A Tu per Tu con Fabio Tracuzzi, Capo Ufficio Stampa Taormina Arte

” Tra i miei ricordi più belli…il periodo in cui ero uno dei “siciliani” di Pippo Fava”
Che fosse un tipo sui generis, uno di quelli che Ti colpiscono immediatamente anche solo per l’approccio un po’ burbero ma schietto, me n’ero accorta già anni fa quando scoprì di esserne vicina di casa. Per me, fino ad allora, era solo un nome, un nome importante nel mondo giornalistico siciliano. Niente di piu’, però! Man mano nel tempo, incontrandoLo nella quotidianità…lontano dal mondo del lavoro…il rispetto per il professionista ha cominciato ad andare a braccetto con la simpatia umana per quest’uomo che non fa nulla, dicasi nulla, per apparire simpatico. A molti, infatti, non Lo è! A me…tantissimo! Sarà forse per quel baffo malandrino che, ho scoperto di recente, è stato fatto crescere ad arte per coprire i segni di uno di quei “corpo a corpo” che, negli anni caldi di Catania, contrapponeva Sinistra e Destra. Anni di forte tensione, sicuramente, ma anche – alla luce dello spettacolo che ci fornisce la politica oggi – appaiono ed erano anni di tensione emotiva, di difesa strenua di valori, di ideali. Merce rara al giorno d’oggi e, quindi…onore al merito! Bene, tornando a Tracuzzi, che oggi posso chiamare simpaticamente Trac…avvicinandosi il giorno deputato all’intervista, ho avuto necessità e piacere di approfondirne il profilo ed allora la stima, la simpatia hanno preso definitivamente il volo. Cio’ che segue ne è la testimonianza e pertanto…premo rec.
Conversare con l’ospite di oggi ci permetterà, alla vigilia proprio del suo debutto, di parlare del ricco calendario di “Taormina Arte”. Lui è, infatti, Fabio Tracuzzi giornalista e Capo Ufficio Stampa di “Taormina Arte”.
Dottore Tracuzzi, innanzitutto, grazie di avere accettato di incontrarci.
R. Grazie a Voi per l’attenzione che ci dedicate.
Allora… so che Lei nasce nel 1952 a Messina e diventa giornalista professionista nel 1980, dopo aver svolto il praticandato presso “Il Gazzettino di Venezia”. Dottore Tracuzzi quello di giornalista è il lavoro che Lei aveva sognato di fare sin da piccolo o lo ha incontrato, diciamo, per caso?
R. No, per caso no. In effetti, sin da piccolo… volevo fare l’ingegnere, l’ingegnere nucleare. Poi mi sono iscritto al Liceo Scientifico e sono stato sempre bocciato in Matematica…di contro scrivevo molto bene ed allora ho cominciato a cullare la passione per il giornalismo e… non avuto mai altri tentennamenti.
Ecco. Da “Il Gazzettino di Venezia”, poi, Lei torna a Catania dove è stato Capo servizio sportivo a “Il Giornale del Sud”…questo tra l’81 e l’83. “Il Giornale del Sud” che allora rappresentò una nuova realtà editoriale ed era diretto da Giuseppe Fava. Allora si riteneva che l’avventura di questo giornale avesse i presupposti per continuare ed invece cosa successe realmente?
R. Beh! L’esperienza de “Il Giornale del Sud” fu un’esperienza professionalmente straordinaria perchè con un direttore come Pippo Fava…l’esperienza fu straordinaria nel senso che Lui era Pippo Fava, io ero l’unico giornalista professionista della redazione e “Il Giornale del Sud” era, dopo “Il Quotidiano di Lecce”, il primo giornale in Italia che si faceva con il metodo “a freddo” cioè senza piombo…in offset, in fotocomposizione e, quindi, a bassissimi costi…almeno lo doveva essere ma…ma noi non eravamo pratici e, quindi, i costi erano ugualmente altissimi. I presupposti perchè fosse un’esperienza esaltante c’erano tutti… c’era entusiasmo, c’era qualità, c’era professionalità…però, si sa che qualsiasi sforzo editoriale, qualsiasi quotidiano, specialmente al Sud dove le vendite sono basse, non ha speranza di resistere se non ha un supporto pubblicitario adeguato e a noi mancò molto il supporto pubblicitario. Non riuscivamo a fare raccolta pubblicitaria.
