I 7 Carnevali più belli di Sicilia!
E’ tempo di allegria, di festa, di trasgressione… in poche parole è tempo di Carnevale, anzi dei 7 Carnevali più belli di Sicilia: andiamo!
Carnevale: le origini di una storia antica che si rinnova.
Siete pronti per scoprire i 7 Carnevali più belli di Sicilia? Ma… tutti noi sappiamo che Carnevale è sinonimo di colore, maschere, allegria e perché no trasgressione. Eppure quanti conoscono l’origine e il significato di questo evento? In realtà si tratta di un antico rito pagano che si rifà alle festività dionisiache di Atene e successivamente ai latini Saturnalia. Al dio Saturno si dedicavano le feste più amate e tanto attese dell’anno, dove tra musiche e balli si scioglievano i vincoli e le regole morali e regnava il caos generale. Il popolo festeggiava nelle piazze mentre orge si consumavano nelle ville e nelle case patrizie. Semel in anno licet insanire che tradotto significa una volta all’anno è lecito impazzire: appunto!
Andiamo avanti nei secoli: il Carnevale è oggi celebrato nella settimana che precede l’inizio della Quaresima. Il termine proviene dal latino “carnem levare”, cioè il divieto ecclesiastico di consumare carne durante il periodo quaresimale, anche questo ricco di tradizioni uniche. Una festa sinonimo di divertimento, travestimento, sfarzo, nata dal bisogno di evasione nei confronti del periodo di penitenza e digiuno che ad essa segue. Insomma una compensazione anticipata per le settimane di magra e tristezza che verranno poi: geniale no?
Carnevali di Sicilia: un mondo di divertenti curiosità.
Non c’è festa senza l’allegria della danza e così naturalmente anche il Carnevale ha i suoi balli. Un tempo nei paesi numerose sale addobbate ospitavano gruppi mascherati con capi strani o con il solo “dominò“ e un velo sul viso. Il “bastoniere” mascherato e con un legno in mano guidava il gruppo e “ordinava” il ballo. La quadriglia o contradanza è appunto un ballo tipico con passo cadenzato francese importato dai Normanni. Faceva parte delle “danze di società” tanto che si considera una danza “calata” dai ceti più alti alle classi popolari. Presente anche nelle tradizionali feste matrimoniali prevedeva svariate coreografie con una musica che ricordava il canto delle cicale. Il suono acuto di un “fischietto” rappresentava la gioia delle coppie che danzavano fino al mattino.
I siciliani usano alcuni proverbi proprio per celebrare il Carnevale: “Doppu li tri re, tutti olè – dopo i tre re, tutti in festa” indica che dopo l’epifania è già Carnevale fino al mercoledì delle Ceneri. “Natali e Pasqua ccu cu voi ma li sdirri falli ccu li toi – Natale e Pasqua con chi vuoi ma l’ultimo giorno di Carnevale con i tuoi” ricorda l’importanza di trascorrere il Carnevale in allegria con tutta la famiglia.
Ed una terra così ricca di tradizione gastronomica poteva dimenticare l’abbondanza in questa ricorrenza? Infatti dai primi ai dolci ogni cittadina vanta le proprie specialità: eccone solo alcune. Non perdetevi i maccheroni al ragù tipici di Modica o i più conosciuti maccarruna ca sasizza conditi con ragù di salsiccia e cotenna. Ottimo anche il minestrone del giovedì grasso con patate, fave, cipolla e lardo di maiale a cubetti. Che dire dello stufato con il sugo di carne di maiale e la salsiccia tipico del martedì grasso? Per i golosi di dolciumi ecco le chiacchiere, croccanti sfoglie sottili con tanto zucchero a velo o glassa di pistacchio o cioccolato. Ed anche le zeppole, frittelle rotonde ripiene di crema dai vari sapori. E la tradizionale pignoccata, gnocchetti fritti ammucchiati a mo’ di pigna e cosparsi di miele e zuccherini.
I 7 Carnevali più belli di Sicilia: scopriamoli!
Naturalmente la nostra terra è “abbondante” in ogni aspetto e anche per questa festività offre moltissime possibilità. Tante cittadine, anche troppe, hanno le proprie tradizioni carnascialesche per cui qui segnaliamo solo i 7 carnevali più belli di Sicilia. Vi basteranno?
Acireale, bellissima cittadina barocca a pochi chilometri da Catania, ospita quello che viene detto “Il più bel Carnevale di Sicilia”. La tradizione iniziò nel XVI secolo, quando l’elemento principale di questa festa era il lancio di uova marce e arance per le strade. Fortunatamente questo “gioco” è stato vietato dall’inizio del 1700. Comparve quindi una maschera con caratteristiche ben definite: l’Abbatazzu, chiamato anche Pueta Minutizzu, che mimava nobili o ecclesiastici. Portava con sè un grosso libro dal quale fingeva di leggere mentre sentenziava battute gravi e satiriche. Agli inizi del 1800 nasce la cassariata, cioè la sfilata delle carrozze dei nobili che lanciavano alla gente dei confetti multicolori. Nel 1880 si costruiscono i primi grandi carri di cartapesta che sfilavano per la cittadina. Ancora oggi le stupende vie e piazze del centro storico fanno da cornice ad uno spettacolo eccezionale.
