A Tu per Tu con Giuseppe Lo Porto, Presidente regionale Siciliantica
Un sogno nel cuore e nel cassetto? Un Museo archeologico, a Catania, finalmente fruibile!
La prima volta che L’ho incontrato un paio d’anni fa avevo dovuto ammettere che aveva ragione il fratello Daniele, giornalista catanese, quando – chiedendoGli informazioni – mi aveva risposto alla Johnny Stecchino (Straordinario personaggio inventato dal genio di Benigni) “Nun mi sumigghia ppi nnenti!”. E’ stata, infatti, la prima impressione che ho avuto, in effetti. Una fisicità agli antipodi, un look diversissimo… giacca e cravatta l’uno, casual l’altro. Due tipi assolutamente diversi ma….solo in apparenza. Poi, la timidezza, l’ironia, la gentilezza di modi e soprattutto la coerenza delle idee, li rende simili….fratelli proprio! Mi era rimasta l’impressione di una conversazione piacevole e ricca di contenuti… pertanto, pensando di mantenere alto il tono delle mie interviste, la mente è andata all’architetto Lo Porto. Sempre cortese e disponibile si è presentato puntuale al nostro appuntamento e così…
Grazie all’ospite di oggi riusciremo a parlare di un argomento che sta a cuore a molti ma di cui, tante volte, i politici – nonostante i buoni propositi sbandierati da piu’ parti – si occupano poco ed attenzionano ancor meno. Parleremo di Beni Culturali e lo faremo con l’architetto Giuseppe Lo Porto, Presidente regionale dell’Associazione Siciliantica.
Innanzitutto, architetto, grazie di aver accettato il mio invito.
R. Grazie a Voi, naturalmente!
Ed allora, architetto, come saprà…le mie interviste partono da qualche curiosità relativa all’ospite per poi, insomma, spaziare in quello che è il Suo campo d’azione. Ora, leggendo il Suo curriculum, la mia attenzione è caduta sul Suo insistere, piu’ di una volta, sul concetto di famiglia. Una famiglia allargata, diciamo. Lei parla della moglie, dei figli, della suocera, dei cognati, del fratello…E’ come se Lei, come dire, traesse forza dal Suo clan familiare o mi sbaglio ?
R. No, no…è un’analisi perfetta. Molto…acuta! E’ inutile negarlo che, per me, la famiglia è un punto di riferimento essenziale, indispensabile.
Ecco. Ma qual è, se mi posso permettere, il collante che Vi unisce ?
R. (Con tono un po’ imbarazzato e carico di pudore) Ma…il collante è proprio sapere di far parte di una famiglia. Sapere…come dire…di esserci. Sapere di avere, anche se ingombrante come dice Lei… un fratello. E mio fratello sa di avere me. Questo è il collante, insomma. L’appartenenza è un vincolo che non è ovviamente anagrafico, come dire, di tipo burocratico…è un vincolo sicuramente piu’ profondo.
Benissimo. Architetto, leggo che Lei ha cominciato a fare volontariato nel settore dei Beni Culturali ben 32 anni fa. Prima alle Terme della Rotonda poi ci sono state svariate campagne di archeologia medievale a San Gimignano, a Megara Hyblea e così via…Ecco, architetto, quando parliamo di volontariato nel settore dei Beni Culturali, perchè ricordiamo che Lei – come dicevo poco fa – è Presidente regionale di Siciliantica che è un’Associazione di volontariato…mi spiega di cosa parliamo esattamente?