E, quindi, l’esperienza diciamo naufragò rovinosamente no? Però, sempre al fianco di Pippo Fava nel 1983, Lei fonda “I Siciliani” che rappresentò, per quei tempi, una sorta di bomba ad orologeria rispetto al potere costituito diciamo no? Che Catania era quella di allora? Era la Catania dei 100 omicidi l’anno, del terremoto giudiziario al Tribunale…
R. C’erano piu’ Catania. C’era la Catania che ha appena detto Lei dei 100 omicidi, dei terremoti giudiziari, degli scandali, del centro storico invivibile che veniva raccontata da tutti i giornali. E poi c’era un’altra Catania, quella che nessuno raccontava e che Pippo Fava e “I Siciliani”, invece, cominciarono a raccontare. La Catania dei Cavalieri del lavoro, la Catania di Santapaola, la Catania della mafia…Catania città mafiosa, Catania capitale della mafia. Questa era la Catania che nessuno sapeva ci fosse o meglio tutti sapevano che c’era ma nessuno ne parlava.
Ma i catanesi rispetto alle Vostre denunce come si comportavano?
R. La maggior parte era straordinariamente attaccata a questo giornale. Molti dicevano, però, che noi eravamo dei pazzi, che tutto quello che dicevamo non esisteva, che a Catania la mafia non esisteva, che Pippo Fava era un pazzo, che Pippo Fava era un drogato, che Pippo Fava era uno che era stato ammazzato per questione di donne. Furono in molti a dirlo! Questa era la reazione, non della città, ma la reazione delle Istituzioni che, poi alla fine, contano no? E quindi se vogliono Ti avviliscono…Ti spengono!
Una curiosità personale. Insomma, “I Siciliani” era, tra virgolette, un covo di appartenenti alla Sinistra. Penso a Riccardo Orioles. Penso allo stesso Pippo Fava. Ma Lei, che era uomo di Destra, come si trovò in questo consesso?
R. Mah! Io non ero un uomo di Destra…io sono un uomo di Destra, intanto. Quindi, non sono cambiato da questo punto di vista e sono talmente un uomo di Destra che sono intellettualmente libero proprio per questo motivo e…Pippo Fava non era un comunista. Pippo Fava si definiva un socialista a tutti gli effetti, un vero socialista ed io, da uomo di Destra, ero stimato dai miei colleghi di Sinistra, di estrema Sinistra anche. Avevano imparato a conoscermi e a stimarmi in quanto Capo sindacale della redazione sia a “Il Giornale del Sud” sia a “I Siciliani”. Perchè io ero un uomo libero, un uomo di Destra…libero, con le mie idee e che faceva e si batteva per il bene del giornale e dei miei colleghi. Non ero un aderente al PCI o all’MSI che venivano al giornale e non ci davano mai aiuto…nessuno…e ci voltavano sempre le spalle perchè toccavamo sia, per il PCI sia per l’MSI, i poteri forti.
Ma questo, penso, anche perchè la lotta alla mafia prescinde comunque dall’appartenenza ad un colore politico no? E’ assolutamente bipartisan!
R. Dovrebbe essere così…questa parola “bipartisan” inventata da qualche anno…dovrebbe indicare indicare questo ma spesso non è così. Spesso anche la lotta alla mafia diventa un fatto politico, anzi partitico, di appartenenza e, quindi, la mafia vince.

Dottore Tracuzzi, parlavamo poco fa di Pippo Fava al fianco del quale Lei ha lavorato tanti anni, ecco…ai giovani che non hanno avuto modo di conoscerLo…un breve, Suo, personale ricordo.
