell’entroterra. Una curiosità perfetta per divertire chi in vacanza cerca un pizzico di adrenalina sono i canyon e le gole…a tratti ci si potrà sentire in Colorado!
I monumenti da inserire nella propria bucket list includono sia architetture civili sia architetture religiose, anche se il passato della città ha un sapore medievale. Basti pensare che verso la metà del ‘300 esistevano perfino due castelli: il Castellaccio, di cui oggi non rimangono che pochi resti sulla cima del colle San Matteo e il Castello dei Tre Cantoni, ahimè oggi non più che un mucchio di ruderi.
Tra le chiese spiccano quella di San Bartolomeo Apostolo del XV secolo, scrigno barocco-rococò di un ciclo di stucchi che vanno dal Settecento all’Ottocento e quella di Santa Maria La Nova. Quest’ultima vanta origine bizantine, la sua storia è stata lunga e travagliata. Da prendere nota dell’interno neoclassico e del coro quadrangolare che porta la firma di Giuseppe Venanzio Marvuglia.
Borghi di Sicilia: una chicca
Visitando Scicli, concedetevi qualche minuto a Palazzo Beneventano, al centro tra l’antica cittadella fortificata in vetta all’altura e la moderna città settecentesca. È sufficiente sapere che lo storico dell’arte Sir Anthony Blunt ebbe l’ardire di definirlo ‘il più bel palazzo barocco di Sicilia’
di un pallido colore giallo-oro che al sole acquista un’indescrivibile opulenza.
Non è quindi un caso trovarlo nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO.
Marzamemi, dentro a un dipinto
Tra i borghi di Sicilia, uno di quelli più colorati, vivi e variopinti è Marzamemi. Si tratta di una frazione del comune di Pachino e la radice del suo nome è incerta. Secondo il glottologo Corrado Avolio, il toponimo deriva dall’arabo marsà al-ḥamāma, cioè ‘baia delle tortore’ vista la cospicua presenza di questi uccelli durante la primavera. È un’ipotesi ma ciò che importa è la bellezza offerta da questo luogo. Ha sedotto registi come Gabriele Salvatores che nel 1993 girò qui il suo film ‘Sud’, questo villaggio è stato inoltre set di pellicole famose come ‘L’uomo delle stelle’ e di celebri serie Tv, una su tutte ‘Il commissario Montalbano’.
I turisti si innamorano della spiaggia in contrada Spinazza, il cuore di Marzamemi è la pesca e questa tradizione si respira in ogni via. Dal ricordo dell’antica tonnara alle barche dei pescatori, la cultura marinara si riflette anche nei prodotti tipici che deliziano il palato: bottarga di tonno rosso, pomodorino secco di Pachino, melone cantalupo e poi ancora un sorso di vino Nero d’Avola per brindare alla vita.