A Tu per Tu con Monsignor Gianni Lanzafame Di Bartolo: una vita dedicata a Maria!
“Un vanto per la Chiesa…” questo il giudizio di Papa Radzigter in relazione alla copiosissima produzione letteraria dell’alto prelato catanese, ormai trapiantato in Spagna.
L’incontro avviene in una splendida mattina di inizio estate, nel giardino di una villa a strapiombo sulla Timpa acese. E’ lì che abitano amici di vecchia data di Monsignor Gianni Lanzafame Di Bartolo, anzi di Padre Lanzafame Di Bartolo o, semplicemente…di Padre Gianni, come preferisce essere chiamato.
Perfezionata la conoscenza con una schietta e sincera stretta di mano, ci accomodiamo in un comodo salottino da giardino e…
Padre, Lei è classe 1954…
M’interrompe quasi subito preso com’è dall’entusiasmo e dalla foga di raccontarsi, cifra che manterrà alta per tutto il tempo del nostro breve incontro.
Si, ho avuto la sorte e la fortuna di nascere nell’anno mariano.
Pensi, l’anno della mia nascita fu il primo anno mariano della storia, indetto da Papa Pio XII – Papa Pacelli – in occasione del centenario del Dogma dell’Immacolata.
Questo mi ha marcato, in un certo senso ed ha segnato i miei passi nella vita.
Devozione alla Madonna, già presente nel cuore di mia madre, Maria Vittoria ed in quello di mia nonna Concetta.
Poi, sa…questa devozione, fin da piccolo…avendo vissuto io tra Catania e Palermo…è stata intessuta da varie celebrazioni.
La Madonna è sempre stata presente nella mia vita fino a quando fui chiamato al sacerdozio e…
E questo avvenne verso i 17 anni, giusto?
No, per la verità a 13 anni. Poi, in seno alla mia famiglia, ci fu una disgrazia…la morte di un mio fratellino in un incidente d’auto e siccome, quando un figlio entrava in seminario, significava vederlo solo un paio di volte l’anno…ebbi il permesso di tornare a casa e di stare accanto ai miei genitori.
Ho frequentato il Seminario a Catania, da esterno, fino a che fui ordinato sacerdote….per l’appunto e ciò, pensi un po’, avvenne proprio il giorno della Madonna di Loreto per espresso desiderio di mio padre che, essendo stato militare dell’Aviazione…volle che fossi ordinato lo stesso giorno in cui si celebrava la Regina dell’Aviazione.
Poi, Monsignor Picchinenna mi mandò al Marianum a Roma a studiare antropologia religiosa e…insomma… la Madonna è sempre stata presente nella mia vita e mi ha accompagnato nelle varie fasi.
Padre Gianni, mi viene da pensare che questa devozione alla Madonna L’accomuni, in un certo senso, a Papa Woytila…che dedicò proprio il Suo pontificato a Maria, no?
Come no! Io ho avuto la fortuna di conoscerLo, sa? Poco prima di laurearmi… il Papa visitò il Marianum. Ricordo che i miei relatori Gli fecero presente che a breve avrei discusso la mia tesi ed Lui volle benedirla oltre a mostrarsi interessato a sapere la storia della Madonna del Rosario…di quella dell’Indirizzo a Catania…di Santa Maria della Mecca…”Ma come mai…si chiama della Mecca?” mi chiese
Mi rivedo, con profonda commozione, spiegare a Sua Santità che prima trattavasi di una Moschea araba trasformata, poi…agli inizi del XVIII secolo… da un Vescovo, Monsignor Galletti, in una Chiesa e poi, ancora…dall’Arcivescovo Salvatore Ventimiglia in Chiesa, oggi attuale cappella dell’Ospedale “Garibaldi”.
Ricordo che mi invitò ad alzarmi…a me che stavo devotamente in ginocchio… e mi volle nella foto di gruppo mentre io, mi tenevo a distanza non osando avvicinarmi.
“No, no…il siculo. Il siculo qui!” e si premurò che mi avvicinassi.
Conservo una bellissima foto in ginocchio davanti a Lui che mi pone le mani sulle spalle.
Che ricordi meravigliosi!!!!
