E se vai a Palermo… lo Street Food ti aspetta!!!
Pani c’a meusa, stigghiola, frittula, quarume, panelle, cazzilli, rascatura …. di che stiamo parlando?
In attesa del “Panormvus Street Food Festival”, una nuova iniziativa collegata all’Expo 2015 di Milano, di cui presto sapremo date e luogo, vogliamo farvi conoscere il leggero e sano cibo di strada palermitano. E’ un eufemismo l’avete capito, tuttavia non si può mettere in dubbio il fascino delle sue origini, la sua bontà e il suo inconfondibile gusto.
Almeno una volta nella vita dovete assaggiare “U pani c’a meusa”. Con straccetti di milza e polmone di vitello, già bolliti e poi soffritti nello strutto, viene riempito un morbido panino rigorosamente con semi di sesamo. Esistono due varianti: “u pani maritatu” e “u pani schiettu”. Il primo è contraddistinto da caciocavallo grattugiato, il secondo è molto semplice, si aggiunge solo del limone spremuto. Ovviamente alla preparazione ci pensa “u meusaru” con il suo tipico pentolone!!!
Gli schizzi caratterizzano la preparazione durante il taglio di quest’ altra pietanza: “I stigghiola” ! Sono le budella, o se volete l’intestino, dell’agnello, ma spesso anche del capretto. Vengono lavate per bene in acqua e sale, condite con del prezzemolo, infilzate in uno spiedino e cucinate alla brace. Generalmente vengono servite a piccoli pezzi o dentro un panino o semplicemente in un piattino con del limone.
“A frittula” è una pietanza un po’ più complicata. Si tratta di frattaglie derivate dalla lavorazione della carne bovina, quindi parti callose, cartilagini e quant’altro possa essere recuperato. Dopo un lungo processo di bollitura il tutto viene fritto con lo strutto, insaporito con varie spezie, riposto in un grande cesto di vimini e coperto con dei panni per mantenerne il calore. “U frittularu” non fa mai vedere il contenuto del suo “panaru” (il cesto) e, al momento della vendita, ne tira fuori una porzione che viene servita solitamente in un foglio di carta oleata o all’interno di un panino.
“U quarume” è un bollito misto composto di viscere di vitello cucinate nella tipica “quarara” con diverse verdure: cipolle, sedano, carote… Viene servito caldo con sale, pepe, olio e limone.
Non pensate che i palermitani non abbiano pensato ai vegetariani! Per loro troverete facilmente panelle, cazzilli e raschiatura.
Le panelle ve le abbiamo già fatte conoscere (sulla nostra rubrica “Ricette” trovate infatti come prepararle); i cazzilli sono le tipiche crocché di patate fritte di forma ovale, niente di strano… però i palermitani le chiamano cazzilli!
Concludiamo con la rascatura. La forma è uguale ai cazzilli, ma l’occhio più esperto nota le differenze. Si presenta più irregolare e con un colore leggermente più scuro. C’è il suo perché! La rascatura, infatti, si ottiene “raschiando” pentole e teglie dove sono state preparate panelle e cazzilli, vengono poi raccolti i residui d’impasto non utilizzati e, mischiati, vengono quindi fritti. Alla fine la raschiatura è un cazzillo più gustoso perché tra i suoi ingredienti non ci sono solo patate, ma anche farina di ceci e talvolta cipolla rossa.
Il limone è l’accompagnatore sempre presente di queste pietanze di strada…
Con il nostro tour passeremo un’ intera giornata a Palermo. Allora potete già pensare di scegliere il vostro “street dish” e preparare le vostre papille a gusti e sapori diversi e indimenticabili!!