R. Pippo sembrava un uomo che non dormiva mai nel senso che Pippo aveva un’attività professionale straordinaria. Scriveva pezzi…sempre…tantissimi…bellissimi. Scriveva libri…tantissimi. Disegnava. Viveva…perchè era un uomo che viveva la Sua vita, si divertiva, aveva la famiglia, aveva gli amici, giocava a pallone. Giocava a pallone, però, solo perchè Lui portava il pallone in quanto si diceva che fosse molto scarso e, quindi, nessuno Lo voleva ma siccome il pallone era Suo Lo facevano giocare. Noi della redazione poi, specialmente a “I Siciliani”, ci meravigliavamo di trovarLo sempre per primo in ufficio e sempre l’ultimo ad andarsene e sempre…riusciva a fare un sacco di cose. Quindi pensavamo che non dormisse mai!
Ecco, di quell’esperienza lì a “I Siciliani”, dottore Tracuzzi, cosa ricorda? Quali erano le tensioni che piu’ Vi sostenevano? La consapevolezza di partecipare ad un progetto assolutamente innovativo…paura anche per la propria incolumità fisica in quanto eravaTe davvero no?…giornalisti di frontiera e d’assalto? Voi cosa Vi prefiggevaTe?
R. No, no..paura mai. Paura mai…non so se fu incoscienza o altro però non avevamo paura e non pensavamo che questa esperienza potesse portare a tante tragedie. La consapevolezza che c’era era che, comunque, si stava formando una generazione di giornalisti…nuova… fuori dagli schemi. Giornalisti che non avevano paura di scrivere quello che pensavano di dover scrivere e soprattutto lavoravano in un giornale dove potevano liberamente esprimere le Loro idee e se c’era un servizio d’inchiesta potevano tranquillamente portarlo a termine. Quindi, questa è stata la cosa straordinaria di Pippo. Creare una nuova generazione di giornalisti. Molti si sono persi facendo magari politica altri si sono…fanno ancora i giornalisti e lo fanno in maniera egregia.
Per concludere il capitolo “Fava”. Un Suo ricordo personale. Quale la sensazione avuta la sera dell’annuncio…della notizia…della morte di Fava. Ognuno di noi ha un proprio, personale ricordo pur non avendoLo personalmente conosciuto. Fabio Tracuzzi cosa ricorda di quella sera? (Formulata la domanda, mi ritrovo a vivere quei momenti. Ripenso a me seduta al piano mentre mamma mi implora di intonarLe l’”Ave Maria” di Gounod e mio fratello Andrea che, visibilmente scosso, ci comunica che in televisione stanno passando dei sottotitoli con la ferale notizia. Io e Tracuzzi, come tantissima altra gente, accomunati da stesse vicende… vissute, comunque, da una propria personale prospettiva. La trovo una cosa “magica”).
R. Quella sera ero a casa di un amico… era ancora periodo di feste natalizie…stavamo giocando a carte anche se era il 5 gennaio. Quindi c’era un po’ di gente e, ad un certo punto, fu chiamata la mia attenzione alla televisione perchè passavano dei sottotitoli “Ucciso il giornalista Pippo Fava. Ucciso il giornalista Pippo Fava”. Io pensavo fosse uno scherzo. Non potevo pensare fosse vero ed allora, la prima cosa che ho fatto…ho preso il telefono ed ho chiamato il centralino de “La Sicilia”, C’era lì il signor Pennisi non me lo posso dimenticare e Gli dissi “Sor Penny”…Lo chiamavo così Sor Penny…”Sor Penny..sono Fabio. Fabio Tracuzzi” E Lui mi ha detto “Si, è vero. Hanno ammazzato Pippo”. Ecco, questa è la cosa che non sono piu’ riuscito a dimenticare.
Dottore Tracuzzi, dopo l’esperienza de “I siciliani”, lei ritorna ad un tipo di giornalismo, diciamo, piu’ tranquillo presso l’Agenzia giornalistica “Magazine” di Milano e ricopre la carica di Capo redattore del settimanale “Pallavolo”, edito dalla FIPAV e questo fino al 1986. Nel frattempo è stato anche Capo Ufficio Stampa dei Campionati mondiali juniores di pallavolo. Mi dica se sbaglio, E’ nell’ambiente pallavolistico femminile che incontra la compagna di vita, Doriana Delfino, elemento di spicco della pallavolo catanese? Dal Vostro matrimonio sono, poi, nati Ruggero e Sabrina. Sbaglio? E’ in quest’ambiente che ha conosciuto la signora?
