Innovazione in Sicilia, la parola a Maurizio Giambalvo

InnovazioneSicilia e innovazione: non solo mare cristallino e paesaggi mozzafiato ma anche tecnologia, imprenditorialità, progresso. È questa la sfida più grande, crescere ed essere competitivi. Su Sicilian Secrets, ne parliamo con Maurizio Giambalvo.

Baciata dall’ innovazione, la Sicilia diventa sempre più protagonista di nuovi scenari imprenditoriali e iniziative che partono dai giovani. Nel 2018, la parola start up non è un neologismo, ricorre nelle conversazioni quotidiane e questo è il sintomo che qualcosa sta cambiando.

Per Sicilian Secrets ho intervistato Maurizio Giambalvo, palermitano che da sempre si è occupato di innovazione sociale e start up di imprese, nonché di turismo in Sicilia e turismo responsabile in giro per l’Asia.

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Maurizio Giambalvo

La prima domanda è quasi scontata, cosa spinge ad avvicinarsi al mondo delle start up e a scommettere su realtà tanto nuove quanto, per natura, incerte?

R: «L’interesse per la dimensione creativa, sfidante e trasformativa che hanno le imprese appena nate. Mi attrae la velocità che contraddistingue le start up, però non idealizzo il concetto. Mi piacciono anche i modelli di crescita lenta e di fatto molte start up di successo hanno alle spalle anni di fatica e impegno che spesso non trovano spazio nei resoconti giornalistici».

Sfortunatamente, molto (troppo!) spesso la Sicilia è vista come un fanalino di coda dell’imprenditoria. Per diversi anni l’isola ha subito una situazione di stallo ma le parole di Giambalvo sono incoraggianti: «Attualmente grazie a dinamiche di crisi c’è forse spazio per una nuova stagione imprenditoriale più pulita, creativa e competente», precisa. «Occorre anche sottolineare che oggi le forme dell’imprenditoria sono variegate. Serve guardare alle imprese ibride frutto ad esempio dell’evoluzione dell’associazionismo. Nel turismo poi molte innovazioni nascono al di fuori delle imprese tradizionali».

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Palermo

Sicilia e innovazione: qual è dunque lo scenario corrente?

«Le iniziative sono molte e lodevoli», spiega. «Trovo però difficile definire cosa voglia dire fare innovazione in Sicilia a parte le retoriche e i luoghi comuni. Negli ultimi anni si è sviluppata una vera e propria infrastruttura materiale e immateriale a disposizione di chi ha idee e vuole testarle o semplicemente formarsi. Questo è sicuramente un segnale. Ma le filiere e le reti di luoghi, persone, incubatori e co-working sono ancora molto fragili e molto settoriali. Tra le esperienze mi viene in mente la Cultural Farm di Favara, la cui carica innovativa e la cui bellezza stanno nell’essersi manifestate nel luogo in cui apparentemente meno aveva senso situarle».

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Cultural Farm (Favara)

Emerge il quadro di una Sicilia in crescita ma che deve e può fare di più. Il famoso “restare o fuggire altrove”, perché un giovane siciliano dovrebbe decidere di investire su una propria idea? Quale consiglio?

«Per prima cosa, non bisogna aver paura di raccontare e condividere con gli altri. Il potenziale non sta nella idea in sé ma nella sua capacità di creare connessioni e rafforzare le relazioni sociali e professionali di chi l’ha avuta. E poi occorre studiare, perché senza studio matto e disperatissimo (sì, come Leopardi) e senza competenze nulla si trasforma in realtà».

E del resto, Maurizio Giambalvo lo sa bene. Anche la sua idea imprenditoriale a suo dire è nata per gioco e quasi per caso.

E del resto, Maurizio Giambalvo lo sa bene. Anche la sua idea imprenditoriale a suo dire è sorta per gioco e quasi per caso. «VisitPalermo.it», racconta, «si è sviluppato lentamente e quando meno me lo sarei aspettato è emerso e sfociato, grazie alla fiducia di un fondo di impact investing, nella sfida impetuosa e stimolante di Wonderful Italy, un ecosistema  nato per raccontare e rendere accessibile la meraviglia italiana offrendo ospitalità in case scelte ed esperienze autentiche nei luoghi più affascinanti di Italia. Visit Palermo è invece un portale di informazioni turistiche e di prenotazione di alloggi a Palermo e in Sicilia. La nostra missione è fare esplorare, amare e desiderare di visitare o tornare nella nostra bella isola. L’obiettivo è andare oltre gli stereotipi, fornire suggerimenti accurati e aggiornati nonché la professionalità di uno staff locale e internazionale costituito da persone che vivono e conoscono Palermo in profondità».

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Prima di salutarci, ho ancora un’ultima domanda, che in realtà è più una curiosità personale:

D: Quanto del tuo essere siciliano metti nel lavoro e quanto l’essere siciliano ha influito nelle tue decisioni professionali?

R: «Rispetto alla prima domanda, credo poco per la verità. Viaggiare tanto mi ha permesso di capire che sono molto adattabile e permeabile ai contesti nuovi: quasi un camaleonte. Ma l’essere siciliano ha inciso in qualche modo nelle mie scelte. Ho deciso di rimanere perché volevo cambiare quello che non mi piaceva della Sicilia. Non credo di esserci ancora riuscito e per questo mi ostino a restare».

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