Una Catania luminosa per la sua amata protettrice Sant’Agata
L’ Epifania tutte le feste porta via… ma così non è per la barocca Catania.
Qui tutto è in fermento per i preparativi in onore della Patrona Sant’Agata, vergine e martire catanese la cui storia, dall’irresistibile fascino, commuove anche gli animi più duri. La nostra Agata resistette alle scelleratezze di una società corrotta, agli abusi di potere, non facendosi trascinare in ritrovi dionisiaci e orgiastici e mantenendo integra la sua moralità e dignità.
E i suoi miracoli sono legati all’Etna infervorata, alla terra che trema, all’ avvicinarsi di epidemie…
Ogni anno dal 3 al 5 febbraio, da tempi antichissimi, Catania diventa un teatro luminoso per ringraziare l’amata Santa.
È proprio la luce in ogni sua forma a caratterizzare questa antica festa religiosa, una delle più spettacolari e sentite feste di tutta la Sicilia, bene etno-antropologico e patrimonio dell’Umanità che raccoglie migliaia di pellegrini, fedeli, turisti e curiosi da ogni dove. E proprio per la grande affluenza è considerata tra le tre feste cattoliche più importanti a livello mondiale.
Le strade principali del centro vengono allestite con suggestive illuminazioni artistiche che cambiano di anno in anno e al culmine della famosa salita di San Giuliano, una delle strade più importanti e particolari della città, domina, visibile anche da lontano, un grande mosaico di luci colorate raffigurante una scena della vita della Santa.
Giochi pirotecnici e piro-musicali accompagnano le giornate di festa con un inizio spettacolare giorno 3,” u’ focura’ sira o tri’” diviso in due momenti che coinvolgono Piazza Duomo e Villa Pacini.
E ancora luce con le “cannalore”, oggi 12 in tutto. Rappresentano il cero votivo offerto dalle varie categorie culturali e lavorative della città; abbellite con statue, fiori ed angeli, sono dei veri e propri candelabri scenografici e sfilano per la città insieme al pregiato fercolo d’argento che custodisce la preziosa statua della Santa luccicante di oro e gemme.
Una sfarzosa atmosfera, una magia impazzita, barocca. In mezzo a fiumi di folla delle scie bianche si muovono con un ritmo ondulatorio: sono tutti i devoti che si contraddistiguono per il loro abbigliamento, indossano infatti il tradizionale sacco agatino e un berretto di velluto nero. C’è chi agita fazzoletti bianchi in segno di esultanza, chi porta con sé grossi ceri o piccole candele, chi grida ed esulta.
Nel corso dei tre giorni di festa un suggestivo folklore si intreccia ad antiche usanze, tutto ciò per la protettrice dei catanesi che proprio in virtù dei suoi miracoli è stata adorata e continua, ancora intensamente, ad essere venerata e amata anche da chi catanese non è.