Poi, piano piano…sono diventato, prima, Amministratore parrocchiale di Maria Ausiliatrice e di San Domenico Savio nella periferia Nord di Catania, poi Vice cancelliere della Curia e Vice Parroco della Cattedrale.
Ed ancora, fui mandato come arciprete a Belpasso nella Chiesa dedicata all’Immacolata e così via…tante le esperienze maturate. Tantissime.
Un’attività molto intensa che mi ha visto anche collaborare intensamente alla nascita del Museo diocesano di Catania che oggi è il fiore all’occhiello dell’ Arcidiocesi della città e, tra un incarico ed un altro, ho insegnato in Seminario ed ho sempre predicato. Molto, moltissimo. Specialmente ad Acireale, ai tempi di Monsignor Malandrino.
Ma da dove nasce questo culto alla Madonna?
Ma guardi, proprio alla luce di ciò che predicava Giovanni Paolo II, ho sempre cercato di vedere questa figura come una figura ponte…tra la Trinità e l’uomo. Nella nostra bellissima terra…e, a tal proposito, Le ricordo che Pio XII disse che la nostra terra era proprio feudo di Maria…ogni angolo è dedicato alla Madonna. Pensi ad Acireale…alla pescheria…..se si percorre, ad esempio, la via Dafnica…si incontrano 5/6 immagini di Maria…insomma, Maria è sempre presente.
E’ la Madonna che ci porta a Cristo e, pertanto, se noi crediamo…la Madonna, madre dell’Umanità, ci porta a Cristo.
Padre Gianni, il culto alla Madonna ha avuto una forte spinta dopo il Concilio di Trento…è corretto dirlo?
Ma guardi, la Madonna appare già nel IV/V secolo. L’autore degli Atti degli Apostoli racconta di come ci fosse Maria, la madre di Gesù, in mezzo a Loro.
Insomma, non ha mai lasciato soli i Discepoli dopo l’Ascensione di Gesù.
Certamente, il Concilio di Trento….con le processioni…i grandi altari… ha celebrato questa bellezza di Maria elevata a catechesi. Poi abbiamo l’Ottocento dei dogmi e delle apparizioni. E’ l’epoca dell’apparizione a Lourdes, a Bonnet…del dogma dell’immacolata. L’ottocento prepara alla prima guerra mondiale. Dopo questa, a Fatima, Pio XII affidò l’Umanità al Cuore Immacolato della Madonna…la famosa peregrinatio della Madonna di Fatima che, in elicottero, raggiunse tutto il mondo. Subito dopo, abbiamo Giovanni XXIII…il Papa di Transizione, che “apre” con il Concilio. Insomma, la Madonna appare sempre più presente nella vita della Chiesa.
Non c’è Chiesa senza eucarestia, senza parola…e senza la presenza materna di Maria.
Giovanni Paolo II incarnò il culto di Maria…ci fu un boom della devozione alla madre di Gesù…un nuovo anno mariano…un’enciclica, Redentoris mater e così via…
Padre Gianni, Lei dal 2000 vive a Siviglia. Cosa ama far conoscere della Sua, nostra terra?
Tutto! Soprattutto amo far conoscere quelle che sono le nostre tradizioni. Nel mio ultimo libro, che parla di Acireale…illustro, ad esempio, quelle che sono le“vare” della cittadina: quella di San Sebastiano, di Santa Venera, di San Michele, della Madonna del Rosario. In “Barocco in processione” cerco di far conoscere quella che è la vera realtà della nostra terra che non presenta solo quelli aspetti che vengono proposti, montando la realtà. Insomma la nostra realtà non è solo quella che propongono i vari Padrino Uno, Padrino due e tre.
Quando arrivai a Siviglia, ripeto 16 anni fa, la prima domanda che mi veniva rivolta era “Come va? Come va la mafia in Sicilia?”
Sa cosa rispondevo?
“La mafia? Male, va male…vede: aveva un cappellano, io… ed ora non ce l’ha più. Poi, vedeTe…c’è mafia in Cina, mafia in Russia…insomma, l’abbiamo esportata, siamo rimasti senza, noi!”
Vede è da 40 anni che scrivo…38 i libri pubblicati.
