Villa Romana del Casale ed i suoi mosaici: scopriamoli!
Un patrimonio artistico senza uguali, uno dei 10 siti UNESCO della Sicilia, un luogo magico che trasporta indietro nel tempo di quasi due millenni… seguitemi!
Villa Romana del Casale: il dove e il cosa
Questa splendida Sicilia è quasi un continente ricco di popoli, gusti, natura, sensibilità dove tutto si dilata all’infinito. Una terra dolce e aspra, morbida e ruvida, luminosa e velata: un mondo pieno di arte e storia. Ed oggi vi porto con me in uno dei luoghi veramente unici dell’isola. Sto parlando della spettacolare Villa Romana del Casale ed i suoi mosaici: scopriamoli!
Intanto definiamo dove siamo: eccoci in provincia di Enna nel cuore dell’Isola e a pochissimi chilometri da Piazza Armerina. La città è sede di vescovado con un’estesa diocesi e sorge su un’altura dei monti Erei meridionali a circa 700 m d’altitudine. Ha un impianto medievale con un pregevole centro storico normanno e barocco che la rende Città d’arte tanto da essere già definita Urbs Opulentissima. Oltre che per la manifestazione chiamata “Palio dei Normanni”, tra le più antiche in costume in Italia che celebra Ruggero d’Altavilla che cacciò via nel XII secolo i Saraceni, è nota come la “Città dei Mosaici”. Sul suo territorio si trova infatti la Villa Romana del Casale ed i suoi mosaici che dal 1997 sono uno dei 10 siti UNESCO della Sicilia.
Si tratta di un edificio abitativo tardo antico che in verità per molti studiosi non rispecchia del tutto i caratteri della villa romana extraurbana quanto piuttosto quelli di un palazzo urbano prestigioso. La “scoperta” della villa si deve a Gino Vinicio Gentili che nel 1950 iniziò gli scavi in seguito alle segnalazioni degli abitanti del posto. Il suo primo assetto museografico lo dobbiamo invece all’impegno dell’architetto Francesco Cappellani. Vari curatori e supervisori si sono quindi succeduti tra cui recentemente il notissimo Vittorio Sgarbi.
Parliamo un po’ della storia e a chi appartenne
A che epoca risale la costruzione di questo eccezionale complesso? Gli esami sulle murature hanno datato la villa e i mosaici stessi a una successione di tempi che va all’incirca dal 320 al 370. Inoltre a conferma c’è da dire che dopo secoli di incuria la Sicilia rurale entrò in un nuovo periodo di prosperità proprio agli inizi del IV secolo. Difatti solo allora i ceti più abbienti cominciarono ad abbandonare la vita urbana per ritirarsi nei propri possedimenti in campagna. Qui si occupavano personalmente delle proprie terre coltivate non più da schiavi ma da coloni. E qui, come sempre storicamente è avvenuto data l’innata vanità mista a saccente orgoglio delle classi agiate, spesero enormi somme di denaro per ingrandire ed abbellire le loro residenze.
Contrariamente a quanto prima ipotizzato si ritiene oggi che la Villa di Piazza Armerina non fosse una residenza imperiale. Infatti il possesso di dimore sontuose e di rappresentanza era un fenomeno molto diffuso nell’alta aristocrazia romana. In più le tematiche dei mosaici si inseriscono proprio nel quadro dell’aristocrazia senatoria pagana degli inizi del IV secolo.
A lungo si è cercato di rintracciarne il proprietario che adesso si considera Lucio Aradio Valerio Proculo Populonio governatore della Sicilia e console tra il 327 e il 340. Un elemento a suo favore sono i giochi che aveva organizzato come pretore a Roma nel 320 che furono così imponenti da creare intorno a lui grande fama. Forse le raffigurazioni di alcuni mosaici della villa come la “Grande Caccia” e i “Giochi del circo” intendono richiamare questo evento.
