“Palermo è cambiata!” parola del sindaco Leoluca Orlando

Leoluca Orlando racconta a Sicilian Secrets inediti episodi della sua vita e afferma con orgoglio che la sua Palermo è veramente cambiata: seguitemi!

Un pomeriggio camminando nella splendida Palermo verso Palazzo delle Aquile…

Manca una manciata di minuti alle 15.00. Il tempo di mangiare un boccone e mi dirigo verso Palazzo delle Aquile, sede del Comune di Palermo, laddove alle 15.30 dovrò incontrare ancora una volta Leoluca Orlando per completare un’intervista che, a causa dei molteplici impegni del sindaco panormita, riuscirò a perfezionare a più riprese. Strada facendo, non posso non dare un’occhiata in giro complice una bellissima luce che illumina la città, in un freddo ma solare pomeriggio di fine gennaio. A parte le bellezze architettoniche, di cui Palermo è sfacciatamente ricca, noto un pullulare di turisti, catturati dalle tante attrazioni messe in essere da associazioni e gruppi di animazione, coccolati in svariati locali in cui viene proposto ogni ben di Dio in termini di squisitezze gastronomiche e dolciarie. Anche in questo, Palermo insegna…chapeau! Venite a scoprirla con noi…

La splendida opera conosciuta come Fontana della Vergogna e dietro la facciata del Palazzo delle Aquile.

All’improvviso, sbucando da una stradina laterale, mi si offre in tutta la sua bellezza Piazza Pretoria al centro della quale a completare l’ensemble insieme a Palazzo delle Aquile, dove sono diretta non si può non ammirare la Fontana cosìddetta della Vergogna che, destinata dapprima al Palazzo San Clemente di Firenze, venne acquistata dal senato palermitano nel 1573 ed ivi trasferita. Documentandomi, saprò che nel 1861, a seguito dell’invasione sabaudo piemontese, la fontana in questione fu considerata la rappresentazione della municipalità corrotta e venne soprannominata della Vergogna, per l’appunto, anche per la nudità delle statue che la adornano lungo tutto il perimetro. Ci troviamo, per intenderci, al confine con il noto quartiere della Kalsa…quasi ad angolo con il Cassaro che è la via più antica della città, anche conosciuta come Via Vittorio Emanuele. Quando si dice “centro città”…e lì lo siamo!

Guardo la facciata del Palazzo, le bandiere sono a mezz’asta…omaggio della città di Palermo alla Giornata della Memoria che cade proprio oggi, 27 gennaio. Entro ed affronto il grande scalone che dall’ingresso conduce al piano superiore non senza aver goduto, al pianerottolo di accesso, del magnifico Genio di Palermo, nume tutelare della città caratterizzato da un scritta latina che, saprò poi, essere la cifra di tutto il colloquio con il Sindaco. Recita la scritta “Panormus Conca aurea suos devorat alienos nutrit – Palermo Conca d’oro divora i suoi e nutre gli stranieri” iscrizione volta a magnificare l’ospitalità ed il senso d’accoglienza della città verso gli stranieri…e a trascurare, direbbero i detrattori di un certo modo di far politica, il benessere dei palermitani. Ma queste sono opinioni peregrine, verrebbe da dire.

L’incontro con il sindaco Leoluca Orlando: pensiero e azione.

Arrivata al Piano Nobile vengo fatta accomodare in un salone che funge da anticamera alla Sala Rossa, stanza del sindaco. Solo pochi minuti di attesa e il prof. Leoluca Orlando, senza ausilio di alcun segretario, viene fuori dalla stanza, accompagna alla porta i precedenti visitatori e, con molto garbo, mi si avvicina facendomi strada verso la suddetta sala. Con l’entusiasmo di un ragazzino, si ferma a magnificare la bellezza ed il pregio della copia del Corano che fa bella mostra sul tavolo al centro della stanza…un Corano vecchio di 200 anni, regalo dell’Aga Khan. “Fino a qualche anno fa, impensabile regalare un testo sacro ad un infedele, custodito poi in un luogo pagano! E’ un elemento che denota un grande cambiamento…questo!” esordisce Orlando e già da queste prime battute, che riprendono il tono di ciò che ha avuto modo di dire nel nostro precedente incontro, si intuisce quale sarà la direttrice del nostro colloquio. La stanza rossa è bellissima e nonostante la magnificenza dei locali risulta anche molto accogliente e quasi intima tanto da predisporre ad una chiacchierata che, rispetto alla precedente volta, immagino più confidenziale e meno istituzionale. Va da sé che il nome attribuito alla stanza derivi dal colore acceso dei propri arredi sui quali sovrastano due magnifici lampadari di prezioso vetro di Murano.