Faccio la mia parte, come posso…faccio vedere quella che è la parte storica, quella folcloristica…il buon cuore della nostra gente.
Certo, non posso parlare di cucina perchè non ne capisco nulla ma certo, parlando di Sant’Agata, non posso non parlare delle “minnuzze” un modo che abbiamo avuto noi siciliani per addolcire il martirio della nostra Patrona.
Così come non posso non raccontare il miracolo delle olivette…quelle che caddero copiosamente dall’albero testimone del martirio della nostra amata santa.
Io vivo al centro di Siviglia e dalla mia casa passano tutte le varie processioni della città. Sa cosa succede? Ogni volta, il mio pensiero va alle processioni del “Venerdì Santo” in Via Crociferi…alle processioni dei Misteri di Trapani…a quelle di Caltanissetta.
In Spagna, nel corso dei secoli, hanno trasformato quelle che dovevano essere processioni meste in qualcosa di gioioso. Le chiamano, infatti, “Feste di Primavera” .
Da noi, invece, a parte la domenica di Resurrezione…e qualche processione gioiosa come quella della Madonna “Vasavasa” di Modica…da noi solo marce funebri come quella di Chopin…marce che, indubbiamente, invitano alla preghiera.
Comunque sia, tra Andalusia e Sicilia ci sono varie assonanze…mari che comunicano.
Ricordo che il Cardinale Amico…per 28 anni arcivescovo di Siviglia… è venuto spesso in Sicilia ed ogni volta ha avuto parole di ammirazione per la nostra Terra e per i siciliani.
Padre Gianni, questa continua aggressione della Lega non è servita secondo Lei a rimettere in moto quel sentimento di appartenenza e di orgoglio che spesso è stato soffocato in noi siciliani? Ed ancora, non crede si tratti comunque di una visione più politica che poco appartiene alle persone?
Ha perfettamente ragione. Una scelta ed un sentire politico che poco hanno a che vedere con la percezione della gente. Lasciano il tempo che trovano, secondo me.
Padre Gianni…tantissimi i libri pubblicati. Ne cito solo alcuni…come esempio della vasta mole di produzione letteraria:
“ A Maria, salvezza nostra” che, scritto nel 1984, fu il primo libro a portare la Sua firma; “La Chiesa di San Camillo, arte sacra sul culto alla Madonna della Salute” ed ancora, “Lucia, luce di Cristo”, “Catania mariana” prima e seconda edizione, “Il culto di Maria oggi”, “Sant’Agata, festa barocca”, “Il culto di Santa Rosolia a Siviglia ed Andalusia”, “Sicilia, feudo dell’Immacolata Concezione”, “La madre dolorosa nel Regno delle Due Sicilie ed Andalusia” e così via.
Si, grazie. Papa Benedetto XVI ebbe a dire “Questo è un orgoglio per la Chiesa. Ma come ha fatto…a scrivere e, nel frattempo, ad insegnare e a fare il parroco?”
Sa cosa Le dico…io dormo il giusto e la mattina presto amo scrivere.
Padre Gianni…si parlava di apparizioni. Quale il Suo punto di vista rispetto a questo moltiplicarsi di apparizioni mariane? Prudente come l’atteggiamento della Chiesa tutta o cosa? Penso a Medjougorie, ad esempio…
Si…io ci sono stato due volte. La prima…dopo la prima apparizione. Allora il gruppo dei veggenti era numeroso. A Tal proposito, Le ricordo cosa cita un decreto di Papa Urbano VIII:“Le apparizioni non sono dogma di fede…” non sono necessarie affinchè noi crediamo, insomma. Medjougorie oggi è diventato un punto di riferimento per centinaia di milioni di giovani. Ed è già un miracolo, secondo me, tanto più che lì non c’è nulla. Insomma, quando si va a Lourdes, a Fatima è diverso ma lì non c’è nulla….proprio niente solo una parrocchia semplice. Questo è ciò che di straordinario avviene lì. La presenza di Maria si avverte…e poi, la devozione vera a Maria è fatta di sacrificio. Se per raggiungere un luogo si affrontano tanti disagi…si cammina a piedi…in condizioni difficili…qualcosa deve pure esserci o no? Qualcosa significherà! Per me è già un miracolo, questo! Anche a Fatima, ad esempio…quella piazza enorme che si riempie…pensi a Lourdes dove arrivi ad una fonte e bevi da un bicchiere dove magari, prima, può aver bevuto qualcuno che sai potrebbe avere avuto un tumore…questo è già miracolo per me al di là della veridicità delle apparizioni. Questo è il miracolo che supera tutto, fermo restando che sono d’accordo con ciò che ha detto Papa Urbano e cioè, ripeto, che le apparizioni sono sono condizioni per credere ma…certamente, aggiungo io, aiutano a credere. Quelli sono luoghi di preghiera per moltitudine di persone.
