Pietro Calandra: Sicilia, chiacchiere di scienza

Pietro CalandraSicilia e scienza. Fin dall’antichità questo binomio ha caratterizzato la nostra isola. Desiderio di scoprire e conoscere, è così che il sapere si traduce poi in realtà. Per Sicilian Secrets intervisto Pietro Calandra, chimico e fisico palermitano. Un curriculum da capogiro, un’inesauribile passione per la ricerca e la divulgazione.

Chi l’ha detto che parlare di scienza è noioso o complicato? Incontro Pietro Calandra presso il CNR di Roma e, per citare un suo libro, iniziamo una chiacchierata da salotto tra il semiserio e il filosofico.

Pietro Calandra

Chimico e fisico. Ma anche scrittore e divulgatore. La prima domanda non può che essere relativa alla nascita di questa passione diventata poi un lavoro.

«Nasce ai tempi del liceo grazie a un’insegnante di scienze davvero unica», racconta. «Mi ha fatto amare la biologia al terzo anno. Da lì, il passo è stato breve: la facoltà di chimica è stata una scelta senza esitazioni. Così come il dottorato e la seconda laurea in fisica. Ho la fortuna di fare il lavoro che ho sempre desiderato».

Pietro Calandra

Provate a cercare Pietro Calandra su Google e davanti all’elenco delle sue pubblicazioni ed esperienze, non soffermatevi soltanto sui complicati paroloni tecnici, bensì sul suo mestiere di divulgatore. La scienza è condivisione, ma qual è il segreto per farlo in modo vincente così da permettere anche ai ‘profani’ di accostarsi a queste tematiche?

«Davvero una bella domanda! Non serve dare troppe notizie per fare una buona divulgazione: col cellulare chiunque può scaricare megabyte di informazioni in un attimo. Basta coi libri pesantissimi e lunghi, chiari solo per pochi addetti. La divulgazione deve riuscire, oggigiorno, a instillare curiosità. È cruciale stuzzicare la mente. Quale migliore tecnica dell’umorismo e dell’ironia quindi? Siamo in un periodo di bombardamento mediatico, pertanto è solo con questi strumenti che si può ‘acchiappare’ l’attenzione dei giovani (e non solo) e trasmettere loro interesse per questo o quel fenomeno».

Pietro Calandra

Pietro Calandra e la Sicilia. La tua vita adesso è a Roma, ma quanto influisce sul tuo lavoro l’essere siciliano?

«Nella mia professione molto poco, in quanto mi interfaccio con persone di Paesi diversi. La provenienza non conta: è questo il bello del mondo scientifico. Si comunica e si opera con l’obiettivo di fare scoperte scientifiche indipendentemente dal sesso, dalle origini e dal titolo di studi. Tutto cambia nei contesti extra-lavorativi: mi piace dire che son siciliano e vedere le persone sospirare frasi come “Che bella la Sicilia! Bel mare…buon cibo…bella gente”. Insomma, l’essere siciliano non influisce molto sul lavoro, ma nei momenti di pausa direi che fornisce ottimi argomenti di conversazione!».

Qual è il rapporto con la Sicilia? Cosa ti porti dentro della tua terra?

«Il mio rapporto con la Sicilia lo definirei controverso. In un primo periodo della mia carriera ho insegnato chimica-fisica al corso di Laurea in Biologia a Caltanissetta. Ho costruito un rapporto magnifico con gli studenti ai quali spero di aver lasciato un seme di amore per le materie scientifiche. Successivamente, un po’ per seguire il cuore e un po’ per motivi di natura più burocratica, sono stato pressoché costretto a trasferirmi nel Lazio. La nostra terra è fantastica, ricca da tutti i punti di vista. Abbiamo risorse economiche, culturali, intellettuali, ambientali…motivo per cui, appena ho delle ferie vado con piacere».

 

Pietro Calandra

Prima di congedarmi, parliamo di futuro. Tanti i sogni nel cassetto di Pietro Calandra: scrivere molti libri per far rinascere nei giovani una cultura scientifica. Indispensabile per una società migliore. Ma soprattutto un figlio in arrivo, il progetto sicuramente più importante…e ambizioso!

E dopo avergli fatto i migliori auguri da parte mia e di Sicilian Secrets, gli chiedo di chiudere con una citazione. Ci pensa un attimo e poi menziona Ippocrate e delle parole, che oggi più che mai, suonano ancora attuali:

«Esistono soltanto due cose: scienza ed opinione; la prima genera conoscenza, la seconda ignoranza».

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