Peppe Cantone, istantanee di Sicilia
Food blogger, fotografo e appassionato di cucina. Peppe Cantone esporta la Sicilia attraverso il suo lavoro raccontando non soltanto la sua Menfi ma la bellezza di tutta l’isola. Crede nel valore delle tradizioni e della condivisione, scelto da Averna è uno dei volti del Made in Sicily, un vero e proprio carattere siciliano. Sicilian Secrets l’ha intervistato.
D: Food blogger, fotografo e soprattutto siciliano: come coniughi queste tre dimensioni?
R: Tre parole che messe insieme creano un connubio perfetto per una vita serena, come la mia. Sono elementi della quotidianità: il buon cibo poi è forse ciò che più accomuna noi umani, la fotografia è sicuramente per molti, ma solo in pochi sanno davvero apprezzarla e leggerla. La Sicilia? Quella credo sia nel cuore di tutti alla fine. Per confermarlo basta viverla!

D: Peppe Cantone, la popolarità sui social e ancora prima la fotografia. Come ti sei avvicinato a questo mondo?
R: Amo fotografare sin da quando ero un ragazzino di circa 10 anni, ricordo la mia prima macchinetta fotografica regalatami per la prima comunione. Crescendo ho aperto la mia mente e l’amore per il cibo tradizionale mi ha portato a far sì che lo immortalassi per condividerlo con qualcuno. Dopo vari tentativi online sul mio account Facebook personale, attraverso il quale non ho riscontrato alcun successo, nel 2013 ho scoperto Instagram e da lì ho iniziato a condividere e a essere apprezzato ogni giorno di più da centinaia di utenti che arrivavano alla mia pagina. Nel giro di pochi anni quei cento follower e poco più sono diventati 100 mila.
D: Sei tra i volti scelti da Averna per raccontare la Sicilia, cosa significa per te un tale riconoscimento?
R: Per me, essere uno dei volti di un brand tanto famoso nel mondo come Averna è un vero onore, mi fa sentire davvero siciliano. Ho sempre visto Averna come un rituale di feste in famiglia, pace, unione e tradizione.

D: Vivi a Menfi, come senti il legame con la tua terra e come lo esprimi attraverso il lavoro?
R: Vivo a Menfi e non vorrei mai cambiarla. Qui ho la famiglia e gli amici più cari, ho il mare, la campagna… insomma, ho davvero tutto. Vivo qui e mi è concesso soprattutto grazie al mio lavoro. Ogni giorno comunico principalmente la mia terra, e per poterla descriverla e fotografarla ho bisogno di sentirla nel cuore, ho bisogno di esservi immerso.
Mi dispiccio davvero tanto quando sento di giovani ma anche adulti, scappare via dalla nostra isola, ahimè ancora dimenticata e lasciata in basso lavorativamente parlando. Nel mio caso, è proprio la mia attività a tenermi fermo qui nelle mie radici.
D: La sicilianità secondo Peppe Cantone: scegli una tua foto per raccontare questo concetto e spiegaci il perché la scelta sia ricaduta su questo scatto.
R: Per rispondere a questa domanda, vorrei lasciare la parola a tutti coloro che mi seguono. Ma scegliere tocca a me, quindi ecco lo scatto: un vicolo, un borgo, una cittadina antica come Petralia Soprana che mi riporta indietro nel tempo, negli anni raccontati dai miei genitori, anzi da mio nonno, la sua gioventù. Quella Sicilia che nonostante non avesse nulla di tutto quel che abbiamo oggi era già ricca. Gli bastava quel che avevano per vivere felici. Ecco perché amo così tanto perdermi nei borghi antichi siciliani, mi piace immaginare le storie di vite vissute, le storie d’amore, di odio…la guerra e la fame.

D: So che ti piace rivisitare le ricette tradizionali, qual è il piatto di cui vai più orgoglioso?
R: Uno dei piatti più belli ed affascinanti sono li cannilera. Mi ricordano l’infanzia, il periodo di Pasqua e il giorno della realizzazione del dolce in casa con mia madre e mia nonna. Ricordo l’odore di vaniglia tra le mura e nella scala della vecchia casa.

D: In un periodo difficile come quello attuale, quanto pensi sia importante il tuo lavoro per raccontare il mondo esterno?
R: Come me, tantissimi content creator ogni giorno portano novità e ondate di immagini che specialmente in momenti duri come questi sono sinceramente apprezzati. Giornate lente in cui ti puoi permettere di realizzare un buon piatto, o di visitare un luogo lontano seppure attraverso uno schermo, o sognare guardando una spiaggia. Già, perché adesso quello che tutti facciamo è sognare e immaginare la vita che avremo quando tutto questo finirà.
D: Guardiamo al futuro, ci sono dei progetti nella lista di Peppe Cantone?
R: Abbiamo bisogno di desiderare, amare e avere progetti per essere ricompensati. È uno dei meccanismi della sopravvivenza. Ecco perché non devono mancarci mai. Sì, ho dei grandi piani futuri e spero arrivino al più presto.

D: …e un sogno – professionale – nel cassetto?
R: I sogni così come i progetti non mancano mai, ma che segreto è se si racconta? Al momento li tengo chiusi nel cassetto ancora per qualche tempo.
Svelarveli? Lo farò la prossima volta, promesso!