La bellissima Sala Rossa nel Palazzo delle Aquile è destinata a stanza del sindaco.

Accendo il registratore e premo rec! “Sindaco…75 anni fa, come oggi, i sovietici arrivarono ad Auschwitz Birkenau e scoprirono l’orrore dei campi di concentramento. Secondo Lei facciamo Memoria nella maniera giusta o ricordiamo e basta?” “Guardi incomincio a dirle cosa ho fatto oggi. Alle ore 9.00, nel quartiere Bonagia, ho dedicato una via a Nicolò Azoti, sindacalista che nel 1946 venne ucciso da un sistema politico-affaristico-mafioso! Allora, la figlia aveva solo 4 anni. Bene, nel 1992 dopo le stragi di mafia davanti all’albero Falcone questa bambina diventata adulta ha gridato tutto il suo dolore per un padre dimenticato”. Ricordo a me stessa che parla del sindacalista ucciso a soli 37 anni, uno dei 39 martiri massacrati dal 1946 al 1948 per aver difeso i diritti dei lavoratori e rivendicato la bontà della riforma agraria e della di lui figlia Antonina, che mai ha smesso di coltivarne la Memoria.

“Bene, – prosegue il Sindaco – oggi era con me per riconfermare quel dolore misto ad indignazione. Veda, c’è differenza tra il ricordare ed il fare Memoria. Il ricordo è qualcosa di freddo, lascia indifferenti…il ricordo scivola come acqua sull’impermeabile quando piove. La Memoria invece inquieta, interroga, fa domande… trasforma il dolore in impegno. Ecco prima ho ricordato Nicolò Azoti poi insieme ad oltre 1300 alunni al Teatro Massimo, ho assistito ad una rappresentazione teatrale dal titolo “Destinatario sconosciuto” che racconta della tragedia del Nazifascismo e di come esso abbia interrotto e rotto rapporti personali e di affetto. Questi sono stati alcuni passaggi della mia giornata dedicata alla Memoria: importante non è solo ricordare ma impegnarsi a costruire un futuro nel quale lo sterminio sia fuori dalla “Storia” e che dalla stessa resti fuori qualsiasi forma di violenza e discriminazione per religione, politica, colore di pelle, orientamento sessuale e disabilità!”

Il sindaco Orlando ha dedicato il Giardino all’Inglese al grande Piersanti Mattarella.

Non pago di raccontare e raccontarsi Orlando continua come ad inseguire e trasferire immagini più che parole. “La mia mattinata si è conclusa poi al Giardino Inglese, da poco dedicato a Piersanti Mattarella proprio per coltivare la Memoria, un luogo dove associazioni e centri di ascolto si mettono al servizio di minoranze, omosessuali, migranti in cerca di lavoro. Una sorta di Casa della città. Un luogo che si trova anche simbolicamente tra la Via Libertà, dove viveva ed è stato ucciso Piersanti, e la Via Generale dalla Chiesa. Ecco, tutto ciò mi dice che Palermo è riuscita a trasformare il dolore in impegno ed è per questo che, se io muoio stanotte, muoio felice!”. Intanto segnalo che si riferisce alla cosiddetta “Casa della città” che offre servizi, consulenze ed assistenza nella prevenzione e nel contrasto ad ogni forma di discriminazione, riconoscendo i diritti di ciascuno. Va da sé che la riapertura abbia fatto storcere la bocca a chi ritiene fosse più urgente ed improcrastinabile la sistemazione di certi uffici comunali, come l’Anagrafe, che al momento costringono i cittadini palermitani a lunghe ed estenuanti file. Considerazione che ci riporta alla scritta latina notata all’ingresso del Comune ma non è questa la sede per considerazioni di tale natura.

Il ricordo dell’assassinio di Piersanti Mattarella e il rapporto con il fratello Sergio attuale Presidente della Repubblica.