Padre Gianni, tornando alle Sue amate processioni. Ho letto che Lei fu artefice a Catania del ritorno della processione della Madonna dell’Indirizzo.
Come no…si!Guardi, io sono nato a Catania nei pressi di Piazza Mazzini, a due passi dalla Pescheria ed ho sempre coltivato la pietà popolare. Lì la parrocchia è intitolata alla Madonna dell’Indirizzo. Io ebbi, da giovane sacerdote, il grande onore di far restaurare la statua da un grande Maestro. Il simulacro è di Roche Balduche…di epoca spagnola…quando Vicerè a Catania era il Duca d’Ossuna. Il culto si rifà ad un’apparizione miracolo della Madonna del Carmine nel 1612. Eravamo…dopo il Concilio Vaticano II…anni intorno al ’68…il quartiere si andava spopolando…e con esso si andava affievolendo anche il culto. Non che fosse finito, no di certo… ma andava scemando! Fatto rettore della Cattedrale…mi diedero anche la Rettoria dell’Indirizzo e così parlando e confrontandomi con la gente del popolo (macellai…pescivendoli…alimentaristi) …da più parti insistevano…”Padre Gianni, Lei che è del quartiere…ma perchè non rifacciamo la processione?” Dissi “Facciamo una cosa…la Madonna esce, la domenica dopo il Carmine…a luglio, in pieno caldo. Va in Piazza Pardo, facciamo la messa e all’offertorio dona quello che può agli enti più poveri della città. Presente la Madonna. E poi diciamo un Rosario meditato, alternandolo con la musica…itinerante: Porta Uzeda…Piazza Duomo, Via Garibaldi, Castel Ursino e rientro.
Conditio sine qua non…però, dovrà essere quella di portare la Madonna a spalla, senza motori o ruote.
E così è andata avanti per sei anni, eh? Poi, con il mio trasferimento a Siviglia, la fecero per un altro anno ancora e poi basta.
Sa non tutti i sacerdoti hanno il tempo…la visione…
La statua comunque è a visibile, al momento, nel salone d’Oriente dell’Arcivescovado non essendo ancora stata restaurata, per lungaggini burocratiche, la Chiesa che la ospitava.
Lo stesso culto è presente nell’Acese, eh? Nella cappella dei Nicolosi vicino alla villa …vi è un bellissimo dipinto della Madonna, ad esempio.
Ed ancora, la diocesi di Acibonaccorsi è dedicata alla Madonna dell’indirizzo. Tra Viagrande e Trecastagni, poi, in una stradina secondaria… c’è una cappella dedicata alla Madonna dell’Indirizzo e così pure a Piazza Armerina. Il culto nacque tra il 1610/1612.
Ora si chiederà come mai di questo culto…Sa qual è la storia?
Il Duca d’Ossuna arrivò in Sicilia, con la Sua famiglia…Sua moglie…i Suoi figli…in una notte di tregenda. Il mare era agitatissimo e la nave rischiava di naufragare.
Patrona della Marina spagnola era, allora, la Madonna del Carmine e fu Lei che il duca invocò essendo in pericolo.
Ad un tratto, vide una luce…un faro e riuscì ad attraccare, sano e salvo, al porto di Catania.
La cosa miracolosa è che, una ventina d’anni prima in occasione di un disastroso terremoto, la città aveva perduto il faro….insomma, non aveva un faro!
Quindi, quando attraccarono a Catania vicino alla pescheria, il duca trovò un’edicola con una lampada ad olio che aveva funto da faro ed lo aveva indirizzato verso la salvezza.