R. Beh! Quando parliamo di volontariato…Lei è voluta tornare indietro di troppi anni e mi rattrista un po’ pensare al 1977. Mi rattrista perchè son passati tanti anni e me li sento tutti però, se devo riflettere appunto sul concetto di volontariato dei Beni Culturali, devo rallegrarmi. Nel ’77 fu la mia prima esperienza di volontariato nel settore dei Beni Culturali. Proprio alle Terme romane della Rotonda iniziai quest’avventura che, poi, non sapevo dovesse durare tanto, ecco. Allora nel ’77 anche il concetto stesso di Beni Culturali era molto poco conosciuto ed era difficile dare una definizione. Era impensabile che, al di là degli Enti pubblici preposti per legge, qualcuno si potesse interessare… potesse mettere le mani sui Beni Culturali. Infatti, l’esperienza del ’77 fu certamente un’esperienza di volontariato ma fu un’esperienza dell’epoca. In particolare noi, in questa Chiesa di Santa Maria della Rotonda facemmo, come dire, gli spazzini. Cioe’ abbiamo ripulito, per un lungo periodo, la Chiesa e lo spazio antistante da tutta la spazzatura, tutti i rifiuti…oggi si chiamerebbero “rifiuti speciali” perchè, ricordo, c’era di tutto…dalle cucine alle bombole, ai copertoni, ai serbatoi di eternit…che gli abitanti del quartiere andavano a depositare lì perchè questa chiesa non veniva considerata un Bene Culturale. Questo spazio aperto veniva considerato una discarica e come tale veniva utilizzato. La nostra attività fu quella di ripulirla…di renderla fruibile. Perchè quello era all’epoca l’unico spazio di azione del volontariato nel campo dei Beni Culturali. Poi, a distanza di 30 anni, siamo tornati appunto nella stessa Chiesa e…però con mansioni diverse. Non abbiamo piu’ fatto gli spazzini. Abbiamo affiancato, collaborato la Sovrintendenza di Catania, la Sovrintendenza ai Beni Culturali di Catania, per un’attività di scavo archeologico a tutti gli effetti e questo, secondo me, dà il senso di quanto si sia fatto in questi 30 anni, di quanto si siano aperte, come dire, le coscienze, di quanto si sia aperta anche la mentalità e quanto sia cambiato il ruolo della burocrazia in questo campo.
Ecco, quando 12 anni fa insieme ad altri Don Chisciotte come li chiama Lei, aveTe creato Siciliantica…avevaTe questa aspirazione…quella proprio di poter dare un contributo alla rinascita culturale, sociale ma anche economica della nostra terra che Lei ritiene, come sentivo prima… ritiene la terra piu’ bella del mondo…ecco, leggendo queste note, mi viene da pensare che per Lei la cultura è anche volano di sviluppo ed anche di benessere economico, no?
R. Si,si! Questo ormai è stato acquisito. Nel ’77 era impensabile riuscire a far passare questo messaggio. Nel ’77 la classe politica era completamente assente alle problematiche perchè partiva dal presupposto, errato, che la cultura non porta voti e pensava soltanto a racimolare voti. Quindi, si interessavano di campi piu’, come dire, clientelari, piu’ elettoralistici. Noi, se posso dirlo, insomma un po’ modestamente, abbiamo dato il nostro contributo per far capire che la cultura è importante e che una giusta gestione dei Beni Culturali consente veramente una crescita sociale e di conseguenza anche una crescita economica, di riflesso. Non è solo il fatto di essere romantici appassionati del passato che vogliono a tutti i costi tutelare la chiesetta perchè è molto pittoresca. Noi siamo convinti che anche attraverso i Beni Culturali possiamo dare il nostro contributo a migliorare la nostra terra.
Allora, architetto, da quello che capisco…anche l’approccio dei politici è cambiato. Diciamo una politica piu’ dei fatti concreti piuttosto che degli annunci! Questo contrariamente a quanto io avevo detto ad inizio di trasmissione. Insomma, i politici adesso sono piu’ attenti ?
R. Si! Forse non lo sono, come dire, spassionatamente. Forse lo sono, ancora adesso, perchè alla ricerca, in alcuni casi…alla ricerca di voti, di consenso. Però adesso nessuno ignora piu’ che esiste un settore importante e quindi questo settore dev’essere seguito e curato così come gli altri settori della società.
Perfetto, architetto. Sempre scorrendo il Suo curriculum. Leggo che Lei, con molto umorismo anglosassone, cita tra le Sue aspirazioni quella che sulla Sua tomba qualcuno scriva “Comunque c’ha provato!”. Ecco a me quel “comunque” mi lascia un po’ con l’amaro in bocca…è come se Lei pensasse ad una battaglia persa in partenza, no? E si riferiva sicuramente alla battaglia dei Beni Culturali per la valorizzazione della Sua Terra, no?