Faccio presente al prof. Orlando che Palermo è sempre stata città dell’accoglienza…insomma, non è proprio una novità ed è la storia a dircelo. ”Si, ha ragione…consideri però che ha subìto una lunga pausa. Per cento anni ha subìto o meglio è stata governata dalla mafia e la mafia è una forma di criminalità identitaria che ha bisogno di esaltare i vincoli e trasforma l’identità in appartenenza….appartenenza, ripeto, fondata anche sulla maledetta legge del sangue! Quando Palermo era governata dalla mafia non c’erano migranti. In cento anni di storia della mafia non c’è un solo migrante coinvolto in azioni delittuose, neanche come autista di macchine, o palo o comunque complice…ci pensi. E la criminalità, vissuta come identità, vale per il nazismo…non c’è l’esempio infatti di un criminale nazista che non fosse di sangue tedesco. Vale anche per il terrorismo islamico, eh? E’ quel senso di soffocante appartenenza in forme perverse che io chiamo “criminalità identitaria”. Quando io ero ragazzino gli unici stranieri in città erano le distinte signorine tedesche o austriache che svolgevano il lavoro di dame di compagnia nelle famiglie della Palermo bene. Io ad esempio sono stato cresciuto da una signorina tedesca…non era una migrante. Come posso dire? Era un’educatrice, ecco! Tornando alla situazione di Palermo negli anni 80 quando venne assassinato Mattarella…che dirle? Davanti al corpo di Piersanti ucciso da politici del nostro stesso partito e da mafiosi ci siamo ritrovati io, il fratello Sergio (ndr attuale Presidente della Repubblica) mio collega universitario alla Facoltà di Giurisprudenza dove insegnava Diritto costituzionale ed io Diritto regionale, ed Irma Chiazzese la moglie di Piesanti. Siccome ero io la persona più vicina al Presidente della Regione perchè oltre ad esserne amico ne ero il consulente giuridico fui sollecitato a continuare il Suo lavoro “Non fare che venga ucciso una seconda volta!” mi dissero ed io, da pazzo qual ero, accettai mettendo in conto che sarei potuto morire giovane. Non potevo tirarmi indietro, no di certo! La mia vita politica è stata segnata da quella vicenda non c’è dubbio! Una curiosità: il giudice di turno sa chi era? Chi voleva che fosse in una domenica festiva? Era il 6 gennaio giorno dell’Epifania, eh? Di turno non poteva che esserci l’ultima ruota del carro, l’ultimo arrivato alla Procura: Piero Grasso ( ndr già Presidente del Senato e Leader dei Leu)”.

E sorride del ricordo mentre io non posso sottrarmi alla considerazione che tutti i protagonisti in positivo di quella vicenda o comunque di quel terribile periodo storico poi hanno trovato una loro giusta collocazione ai vertici dello stato democratico. “E’ bene dire – prosegue quindi Orlando – che io sono uno dei pochi siciliani a poter affermare di non aver incontrato mai neppure in ascensore Vito Ciancimino (ndr sindaco artefice del “sacco” di Palermo che alcuni decenni addietro portò alla cementificazione selvaggia ed indiscriminata di interi quartieri). Ripeto, come potevo sottrarmi? Piersanti che incontravo spesso da giovane nello studio legale di mio padre mi è stato Maestro in tante cose…anzi tantissime. Ad esempio quando si presentò al Comune e fu eletto lasciò la professione di avvocato e la stessa cosa feci io. In maniera chiara ho fatto una scelta di campo: quella di dedicarmi a tempo pieno a questa città e non me ne sono mai pentito. Tutto iniziò lì.”

Il Presidente della Repubblica Mattarella e il Sindaco Orlando: un antico rapporto fatto di stima e fiducia reciproca.

“Poi – continua – quando il 31 gennaio del 2015 la Boldrini ha letto la scheda 205 con la quale si decretava l’elezione a Presidente della Repubblica di Sergio Mattarella, lo chiamai: “Sergio, ora che Tu sei Presidente io posso smettere di fare politica. Tu sei Presidente della Repubblica, la mafia non governa più Palermo e pertanto…” Non le sembra azzardata come affermazione, Sindaco? “No affatto. Paradossalmente dobbiamo ringraziare la mafia stessa, sa? Dopo le stragi, abbiamo dovuto interrogarci. Con quelle stragi la mafia ha costretto i sordi a sentire e i ciechi a vedere. Penso che anche i tedeschi dopo Hitler siano migliori di prima! E penso anche che i musulmani siano anch’essi migliorati e questo grazie a Bin Laden ed all’ISIS. Consideri che qualche decennio fa quando condannavo certi loro atti di violenza i miei amici musulmani si giustificavano con il fatto che non conoscevo il contesto, che sapevo poco o nulla della loro cultura…insomma, preferivano non sentire e non vedere. Oggi è diverso…pensi, addirittura, che l’omaggio della copia del Corano che ha appena visto sarebbe stato considerato qualcosa di “satanico”…impensabile, eh? Dal confronto e dal dialogo così come successo con l’Islamismo Palermo è cambiata…

E qui ci fermiamo per questa volta…abbiamo trattato molti temi veramente importanti e il tutto merita una pausa di riflessione…ma la nostra interessantissima intervista al sindaco Leoluca Orlando proseguirà a breve in un nuovo articolo sempre qui sul blog Sicilian Secrets!

A presto! Silvia Ventimiglia

Pubblicazione a cura di Saverio Garufi.

 

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