Sciacca in provincia di Agrigento offre un Carnevale che sembra essere collegato ai Saturnalia di cui abbiamo già parlato. Di certo si sa che nel 1616 il viceré Ossuna stabilì che per l’ultimo giorno di festa tutti avrebbero indossato una maschera. Ai nostri tempi fabbri, artigiani della cartapesta, illustratori e coreografi lavorano mesi per organizzare le sfilate e creare i carri allegorici. Tutto inizia giovedì grasso quando Peppe ‘Nappa, cioè il re del Carnevale, prende la chiave della città. Intanto carri grotteschi colorano il centro storico e poeti imparruccati declamano poesie satiriche siciliane. Pochi giorni dopo il martedì grasso il carro con la figura del re viene bruciato! Così il Carnevale termina e inizia la Quaresima.
Misterbianco, comune vicinissimo a Catania, ha una storia particolare che riguarda i natali del Carnevale. Si dice che fosse abitudine delle “comari” darsi appuntamento il giovedì anteriore a quello cosiddetto grasso per spettegolare. Al tramonto le signorine indossavano un mantello di raso nero ed una maschera e si dirigevano in piazza. Lì danzavano il tipico ballo del Carnevale e davano la caccia ai giovani scapoli innamorati. Oggi la festa è una summa di spettacolarità per i maestosi carri scenici e i costumi variopinti. Abiti così originali e sontuosi da ottenere il titolo di “Carnevale dei costumi più belli di Sicilia”.
Termini Imerese prossima a Palermo ospita un Carnevale tra i più ricchi di tradizione. Alcune famiglie provenienti da Napoli, “i Napuliti”, all’inizio dell’800 introdussero la festa e le prime maschere di “u Nannu ca’ Nanna”. Il nonno grassoccio e basso rappresenta il Carnevale che “muore” il martedì grasso e sua moglie, la nonna, è una donna magra che rappresenta la Quaresima. I momenti tradizionali della festa rimangono la “bruciatura del Nannu” e la “lettura del testamento” in realtà un modo per prendere in giro personaggi illustri e politici. Anche se oggi carri animati dalle mille luci, costumi sempre più stravaganti, musica ritmicamente allegra rendono unica questa festa i veri protagonisti restano comunque il nonno e la nonna!
Francavilla in provincia di Messina ospita il più bel Carnevale della valle dell’Alcantara ormai da più di un secolo. Per una settimana le vie cittadine diventano vere e proprie piste da ballo animate da trasgressività e ironia. Si balla al ritmo della Fasuledda dandosi dalle cosiddette “mutticedde”, ossia delle leggere spinte che le persone poste in cerchio fanno con la schiena. Ogni anno diversa è la serata conclusiva con “a cianciuta di re Carnalivari – il pianto di re Carnevale”. Su di un carro seguito da “piagnoni” e vedove il re dà l’ultimo saluto con in mano della salsiccia ad indicare che dopo quella sera inizia la Quaresima. Una sfida agguerrita tra carri allegorici anima la sfilata dentro le vie cittadine in un’atmosfera di festa e di divertimento. Il tutto sino al martedì sera quando durante il veglione vengono assegnati i premi per i più belli.
Palazzolo Acreide in provincia di Siracusa ha una grande voglia di divertimento! Difatti nel piccolo centro il Carnevale si festeggia per sei giorni di seguito. Lunghe sfilate di carri allegorici e la presenza di alcune caratteristiche maschere siracusane come per esempio i “cuturri” animano la cittadina. Qui la festa ha origini molto antiche: donne in maschera coperte da un ampio manto e perciò dette “ntuppatedde” irrompevano con danze incalzanti nella processione per la festa della Madonna Odigitria. Nei primi del ‘900 invece gli artigiani allestivano i pupi portati quindi in giro per le vie del paese su dei carretti. Oggi ci si diverte anche con grandi abbuffate di “cavatieddi” un tipo di pasta condita con sugo e salsiccia. Tutto è all’insegna dell’allegria spontanea e della partecipazione sentita di tutti i cittadini: una festa unica nel suo genere in tutta la provincia siracusana.
Mezzojuso, un piccolo comune a circa 40 chilometri da Palermo, è una colonia di origine albanese del XV secolo. Qui troviamo un Carnevale “diverso”. L’ultima domenica di festa con la manifestazione “Il Mastro di Campo” tutto il paese con un centinaio di personaggi in costume realizza una scena tragicomica. Pare che ciò avvenga sin dal XVII secolo: un figurante con il volto coperto da una maschera rossa cerca di conquistare la sua amata regina chiusa nel castello. Incredibilmente nel corso dei secoli la storia ha visto l’arrivo di Garibaldi e dei suoi garibaldini che ingaggiano una bella battaglia con le guardie saracene del castello. Non mancano briganti e guerriglieri che vogliono sovvertire la corte del Re ed il “Diavolo Pecoraio” che rappresenta il reale avversario dell’eroe della pantomima. Naturalmente alla fine Mastro di Campo riesce a conquistare la sua amata.
Allegria, festa, maschere, sfilate, danze, carri allegorici, ottime specialità e tanto altro: questo è quanto vi abbiamo raccontato nei 7 Carnevali più belli di Sicilia! Quindi che aspettate? E’ qui la festa!
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A presto!
Saverio Garufi