R. “Comunque” perchè…è una battaglia non persa ma esula sicuramente dalle mie possibilità fisiche ed anagrafiche. Ecco. Non si potrà vincere la battaglia. Non potrò essere io fra i vincitori…noooo….solo questo era…comunque c’ho provato pur sapendo che i tempi sono lunghi. D’altro canto quando si parla di Beni Culturali, quando si parla di archeologia il tempo si misura in secoli.! E, quindi, non puo’ bastare certamente… non possono bastare pochi decenni per rivoluzionare questo settore.
Allora, architetto, dicevamo che SiciAntica è Associazione di volontariato, strumento proprio per costruire – con la partecipazione di tutti – una comunità rispettosa della propria memoria storica. Ecco, ma in tutti questi anni di attività, sieTe riusciti realmente a creare sensibilità nella gente ? Lei diceva che i passi avanti sono stati tanti ma penso che siamo ancora molto lontani…
R. Beh! Sono stati tanti e in effetti, come diceva Lei, 12 anni fa c’erano dei Don Chisciotte che, fondammo Siciliantica ( pensi un po’ fondata a Palermo all’interno della Chiesa di San Giovanni alla Marina…quasi una cerimonia esoterica e…attorno ad un altare…una ventina di persone provenienti da tutte le province della Sicilia si sono assunte quest’onere con molta presunzione e, io ritengo, con degli obiettivi utopistici). A distanza di 12 anni, ho dovuto in effetti verificare con grande soddisfazione che qualcosa di utopistico è stato realizzato. PensaTe al fatto che 12 anni fa le attività che si facevano a favore dei giovani studenti, dei bambini delle elementari, delle scuole medie erano sempre di tipo conoscitivo, informativo e, comunque, avevano scarso coinvolgimento. Adesso, quello che noi 12 anni fa auspicavamo, cioè la partecipazione diretta degli studenti nel campo del recupero, della salvaguardia, della tutela dei Beni Culturali per far si che acquisissero una coscienza oltre che una conoscenza, che li rendesse difensori diretti dei Beni Culturali…a distanza di 12 anni, dicevo, noi abbiamo fatto tante esperienze dirette coinvolgendo tantissime scolaresche ed abbiamo avuto anche la grossa soddisfazione di veder realizzato un sogno, quello che appunto era veramente un sogno strano…far partecipare a scavi archeologici delle scolaresche…scusaTe se è poco. Siamo stati i primi in Sicilia ma, conoscendo anche la normativa nazionale, penso che questo primato possa essere sicuramente allargato a tante altre regioni.
Senta, architetto, notavo come la Vostra Associazione operi non solo per la realizzazione dei Beni Culturali, ma tiene anche in conto un interesse particolare per l’ambiente ed anche il territorio in cui questi Beni Culturali sono inseriti no ? Ricordo che, in precedenti nostri incontri, ad esempio si è parlato della campagna promossa, e poi da Voi condivisa…promossa da Caterpillar per il risparmio energetico. Anche della Vostra adesione alla manifestazione “No al degrado no alla violenza” che è stata organizzata a Catania e, soprattutto, la Vostra adesione alla campagna “No alle trivellazioni in Val di Noto”…insomma il Vostro è un impegno assolutamente a 360°!
R. Certamente l’ambiente non puo’ essere appunto avulso dai Beni Culturali. L’Ambiente è uno dei nostri interessi a pieno titolo. Ci siamo impegnati, ci siamo esposti in prima persona in tante circostanze, in tante occasioni pubbliche ed appunto aderiamo sempre alla campagna di Caterpillar e siamo contrari alle trivellazioni. Siamo anche contrari alle pale eoliche se dobbiamo parlare di qualcosa di attuale, perchè riteniamo che non debba essere barattato il territorio, non debba essere barattato il paesaggio che, fra le altre cose, val sempre la pena ricordarlo… sono tutelati dalla Costituzione della Repubblica italiana.
Architetto, approfittiamo di questo spazio…ecco chi volesse aderire alla Vostra Associazione e, quindi, diventare volontario nel settore dei Beni Culturali…cosa dovrebbe fare? Voi aveTe un sito ?
R. Si, noi abbiamo un sito che è wwwsiciliantica.it. Chi volesse aderire prima deve fare una prova di ammissione.
Per dimostrare cosa ?