Quindi trattiamo della struttura e dell’architettura
Ma come è composta questa sontuosa villa? Tra i resti si individuano ben quattro nuclei separati ma in stretta connessione di luogo e di funzione. Dapprima incontriamo un ingresso monumentale a tre arcate con cortile a ferro di cavallo quindi il corpo centrale della villa con una corte a peristilio quadrangolare dotata di giardino con vasca al centro. Poi accediamo in un vasto spazio preceduto da un peristilio ovoidale circondato a sua volta da un altro gruppo di vani e poi incontriamo il complesso termale. Una tipologia siffatta, riscontrata in un’altra villa siciliana presso Noto, ha precise corrispondenze in ville africane e pare avere come modello originario la villa Adriana di Tivoli.
L’unità progettuale della costruzione è testimoniata dalla funzionalità dei percorsi interni e dalla suddivisione tra parti pubbliche e private. Oggi molti studiosi tendono a credere ad una durata corta dei lavori stimata in circa un decennio al contrario di quanto ritenuto in passato. Gli scavi hanno portato alla luce anche due acquedotti usati per l’approvvigionamento delle fontane, dei servizi e del quartiere termale. Si ipotizza anche che una dimora di questo genere dovesse comprendere altre costruzioni marginali e perciò sono ora in corso diverse campagne di scavi.
Villa Romana del Casale ed i suoi mosaici: scopriamoli!
Costruita come abbiamo detto nel IV secolo in parte su un insediamento pre-esistente del II secolo la struttura è indubbiamente una delle più ampie e lussuose ville del mondo romano. I suoi mosaici sono acclamati come i più belli in situ di tutto il mondo romano e come eccezionali per qualità artistica e creatività nonché per estensione. Prepariamoci ad ammirare più di 60 ambienti dei quali ben 42 pavimentati con mosaici policromi che coprono una superficie di 3.500 mq!
I mosaici in assoluto rappresentano la vera ricchezza della Villa del Casale. Risalgono al periodo d’oro dell’arte del mosaico e sono opera di artisti Nord Africani seppur di scuole e tecniche diverse. Possiamo ammirare differenti stili e cicli narrativi: uno dedicato alla mitologia e ai poemi omerici, l’altro con riferimenti alla natura e a scene di vita quotidiana dell’aristocrazia romana. Le immagini raffigurate sono una vivente testimonianza della civiltà romana in diversi settori: economia, religione, politica, famiglia e cultura.
Durati anni nel 2012 si sono conclusi imponenti lavori di restauro per cui tanti sono oggi gli ambienti visitabili: non perdeteveli! Ve li ricordo: la zona delle terme; la corte porticata d’ingresso e l’arco onorario; il vestibolo e il porticato del peristilio; gli ambienti di servizio, tra cui la stanza della “Piccola Caccia”, il corridoio della “Grande Caccia” e la stanza delle “Palestrite”; gli appartamenti padronali settentrionali con il mosaico di Ulisse e Polifemo e la stanza con Amore e Psiche ( mosaici nella foto di copertina ) e quelli meridionali con il Mito di Arione e la stanza di Eros e Pan; il Triclinio e il portico; la Basilica.
Villa Romana del Casale ed i suoi mosaici: come visitarla
Dopo il lockdown dovuto come purtroppo ben sappiamo al covid-19 si è ripartiti con le visite ma con alcune restrizioni di numero. Vi consiglio quindi di informarvi per tempo consultando il sito ufficiale della Villa Romana del Casale e prenotandovi in anticipo.
L’ingresso è comunque libero la prima domenica di ogni mese ed in occasione di particolari avvenimenti che troverete sempre on line. Vi ricordo tra questi l’8 marzo in occasione della “festa delle donne” ed il 10 marzo per “la giornata dei beni culturali siciliani”. Il biglietto di ingresso non comprende la visita guidata ma potete scegliere di contattare una guida accreditata. Una chicca: inoltre esiste un biglietto cumulativo per visitare entro i successivi tre giorni oltre la Villa Romana del Casale anche l’Area Acheologica di Morgantina e il Museo Regionale di Aidone. Ed un’altra: ecco un video che illustra la Villa edito da RAI Cultura col patrocinio del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali a favore dei siti UNESCO.
https://www.youtube.com/watch?time_continue=4&v=8dHoLs1DNDU&feature=emb_title
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A presto!
Saverio Garufi