L’elefante di Catania: storia e leggenda del Liotru!
Un elefantino di pietra lavica in Sicilia diventa misteriosamente simbolo ancora oggi amatissimo dai cittadini di Catania: ma perché? Scopriamolo!
Catania è una città aperta e moderna che conserva nello stesso tempo le sue tradizioni più amate: il culto di Sant’Agata e quello della statua dell’elefante chiamato Liotru. Andando in giro lo troverete un po’ dappertutto dallo stemma civico al gonfalone dell’università sino alle decorazioni del palazzo municipale detto “Palazzo degli Elefanti”. E sapete come si traduce Medinat-el-fil cioè il nome arabo di Catania? Proprio “la città dell’elefante”! Eppure pochi sanno che fino al 1239 il simbolo della città era l’effigie di San Giorgio. Solo in quell’anno dopo decenni di continue rivolte re Federico II elevò Catania al rango di città regia e quindi non più alle dipendenze del vescovo. Per festeggiare i catanesi vollero un nuovo simbolo civico ed eccoti qui il Liotru.
Perché l’elefante di Catania si chiama Liotru? La leggenda svelata.
La storia dell’elefante di lava è un mistero a partire dal suo nome, Liotru appunto. Lo si fa derivare da una storpiatura del nome Eliodoro divenuto poi in dialetto Liodoru. Pare che questo giovane nobile siciliano dell’VIII secolo d.C. non essendo riuscito nell’intento di essere nominato vescovo abbia per ripicca studiato l’arte della magia. Dalla cima di una colonna una notte invocò il demonio che gli diede poteri magici in cambio dell’abiura alla fede cristiana. Da allora lo stregone Liodoru si divertì a distrarre il popolo dalle funzioni sacre e a generare caos. Si dice che facesse moltissimi acquisti pagando per mezzo di pietre preziose che si trasformavano poco dopo in semplici sassi per la disperazione dei commercianti.
Quindi costruì con la lava dell’Etna l’elefante in groppa al quale volando compiva tragitti lunghissimi spostandosi fra Catania e Costantinopoli. Inoltre sempre volando sul suo strano destriero terrorizzava i cittadini con scorrerie notturne e inganni da mago quale era diventato. Per questo la statua dell’elefante fu chiamata “u cavaddu i Liotru – il cavallo di Eliodoro“. A fermare il novello mago fu proprio il suo antico rivale il vescovo Leone II che nel 778 lo condannò al rogo. La leggenda era così famosa che esistono varie opere pittoriche a testimonianza. Una si trova addirittura nella sacrestia della Cattedrale ed è del pittore Vincenzo Errante del secolo XIX. La seconda è custodita nel Museo Civico ed è attribuita a Giuseppe Patania della fine del Settecento. Un’altra più nota del secolo XVIII è di Matteo Desiderato e si trova oggi a Santa Maria di Licodia nel Duomo. E l’elefante volante senza il suo cattivo padrone… ritornò di pietra!
Perché il simbolo di Catania è l’elefante? La lunga storia del Liotru.
Ma un elefante in Sicilia? Sorprendentemente si ha la certezza che un tempo, ben prima della colonizzazione greca dell’isola, la Sicilia fosse abitata da elefanti nani di cui si sono trovati i resti. Si racconta che un elefante scacciò dall’area sulla quale sorge oggi Catania tutti gli animali pericolosi per gli uomini. In segno di riconoscenza i catanesi nel periodo della dominazione cartaginese della Sicilia, alcuni secoli prima della nascita di Cristo, scolpirono una statua che raffigurava proprio un elefante. E credettero che fosse una statua magica capace di proteggere il centro abitato dalle spaventose eruzioni dell’Etna.