R. C’è da superare un piccolo giudizio di resistenza fisica. Si deve collegare al sito, se lo deve studiare bene e solo dopo avere verificato che gli argomenti illustrati nel sito sono di Suo interesse… solo dopo puo’ contattarci usando l’apposito link che trova nel sito e…chiedere di aderire a Siciliantica.
Ecco. Ma a parte che l’amore per i Beni Culturali ed anche per l’Ambiente, quali caratteristiche dovrebbe avere un futuro socio di Siciliantica ?
R. Un futuro socio di Siciliantica…da 0 a 99 anni….è sufficiente che abbia amore per i Beni Culturali e per l’Ambiente.
Architetto, Catania – con il Suo barocco che veramente è un barocco senza uguali, no? – pensa che realmente riesca a valorizzare per bene il proprio patrimonio artistico ed architettonico ?
R. NO! (Maiuscolo nella forma e nel contenuto!)
…ah.. così ? Ma cosa si dovrebbe fare di piu’?
R. Guardi…la Sua intervista è così piacevole… Lei conduce la nostra chiacchierata in maniera così amabile!…non mi costringa ad essere polemico e ad abbassare la qualità del nostro parlare. Beh! Bisognerebbe crederci, bisognerebbe amare Catania e bisognerebbe darsi da fare…
Io ricordo che, ad esempio, in un nostro precedente incontro…come dicevo poco fa….si parlava di questa lacuna che era costituita dal Museo archeologico…dalla mancanza del Museo archeologico a Catania. Ecco, da allora…sono passati un paio d’anni…che passi avanti sono stati fatti in questo senso ?
R. Direi che ne sono stati fatti troppi perchè il Museo archeologico da allora è stato inaugurato già 2 o 3 volte e continua a non esistere il Museo archeologico di Catania! Quindi questo dovrebbe fare riflettere. Non è sufficiente tagliare nastri, non è sufficiente fare discorsi, non è sufficiente occuparsi dell’immagine. Bisogna anche andare alla sostanza delle cose. Ancora oggi Catania è l’unico capoluogo di provincia a non possedere un Museo archeologico pur essendo una città che, in fatto di archeologia, nulla ha da invidiare a dei grossi centri…a dei centri anche piu’ grossi.
Architetto so che, proprio di recente, la Sovrintendenza ai Beni Culturali di Catania ha chiesto la Vostra collaborazione…esattamente vuol raccontare per quale progetto ?
R. L’ultimo, il piu’ recente, è quello iniziato lunedì scorso a Paternò. Si riferisce ad una necropoli di epoca medievale che è stata trovata durante dei lavori sulla collina storica di Paternò, nello spazio antistante la Chiesa della Grancia e la Sovrintendenza, avendo esigenza anche in tempi brevi, di poter recuperare queste sepolture medievali e per non bloccare i lavori, le opere pubbliche in corso, ci ha cortesemente chiesto di collaborare ed anche, in questa circostanza, noi ci siamo resi disponibili…
Perfetto! Da architetto e da Presidente regionale di un’Associazione importante come Siciliantica…ma ce l’avrà un sogno….relativo naturalmente ai Beni Culturali!
R. Anche questa è una domanda….
Un sogno!
R. Un sogno relativo ai Beni Culturali….
Si qualcosa che Lei vorrebbe che si realizzasse?
R. A me piacerebbe molto che a Catania si realizzasse il Museo archeologico. Già sarebbe un segnale importante per la rinascita di tutta la città e non solo per far felici gli amanti dei Beni Culturali….ma per la rinascita della città!
Bene, La ringrazio e alla prossima!
Conclusa la registrazione, provo a scusarmi di essere stata forse troppo invadente con le domande sulla famiglia, sul fratello. Mi rassicura. Anche, se mi dice, Gli sono sembrate domande scontate. E’ chiaro che la famiglia, il fratello, siano per Lui… punti di riferimenti. Nella semplicità dell’assunto l’architetto Lo Porto dice una verità che dovrebbe essere assoluta ma che purtroppo alcune volte, troppe per la verità, non lo è.
Grazie per la lezione, architetto…che sia uno spunto di riflessione per tutti!
Silvia Ventimiglia – aprile 2009