R. No! Nel senso che…è nell’ambiente della pallavolo ma, stranamente, della pallavolo maschile. Perchè ? C’è stato un periodo legato non alla mia professione giornalistica…quando da Milano tornai a Catania…che mi affidarono la direzione generale della Pallavolo Catania che allora era in A1 ed io accettai perchè volevo fare questa esperienza nuova e quindi…cominciai a frequentare il Palazzetto per le partite di pallavolo maschile. E lì ho visto, per la prima volta, questa donna e lì…
La interrompo…Bellissima!
R…grazie! Altrimenti non l’avrei notata, giustamente. E lì, per la prima volta, ho visto questa donna e lì ho detto “E’ lei” e senza chiedermi tante altre cose ho deciso che doveva essere Lei. Poi mi è andata bene, ovviamente ma…non è stato facile.
Ecco, ma rispetto a Ruggero e Sabrina Lei…che padre si sforza di essere?
R. Straordinario!
…semplicemente?

R…Devo essere così! Devo dare assolutamente tanta qualità ai miei figli. Non potendo dare quantità perchè i miei impegni di lavoro mi portano spesso fuori Catania, d’estate – ad esempio – non ci sono mai e mi rendo conto che, quando non puoi dare quantità, devi dare assolutamente qualità ai Tuoi figli, cercare di parlare con Loro di tutto. Ovviamente rispettando la Loro età e, quindi, andando incontro a quelle che sono le Loro impostazioni e devo dire che cerco di essere per Loro il padre, il genitore…sempre grazie a mia moglie e con Lei ovviamente perchè da solo non si può fare…che io avrei voluto nel senso che cerco di immedesimarmi perchè quando eravamo ragazzini noi, la nostra generazione è cresciuta senza sapere tante cose, senza che i genitori ne parlassero perchè i genitori non le sapevano. Cosa ne sapevano i nostri genitori di sesso?…cioè…non cosa ne sapevano…ma non parlavano con noi di sesso, di droga, di alcool, di discoteche, di pericoli, di motorino, di scooter, di caschi…cioè di tutta una serie di cose…di playstation…tutta una serie di argomenti che non voglio che i miei figli affrontino da soli ma voglio che affrontino in famiglia parlandone… perchè solo se si parla si riescono ad evitare tante cose anche se poi, oltre una buona educazione, ci vuole il 50% di fortuna.
Dottore Tracuzzi, poi tornando sempre al Suo lavoro…nel 1987 c’è il rientro lavorativo a Catania come Vice Capo servizio a “La Sicilia” e questo fino al 2003. Poi, dal marzo del 2003, ad oggi è Capo Ufficio Stampa con la qualifica di Capo redattore della Fondazione “Taormina Arte”. Questo per le sezioni Cinema, Teatro, Musica, Danza ed anche per il “Sinopoli Festival” con una cura particolare nei rapporti con la stampa straniera. Questo anche grazie al fatto che Lei parla correttamente l’inglese ed ha anche questa facilità, no?…di rapporti interpersonali. Ora…mi faccia sognare. Sicuramente, durante questa Sua attività di Capo Ufficio Stampa di “Taormina Arte” avrà avuto degli incontri favolosi…avrà conosciuto divi del cinema…ecco, mi faccia sognare…

R…divi e dive del cinema?
…divi e dive del cinema. Un personaggio che Le è rimasto…che L’ha colpita maggiormente?