Da allora, quella Madonna del Carmine venne chiamata dell’Indirizzo e quando il Papa venne a Catania…pensammo che sarebbe stato bene, quando il Santo Padre si fosse affacciato su Piazza Alcalà, farGli vedere quella Madonna.
Il Papa notò che lo scapolare che portava rappresentava la stessa immagine e ne chiese il nome…quella sera, era la vigilia del Suo onomastico che cadeva il 4 novembre…rivolto ai giovani disse “Che la Madonna sia il Vostro indirizzo!”
Padre Gianni, Lei che ha prestato opera in vari quartieri popolari, la vera umanità vive nella periferia?
Vede, la bontà risiede in tutti i quartieri e dovunque c’è, di contro, chi cade nelle tenebre del peccato però è innegabile che il vero cuore alberga tra la sofferenza, nelle periferie…è pane di casa!
Chi non è “umile” che può fare?
Guardi, c’è tanta bontà tra i non “umili”…ho esempi che – per ragioni di privacy – non posso dirle.
Guardi, il cuore dell’uomo è fondamentale buono e lo si può ritrovare ovunque. Pensi, quando gravitavo tra la parrocchia della Cattedrale e la Collegiata…le famiglie di riferimento erano quelle della nobiltà catanese…i Nava, discendenti del cardinale…i Paternò Castello…bastava dare loro l’”indirizzo”, per l’appunto, e mai si sono tirati indietro.
Cos’è che inquina l’animo umano, Padre Gianni? Il denaro o cosa?
La tv…internet. Non preghiamo più…siamo concentrati su di noi e su quello che vogliamo.
Dove c’è l’IO non cè DIO!
Padre, quale il Suo rapporto con la tecnologia?
Guardi, la uso certamente. Ho, persino, una mia pagina Fb. La uso per divulgare il mio apostolato.
Ripeto, la uso ma…non mi faccio usare, come spesso avviene. E’ uno strumento per divulgare anche i miei libri il cui ricavato, al netto delle spese, è appannaggio esclusivo di opere di bene. Mai visto un soldo, io…ci mancherebbe! E così sarà con “Catania mariana” che presenterò in questi giorni. La tecnologia è anche uno strumento per comunicare sui grandi temi che attanagliano la Chiesa.
Rispetto all’ISLAM…siamo in pericolo come cristiani, secondo lei?
Guardi, certo siamo in pericolo se parliamo di integralismo islamico, quello sì. Ma io voglio soffermarmi sull’integrazione che può esistere. Pensi, io ho un grandissimo amico che è marocchino. Certo, abbiamo abitudini diverse…io prego il Padre Nostro…Lui recita le preghiere tratte dal Corano. Su queste basi si può costruire tutto ma bando agli integralismi…di qualsiasi natura essi siano.
Guardi, anzi la faccio parlare con il mio amico…aspetti.
Padre Gianni, a questo punto, compone il numero del Suo amico marocchino che vive in Spagna…vicino casa Sua.
“Simo…una mia amica voleva chiederTi quale il rapporto con i cristiani?”
Una voce dal forte accento spagnolo, risponde entusiasticamente…
“Il nostro è un rapporto bellissimo! Una scoperta continua…una promessa di fede”.
“Contento, quindi, del rapporto…niente barriere?Quale il segreto del Vostro rapporto?” aggiungo io
“Confianza ed amor…” chiosa Simo
“Cammino verso Dio… confidenza ed amore” ribadisce Padre Gianni.
In conclusione, chiedo a Padre Gianni quali i progetti per il futuro…
Continuare in ciò che sto facendo. Forse un ritorno in Sicilia dopo 16 anni di vita di esperienze uniche. Starà ai miei superiori decidere.
Cosa porterà dalla Spagna…
La chiesa è una…santa e cattolica. L’importante è vivere il Vangelo.
Spengo il registratore e Padre Gianni continua a parlarmi dei tanti problemi della gente del quartiere sivigliano dove insiste la sua parrocchia. Mi parla di sofferenza ma anche di solidarietà, di integrazione nonostante le diversità…e di come l’arte possa essere un tramite per arrivare a Dio!
Come darGli torto…alla prossima!
Silvia Ventimiglia – Giugno 2015