Seguendo la suggestione di un suono…
A Tu per Tu con Armando Xibilia, musicista e suonatore di Spacedrum
Essere colpita da un suono, dal grande richiamo evocativo…seguirne la scia, rapita come una bambina dal suono di un novello “Pifferaio magico” e ritrovarmi a Tu per Tu con Armando Xibilia, musicista e suonatore di Spacedrum.
Questo è ciò che è successo, un paio di mesi fa, al “Christmas Palace” che, come ogni anno, viene organizzato a Viagrande nell’incantevole scenario di Palazzo Partanna.
Tra il frastuono festoso dei bambini, in trepidante attesa di entrare nella casetta di Babbo Natale, portatore sano di magia, ed il brusio vivace, ma composto, che fa da sottofondo alle trattative tra standisti ed acquirenti intervenuti a perfezionare le loro spese in un trionfo di puro artigianato d’eccellenza made in Sicily, la mia attenzione – dicevo – viene catturata da un suono armonico, mai sentito…antico e carico di suggestioni e vibrazioni uniche.
Un suono magico ed ipnotico, al contempo.
Un suono capace, nel susseguirsi conciliante delle note, di indurre ad uno stato di calma, di relax…che riesce a trasportarti in altri mondi, in altre dimensioni.
Come per incanto, alla fine di un immaginario filo d’Arianna che seguo, sospinta senza volontà, ritrovo un musicista, seduto su uno sgabello posizionato sul palchetto adibito alle varie performance artistiche, degno corredo della manifestazione.
Mi appare subito calmo…così come la sua musica, quella stessa che esce fuori dal contatto delle sue dita con quello strumento metallico che, lo confesso, vedo per la prima volta.
Man mano che ascolto, cresce in me la voglia di saperne di più: del musicista, di quella musica, di quello strumento.
Questo ciò che la mia vorace curiosità ha scoperto e che vi trasmetto, brevemente.
Partiamo dal musicista, al secolo Armando Xibilia…come dicevo, classe 1956.
Un percorso musicale e formativo, il suo, comune a tanti cultori della musica: a 10 anni, mi racconta, di aver cominciato ad assecondare la sua vena artistica costruendo da sé una batteria “casalinga”, utilizzando 3 sedie…2 coperchi…un fustino di Dixan (era l’epoca in cui la forma era ancora quella cilindrica e non rettangolare e salvaspazio, come oggi!) e 2 cucchiai di legno.
Per 4 anni, è questo l’unico modo in cui può dare sfogo alla sua voglia di fare musica fino a quando, a 14 anni e dopo aver distrutto tutte le sedie e le pentole di casa, riceve in regalo la tanto sospirata batteria “Hollywood” azzurra sulla quale, finalmente, può cominciare a fare musica sul serio suonando il meglio dei suoi miti che, allora come oggi, erano Keith Moon, Ian Paice, Ginger Baker, Nick Mason…Sono gli anni che, con un gruppo di amici, suona in un garage, divertendosi con i generi rock e commerciale.
A 18 anni, Armando comincia ad allargare il proprio confine e passa dall’amata batteria alle percussioni in senso lato e tutto diventa un trionfo di “cubane”, “africane” e “medio orientali”.
E’ già adulto quando, e siamo nel 2002, per Xibilia la musica diventa ancora più presente nella propria vita: è di quell’anno, infatti, la collaborazione con la Joe Mariani Blues Band che lo porta a macinare esperienza su esperienza in vari locali catanesi, protagonista – tra l’altro – di svariate jam session e collaborazioni con importanti gruppi: solo per citarne alcuni “I brigantini”, i “Barrio Cubano”, i “Black Stage”.
Non sazio, il musicista – nel 2004 – fonda i “Ruido”, band che si impone nel panorama siciliano ma che gode di breve vita, sciogliendosi nel 2006.
E veniamo ai giorni nostri.
E’ storia odierna quella che vede Xibilia “duettare” con il pianista Claudio Alibrandi e promuovere il suono dello Spacedrum come novità assoluta, in alternativa alla solita musica dal vivo o in diffusione.
Soddisfatta la mia curiosità sulla persona, che a pelle mi ha colpito, chiedo spiegazioni dettagliate su quello strano strumento che grazie all’abile ticchettio delle sue dita regala una musica che, come dicevo, concilia pace…armonia…relax.
Colpito dalla mia sana curiosità, Xibilia è un fiume in piena e mi racconta, carico di entusiasmo, che si tratta di uno strumento idiofono in acciaio, della famiglia degli Handpan. Una percussione costruita ed accordata rigorosamente a mano da dita esperte, cugino diretto del Trinidad e fratello dell’Hangdrum svizzero.
Con tono pacato, in linea con il suono cui dà vita con il suo strumento, Xibilia mi racconta che la creazione di melodie sempre diverse unite all’improvvisazione, dettata dall’emozione del momento, è motivo di sempre maggiore soddisfazione. Per lui e per quei pochissimi musicisti che, al momento, di dedicano allo Spacedrum.
Che dire?
Non resta altro che ascoltarla, questa musica.
Musica che, ripeto, concilia pace…meditazione…relax, perfetto antidoto al logorio della vita moderna, per dirla come una vecchia pubblicità televisiva, e se ciò era utile negli Anni Sessanta, figuriamoci ora!
Alla prossima!
Silvia Ventimiglia, 22 febbraio 2016