R. Dunque, i personaggi piu’ simpatici…Ne ho conosciuto tanti! Ovviamente, la parola “conosciuto” non è la piu’ giusta. Diciamo, ne ho incontrati tanti perchè, in questo mondo poi, alla fine, non si conosce nessuno. Si incontrano tante persone ma non si conosce nessuno. Tranne qualche rara eccezione. Ne ho incontrati tanti sia stranieri, soprattutto americani, che italiani. Beh! Devo dire che quelli piu’ simpatici, quelli piu’ disponibili, quelli piu’ seri, piu’ professionali sono gli americani che sanno, esattamente, perchè…e dove sono e perchè lo sono e perchè sono lì. Sanno cosa devono fare e lo fanno, cioè, senza troppe…senza grilli per la testa, senza troppi “No, mi secco!…No, le foto..no!…No, le interviste..no!”. Sanno che sono lì per un festival, che sono stati invitati e lì devono fare delle cose. Una persona…due persone sono state molto simpatiche, con le quali ho avuto un rapporto molto cordiale. Uno è stato Michael Douglas con il quale ho parlato a lungo di Stromboli che è la terra, l’isola, che io amo dove sono anche residente, tra l’altro. Lui era stato a Stromboli e ci siamo raccontati a vicenda di quanto erano buoni e speciali i ricci di mare a Stromboli e, quindi, abbiamo parlato a lungo di questo. Un’altra persona straordinaria è stata Hugh Grant. Molto simpatico…è stato a cena con tutti noi ed è stato veramente simpatico. Ma, ripeto, è molto piu’ facile con gli americani o con gli stranieri in generale piuttosto che con gli italiani che sono sempre, quasi…come dire…che Ti stanno facendo un piacere. E poi non sono mai, quasi mai, eleganti gli italiani quando vengono al Teatro antico. Sono sempre in blues jeans…queste camicie di fuori. Gli americani sono sempre…non dico in smocking come dovrebbe essere ma…sempre molto eleganti.
Beato Lei, dottore Tracuzzi! Comunque, prima di illustrare gli appuntamenti del cartellone di “Taormina Arte”…soltanto una battuta legata all’incarico che ha svolto in qualità di Portavoce del Sovrintendente del Teatro Massimo “Bellini” di Catania. Le ultime vicende, dottore Tracuzzi, così…dall’esterno..sembrano veramente le puntate di una telenovela ed invece realmente cos’è successo? Cosa succede al Teatro Massimo “Bellini” di Catania?
R. Cosa è successo o cosa succede…io posso dire cosa è successo fino a quando c’ero. Avevo notato la ripresa di un’attività frenetica del Teatro “Bellini” che coincideva con la nomina di Fiumefreddo a Sovrintendente e avevo commentato con mia moglie, con amici…tanti, che finalmente il teatro stava riprendendo a camminare come doveva essere. Come un teatro dell’ Opera di una grande città, importante città, doveva fare.
…Un teatro, tra le altre cose, di cui la città ormai si era riappropriata effettivamente.
R. …si era riappropriata ma grazie a Fiumefreddo. Questo bisogna dirlo. Infatti, io poi ebbi la fortuna di ricevere una telefonata da parte di Antonio che disse di volermi incontrare e disse che voleva che io collaborassi con Lui per un rilancio del Teatro a livello nazionale ed internazionale. Io Gli dissi “Antonio, io sono ben felice di farlo. Tu sai che io ho già un altro impegno che non è che sia prioritario…che però mi prende tempo e soprattutto dobbiamo fare un accordo almeno biennale perchè, in queste cose, non s’inventa nulla. Non è…siccome io sono Fabio Tracuzzi e sono il piu’ bravo di tutti…e non è così, improvvisamente tutte le porte della Comunicazione si aprono. No. Ci vuole tempo, bisogna farsi conoscere, bisogna insistere, bisogna lavorare anche sulle stupidaggini e poi i risultati verranno anche se non ci dovessi essere piu’ io”. E l’esperienza con Fiumefreddo è stata straordinaria perchè Lui è un uomo straordinario. Adesso io sto parlando del lavoro di Sovrintendente. Non lo conosco come avvocato. Mi dicono che sia bravo ma…Lo conosco come uomo e come Sovrintendente. E’ stato straordinario e come spesso succede a Catania…non voglio fare i paragoni con Pippo Fava perchè sono situazioni diverse…ma chi, in questa città, lavora bene viene criticato. Non si riesce a capire il perchè. Lui non…poi adesso le critiche, le dimissioni ed il Consiglio di Amministrazione e qua e la e…i debiti fuori bilancio…cioè veramente una cosa senza fine ed il Teatro è diventato di nuovo “terra di nessuno” ed il Teatro è in una situazione in cui, prima o poi veramente, bisognerebbe che qualcuno, visto che a Fiumefreddo non Gliel’hanno fatto fare, cominciasse ad indagare su tutte le situazioni veramente strane che ci sono all’interno.
