4 curiosità sulle tradizioni della Festa di Sant’Agata

                                                                                                                                 by Virna Fasone

La festa di Sant’Agata, un evento carissimo ai catanesi!

Qui la raccontavo nel dettaglio, ma sono sicura che ci sono alcuni aspetti che hanno stuzzicato la tua curiosità…Spero di indovinare!
Ecco 4 curiosità sulle tradizioni della festa di Sant’Agata.

  • 1. La storia delle candelore

    Così si presentano allo stato attuale:

    Le Candelore                                                                                               by Virna Fasone

Un tempo si trattava di semplici ceri che illuminavano la processione della Santa in assenza di luce elettrica. Sono di diverse altezze e dimensioni, ad alcune si sono addirittura attribuiti dei soprannomi!
Ad esempio il Cereo degli ortofrutticoli è detto “la Regina” per lo stile gotico e la corona che lo sovrasta. Le candelore sono molto pesanti, fino ad una tonnellata! Vengono infatti portate a spalla da un numero di uomini variabile da 4 a 12.

La processione delle candelore annuncia la Festa di Sant’Agata, già da alcune settimane prima. La tradizione vuole che le candelore sostino nei pressi delle botteghe delle corporazioni di provenienza e che sfilino poi durante il giro cittadino della Santa anteponendosi al fercolo. Dulcis in fundo, l’annacata.

Di cosa si tratta esattamente?

È un movimento oscillatorio simile ad un ballo. Questa movenza delle candelore desta la cosiddetta tichetta: una gara tra cannaluristi che si sfidano a chi fa annacare di più la candelora. Sono momenti folcloristici che ci fanno percepire l’autenticità di questa festa e le tradizioni ancora in auge tra i catanesi.

  • 2. Le origini del sacco
    Fedeli con il sacco                                                                                   by Virna Fasone

    Passeggiando vedrete migliaia di individui che indossano questo particolare indumento bianco per le strade del centro storico, a tenere il cordone o a portare in spalla gli enormi ceri votivi.
    Ma cosa rappresenta il “sacco” di Sant’Agata?

    Secondo la storia, il 17 agosto 1126 i catanesi accorsero al Porto in camicia da notte, svegliati dalle campane della cattedrale. Quella notte stavano approdando a Catania le reliquie di Sant’Agata da Costantinopoli grazie alla missione di due soldati: Goselmo e Gilberto. Ciò segna un evento straordinario e il sacco è diventato l’emblema dei cittadini negli anni a seguire. Si tratta di una tradizione da vestiario talmente radicata da essersi tramandata di padre in figlio fino ai giorni nostri.
    Copricapo nero, sacco bianco, guanti, fazzoletto e…
    “siamo tutti devoti tutti”.

  • 3. Dolci tipici e street food
    Le bancarelle di calia e simenza

    Un aspetto folcloristico che non può mai mancare è legato alle bancarelle di street food e di dolci tipici. Da una parte calia e simenza, ma anche caramelle e torrone per essere gustati on the road nei momenti di pausa dalla festa; dall’altra i due veri simboli della storia della santuzza: le “olivette” e le “minnuzze di Sant’Aita” che in questo periodo affollano le bancarelle e le pasticcerie di Catania.
    Le prime, piccoli dolci a forma di oliva in pasta di mandorle ammorbidita da aromi e liquori, sono legate ad un episodio della vita di Agata. Quando quest’ultima era inseguita dagli uomini di Quinziano, fece una sosta per allacciare un calzare e trovò ristoro sotto un ulivo che apparve per miracolo. L’albero regalò una zona d’ombra alla giovane e placò la sua fame con i frutti.
    Per quanto riguarda le minnuzze, sono dolci di forma tonda ricoperti di glassa bianca e farciti con ricotta e gocce di cioccolato. Simboleggiano il martirio di Sant’Agata perché rappresentano i seni della martire asportati tutte le notti da prigioniera e ricresciuti per miracolo la mattina dopo. Secondo un’altra credenza, invece, la glassa bianca rappresenta la neve sull’Etna, mentre la ciliegia candita uno sbuffo di lava.

    Le minnuzze di Sant’Agata e le olivette
  • 4. Credenze popolari su Sant’Agata

    Secondo la tradizione popolare, si attribuisce all’intervento di Aita la protezione da tanti eventi catastrofici avvenuti a Catania in vari momenti storici. Eruzioni e terremoti sarebbero cessati miracolosamente grazie alla processione del velo di Sant’Agata, una reliquia di grande valore sin dal 252 d.c. È curioso poi come la maggior parte di queste calamità naturali fossero sempre accadute tra l’1 e il 5 febbraio.
    Gli episodi miracolosi legati a Sant’Agata non si fermano solo a Catania, ma raggiungono addirittura le coste della Puglia. Pare che la Santa sia apparsa in sogno ad una donna di Gallipoli, risolvendo un problema di mutismo del suo bambino. In effetti, prima di approdare a Catania i due soldati Goselmo e Giliberto si erano fermati a Gallipoli, città natale di Goselmo. Quest’ultimo, come segno di riconoscimento per l’ospitalità, donò la reliquia di una mammella ai suoi concittadini. La presenza della Santa ha evidentemente lasciato un segno anche in terra pugliese.

    Vorresti vivere anche tu le emozioni della Festa di Sant’Agata? Sicilian Secrets ha preparato apposta per te un tour coi fiocchi, scoprilo!
    Puoi inoltre consultare a questo link il programma 2020 della Festa.

    E ricorda, se questo articolo ti è piaciuto, lascia un like.

     

     

Share

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *