NINA, ovvero la coscienza dei siciliani onesti
Felice debutto di NINA, monologo contemporaneo di teatro visivo
Al Teatro Stabile di Mascalucia (CT), in un clima di sentita partecipazione, felice esordio di NINA di Gaetano Sanfilippo.
Nina, nella finzione teatrale, è la figlia di Giovanni Brusca boss mafioso soprannominato, per la sua inaudita ferocia, ” scannacristiani”.
E’ lui che, materialmente, preme il telecomando nella strage di Capaci, decretando la morte del giudice Giovanni Falcone, della moglie e di tre uomini della scorta ed è, sempre lui, che a mani nude strangola… e poi scioglie nell’acido… il dodicenne Giuseppe Di Matteo, reo solo di essere il figlio del pentito Santino. Ed è, proprio, il piccolo martire a diventare coprotagonista invisibile di questo monologo e la sua assenza ne diventa presenza costante e pregnante.
Nina, interpretata dall’intensa Elena Marri, nonostante sbatta in faccia al pubblico tutto l’orrore di cui è permeata la figura del padre, riesce a fare intravedere un barlume di luce in fondo al tunnel…un bagliore che sa di speranza, di riscatto per una terra bellissima che, spesso, viene violentata e consegnata al giudizio dei siciliani onesti e del mondo intero: una lotta impari, quella tra il Bene ed il Male laddove la distanza è appena percettibile ma esiste, indubbiamente. Una lotta che vede contrapposte anime innocenti e mostri travestiti da uomini, come nei fatti narrati.
Nello spettacolo, che si avvale dell’attenta regia di Carlo Alfano, l’esistenza della figlia immaginaria di Brusca scorre su binari che le impediscono un’esistenza serena ma che, grazie alla condivisione dei suoi sentimenti con chi ascolta il suo sfogo, riesce a trovare un minimo di pace, a placare il proprio malessere e a continuare a vivere.
A venticinque anni dalla strage di Capaci, l’opera si pone come doveroso omaggio alle tante vittime di mafia e, allo stesso tempo, come momento di riflessione affinchè in Sicilia si possa affermare sempre più la cultura della legalità.
Silvia Ventimiglia, 5 giugno 2017