Manlio Dovì, l’artista dai mille volti
Attore, imitatore, rumorista, artista a tutto tondo. Manlio Dovì, palermitano classe 1964, si fa conoscere dal pubblico televisivo quando nel 1986 calca il palco di Fantastico condotto da Pippo Baudo. La celebrità arriva però con il Bagaglino di Pier Francesco Pingitore, dove per anni porterà in scena svariate imitazioni, da alcuni noti politici come Cossiga e Sarkozy al Principe Carlo d’Inghilterra passando per lo stilista Valentino, Asia Argento e tanti altri. Non solo TV ma anche cinema, una personalità eclettica che vi raccontiamo su Sicilian Secrets.
L’imitazione deve venir fuori da un’originalità.
Manlio Dovì
D: Come si è avvicinato al mondo della recitazione?
R: In realtà l’arte mi ha sempre affascinato. Quando ero alle medie, il mio modo di esprimermi era il disegno, sentivo l’esigenza di trasmettere qualcosa. Tutto diventava caricatura. In generale poi, ero un solitario, riflessivo e raramente facevo vita di gruppo. Mi iscrissi all’università perché ero innamorato di una ragazza del liceo ma frequentai poco l’ateneo e alla fine abbandonai quando arrivò la mia prima grande occasione: Fantastico.
D: C’è un momento di svolta che ricorda con affetto?
R: Col tempo mi accorsi che ogni volta che provavo a deviare dal mio percorso, realizzavo che non ero programmato per fare altro. La mia idea di arte è quella legata al lavoro. Ricordo che quando arrivai a Roma per fare Fantastico ero con la mia auto, giunsi in Piazza Venezia e sentii come un abbraccio da parte della città. Era un mondo che mi stava accogliendo. Abitai per un paio d’anni in una stanza piccolissima ma per me rappresentava casa, e noi siciliani cerchiamo sempre un focolare.
D: Manlio Dovì a Fantastico, quanto è stata dura arrivare in TV? Cosa ne è derivato?
R: A convincermi a fare il primo provino fu un mio carissimo amico, Nicola Farruggio, oggi presidente provinciale di Federalberghi Palermo. Superai le selezioni di Bari, poi Roma ma come mi ha insegnato mio padre, non ho mai dato nulla per scontato. Fantastico 7 fu quello in cui Beppe Grillo chiamò ‘ladri’ i socialisti, quello in cui il trio Marchesini-Lopez-Solenghi venne minacciato di morte dai fondamentalisti islamici. Tra gli autori del programma vi era Marco Risi che mi notò e mi volle nel suo film Soldati. Non nascondo che per una serie di eventi infausti ho anche perso tante opportunità come lavorare con Nanni Moretti in Palombella Rossa o essere parte del cast di Mery per sempre. Alla fine, rimane una certa amarezza…
D: Attore, cabarettista, imitatore. E ovviamente una carriera che passa dal teatro, dalla TV e dal cinema. Ma cosa c’è realmente nel suo cuore d’artista?
R: La verità è che io vorrei far tutto! Lucio Caizzi, un altro attore e amico, mi ha inquadrato bene dicendomi che io sono uno che dopo un po’ si rompe i… In realtà, l’attore vorrebbe fare sempre un film dopo l’altro, è il cinema a nutrirlo. Il teatro è bello se si rinnova di sera in sera, se ogni replica riesce a essere diversa. Di recente ho partecipato a una serata al Teatro Antico di Taormina per un evento di beneficenza con anche Mario Biondi, Anna Tatangelo e tanti altri. Ecco, lì l’emozione è stata molto forte.
D: Manlio Dovì imitatore, c’è un personaggio che ha interpretato al quale è particolarmente affezionato o che invece non vorrebbe mai più riproporre?
R: Sicuramente Cossiga fu significativo in quanto proprio l’originale apprezzò l’imitazione, mi invitò al Quirinale e da allora il mio nome si diffuse. Poi al Bagaglino, insieme a Pingitore, trovammo dei personaggi esilaranti. Un’imitazione deve venir fuori da un’originalità, io mi definisco forattiniano, per me Forattini è stato il caricaturista per eccellenza, maestro di tutti. Adoro Vittorio Sgarbi, Luca Giurato, Mattarella e non esiste quello che non farei mai più. Attraverso ognuno di loro racconto delle storie come fossero dei burattini.
D: Quanto del suo essere siciliano porta in scena?
R: Porto l’energia dell’essere siciliano…nel bene e nel male! Chi viene da questa terra è malinconico ed è così legato alle proprie origini che quando si allontana, in fondo muore un po’. Noi siciliani non vorremmo mai andar via, vorremmo avere il dono dell’ubiquità. Sicilia e famiglia, un binomio indissolubile.
D: Cosa c’è nei progetti futuri di Manlio Dovì?
R: Ancora non posso anticipare nulla ma sicuramente ci saranno presto tante novità!
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