Roberto Giacchino, la Sicilia scolpita nel legno
Sicilia, terra di artisti. Immaginate il legno – espressione della natura più semplice e viva allo stesso tempo – prendere forma sotto le mani di un artigiano. Roberto Giacchino, nella sua bottega di Cefalù, crea qualcosa di unico raccontando la Sicilia attraverso le sue opere. Sicilian Secrets l’ha intervistato.
La parola del legno
non è uniforme,
è una polifonia
di rumori ardenti
che hanno come diapason
le foglie mosse dal vento.
Alda Merini
D: Roberto Giacchino e la lavorazione del legno, come si è avvicinato a quest’arte?
R: Per gioco. Sono nato in una famiglia di contadini e di falegnami, quando tutto si creava a mano e con pochi arnesi. I giocattoli scarseggiavano e spesso si creavano o si inventavano.
D: Secondo lei, quali sono le 3 parole-chiave per descrivere quest’arte?
R: La bellezza, la curiosità, la ricerca del dialogo.
D: Quali sono i personaggi che raffigura più di frequente? Come mai?
R: Sono volti incontrati durante la vita, spesso volti lavorati dalla fatica, la ricerca dei visi dei personaggi delle leggende, come la bella Diana. Diana era una ragazza, figlia del governatore di Cefalù, che abitava nel castello sopra la Rocca. Si racconta che questa fanciulla fosse solita scendere al mare attraverso un sentiero, per andare a fare il bagno nella parte opposta dell’attuale città. Un giorno fu rapita dai pirati, che in quel tempo imperversavano nel Mar Mediterraneo e non se ne seppe più nulla. La zona ove fu rapita, si chiama Presidiana, appunto dove fu presa Diana.
D: Le opere di Roberto Giacchino raccontano la Sicilia. Come?
R: Parto dalla materia che è il legno di ulivo e la pietra locale. Ogni oggetto ha una sua storia, una sua forma, una materia che è diversa da zona a zona. Basta modellarla. Spesso la trasformi in base allo stato d’animo, al momento storico, ai ricordi, all’idea che in quell’istante ti circola per la mente consciamente o inconsciamente.
D: È il Presidente dell’Associazione Cefalù città degli artisti, com’è arrivata – ormai 7 anni fa – l’idea del Simposio?
R: Ho avuto la possibilità di girare l’Italia ed in particolare le Città d’arte visitando le strade dove sorgevano numerose botteghe di artisti. Mi fermavo sempre a guardare chi lavorasse per strada e ho visto molti simposi di arte, per lo più di scultura, oppure estemporanee di pittura. Da qui l’idea di creare un simposio d’arte con varie discipline e spalmato su più giornate a Cefalù. Ero abituato a studiare il luogo che mi circondava come una vera e propria strategia bellica. Devi curare personalmente le cose, mai arrenderti alle difficoltà e di ogni problema trovare la soluzione o farne un’opportunità. Di giorno lavoravo al progetto, la notte riflettevo. L’altra cosa importante era guadagnarsi la fiducia degli altri. Gli artisti, anche i più timidi, hanno una voglia irrefrenabile di esibirsi, di mostrare le proprie opere. Ma la cosa fondamentale rimane dimostrare la propria capacità creativa. Ultima regola, evitare le competizioni: il giudizio lasciamolo al pubblico.
D: Secondo lei, qual è oggi il valore dell’artigianato in Sicilia?
R: L’arte e l’artigianato siciliano sono una ricchezza, ma per essere tale c’è bisogno di un’altra ricchezza e cioè del denaro da poter spendere per acquistare oggetti d’arte di pregio. A fare la vera arte non solo le macchine, ma l’intelligenza del singolo individuo e le sue braccia. Inoltre, servirebbe più cooperazione tra gli artisti e gli artigiani, magari con anche un supporto della politica locale.
D: Roberto Giacchino e il futuro, ha un sogno legato al suo mestiere di artista?
R: A dire il vero il sogno l’ho realizzato, era quello di avere una bottega tutta mia. Realizzare opere senza che nessuno me lo proibisse. Un luogo dove poter parlare con la gente dell’argomento che mi piace. Mi sono trovato a fare l’insegnate di scultura senza nemmeno avere fatto l’alunno. Non nego che ho altre idee, altri sogni, come li vogliamo chiamare. Ho la passione della scrittura, mi piace comporre poesie, raccontare aneddoti e situazioni che ho vissuto in prima persona: sono le esperienze della mia vita nero su bianco che penso pubblicherò.