Per secoli si persero le tracce del nostro elefantino che con l’avvento del cristianesimo venne considerato pagano ed accantonato. Poi i padri Benedettini del monastero di Sant’Agata lo riportarono in città e lo posero ad adornare una porta detta appunto “di Liodoru”. Ma a inizi del 1500 per far posto al vecchio palazzo di Città la porta venne abbattuta e la statua fu posta sull’alto del prospetto a settentrione come emblema della città. Poi venne il tempo del grande terremoto del 1693 e al povero Liotru la proboscide si spezzò e le zampe posteriori si frantumarono. Ma niente paura… pochi anni dopo difatti venne restaurato e assunse il ruolo primario che ancora oggi detiene. Ve lo raccontiamo…
Arrivando in Piazza Duomo a Catania di fronte alla Cattedrale dedicata al culto della Santa Bambina, la venerata Agata, ecco una fontana barocca. E sin qui… essendo tutta la piazza barocca… ma cosa ci fa in questa fontana un elefante nero di lava con la proboscide alzata verso la chiesa? Per dare una spiegazione a questa apparente assurdità dobbiamo tornare indietro nel tempo… alla ricostruzione della città agli inizi del 1700 dopo il tremendo terremoto che rovinò gran parte delle città siciliane.
La Fontana dell’Elefante del Vaccarini: il mito del Liotru.
L’opera fu infatti realizzata da Giovanni Battista Vaccarini un giovane abate architetto che si era formato a Roma studiando le opere del maestro Gian Lorenzo Bernini. Si dice che per la sua Fontana dell’Elefante trasse ispirazione dal berniniano Obelisco della Minerva dove un altro elefantino fa mostra di sé ancora oggi nei pressi del Pantheon di Roma. In ogni caso la struttura dell’opera realizzata dal Vaccarini è veramente complessa poichè prevede la fusione di vari elementi. A parte l’evidente trionfo del barocco la fontana dal punto di vista storico è geniale. Vi ritroviamo difatti riunite nel loro succedersi temporale le tre grandi civiltà che caratterizzano Catania: egizia, sicula e cristiana.
In una vasca in marmo cadono dei getti d’acqua che fuoriescono da due sculture poste su un grande basamento che rappresentano i due fiumi di Catania, il Simeto e l’Amenano. Posto al di sopra di queste ecco la statua dell’elefante restaurato e con l’aggiunta di zanne e occhi in pietra bianca e rivolto con la proboscide verso la Cattedrale di Sant’Agata in segno di rispetto. Sulla schiena il Liotru sostiene un obelisco proveniente probabilmente dall’Egitto, portato a Catania all’epoca delle crociate. Quindi in cima troviamo un globo dorato, che rappresenta Agata, circondato da una foglia di palma indicante il martirio e da un ramo di gigli cioè la purezza. Poi una tavoletta in metallo con un’iscrizione dedicata alla patrona della città con l’acronimo “MSSHDPL – Mente sana e sincera, per l’onore di Dio e per la liberazione della sua patria” e veramente infine una croce.
Il Liotru: l’elefantino di pietra lavica più amato dai catanesi!
A parte ed oltre la storia e la leggenda in realtà la notizia è l’affetto che i catanesi nutrono per il loro Liotru il piccolo elefante di lava. Un sentimento che si ritrova in tutte le età e classi: quasi un segno distintivo da mostrare con orgoglio. Tanto che lo ritroviamo nel simbolo della squadra di calcio, nelle diverse pubblicità aziendali e persino nei gioielli! Figuratevi che i cittadini usano dire di loro stessi di essere “marca elefante”! Non chiedete il perchè… al cuor non si comanda.
Vi ha incuriosito leggere “L’elefante di Catania: storia e leggenda del Liotru!” scoprendo così il senso del simbolo amatissimo da tutti i cittadini? Pensate a quanto altro potrà stupirvi in Sicilia con le mille proposte di Dimensione Sicilia per un viaggio su misura. E se invece volete un tour senza pensieri scegliete senza dubbio tra quelli proposti da Sicilian Secrets!
A presto!
Saverio Garufi