Archiviato l’argomento Teatro Massimo “Bellini” di Catania, a Lei la parola da ora fino a fine trasmissione per raccontarci gli avvenimenti e gli appuntamenti che ci aspettano con la Cinquantacinquesima edizione di “Taormina Film Fest” e…insomma cosa succederà quest’estate?
R. Beh! Quest’estate succederanno tantissime cose proprio a cominciare dal 13 giugno che è una data particolare, tra l’altro, Lei l’ha detto prima…comincia il Festival del Cinema ed è alla Sua Cinquantacinquesima edizione. Una cosa che verrà presentata, quest’anno, al Festival di Taormina è “Taormina 55”. E’ un film, un film di 50′ che abbiamo commissionato 2 anni fa ed è la storia del Festival del Cinema ed è…io l’ho già visto montato…l’ha fatto, l’ha realizzato Antonello Sarno che è un giornalista televisivo ed è veramente molto bello. Il Festival del Cinema che è diretto, ancora per il terzo anno da Debora Young che è una giornalista americana, avrà quest’anno delle novità importanti nel senso che il Festival si chiamerà “Taormina Film Fest in Sicilia” cioè ci saranno delle ricadute importanti, non delle semplici proiezioni, ma delle vere e proprie ricadute importanti in alcune città siciliane come Palermo, Siracusa, Palma di Montechiaro, Bagheria…mi pare…si e credo anche a Lipari faremo qualcosa. Ed è uno sforzo notevolissimo se si considera il fatto che soprattutto economicamente lo sarà e purtroppo noi con il budget siamo sempre risicati, risicati perchè nessuno si decide mai ad aumentare il budget di questa manifestazione straordinaria. Poi il cinema continuerà con i “Nastri d’argento” il 27 giugno e con la Prima edizione del Premio “Manfredi” che è stato voluto dal Sindaco di Taormina, Mauro Passalacqua, e dalla moglie di Manfredi, Erminia, che è taorminese. Quindi Manfredi è un taorminese d’adozione. E poi cominceranno le sezioni tradizionali…con Musica e Danza, Teatro e in piu’, quest’anno, la sezione degli Eventi.

Ecco, quali? Siamo veramente in conclusione. Quali gli eventi piu’ importanti?
R. Allora, gli eventi piu’ importanti…eventi intesi come sezione Eventi…il concerto unico in Italia di Loreena Mckennit, Anastacia, Paolo Conte, Jethro Tull, Franco Battiato, i Simple Minds…questi, diciamo, gli eventi….Poi, per quanto riguarda gli eventi in generale…i grandi appuntamenti della sezione Musica e Danza…i Momix, Bolle…il Galà di Bolle, l’”Aida”, la “Cavalleria rusticana”. Insomma, è un’estate lunghissima. Piena di appuntamenti. Piena di lavoro e speriamo che sia…che vada tutto bene e piena di opportunità per il pubblico di tutte le età non solo siciliano, non solo taorminese, ma per tutti quelli che verranno a fare le vacanze in Sicilia, a Taormina.
Magnifico! Dottore Tracuzzi, grazie di averci dedicato questo spazio ed alla prossima!
R. Grazie a Voi…
Stoppata la registrazione, mi accorgo di avere sforato un po’. Corro a casa, giusto 50 metri e decido immediatamente di riascoltare quanto è stato oggetto della nostra chiacchierata. Dopo averlo fatto, sento la necessità di mandare un sms “Trac, grazie! Intervista da dieci e lode”. Solo pochi istanti e …”Tutto merito dell’intervistatrice!”. Faccio finta di crederci e al settimo cielo…
Silvia Ventimiglia – Giugno 2009
P.S. Sono passati 5 anni da questa intervista e, proprio in questi giorni (esattamente domenica 30 novembre al Centro Zo di Catania), il nostro Tracuzzi presenterà il Suo libro di memorie e ricordi “Carmelo, beato Lui. Il vulcano Stromboli ed il cane Pipino” opera nella quale racconta di sé, di Suo padre e della Sua amata terra natia.