Il mio nome era Samir…
Attraverso una virtuale catena umana, facciamo arrivare l’ ultima lettera di questa ennesima ed innocente vittima della migrazione al Suo “adorato amore”
L’operazione MARE NOSTRUM, nonostante tutte le ricadute su un popolo – quello italiano – che tra tutti i Paesi europei è quello che maggiormente soffre gli effetti della crisi, dimostra senza “se” e senza “ma” che – al di là della visione globale dei problemi…la ricerca legittima e spasmodica di soluzioni…la paura dell’Altro – c’è, comunque, l’UOMO in tutta la Sua centralità.
Di ciò, se ne prenda atto, se n’è fatto carico esclusivamente il Nostro Paese.
Questo sentire, va da sé, sta creando gravissimi problemi, anche di ordine pubblico, che sfociano a volte in episodi di intolleranza in un Paese, il nostro, in cui tolleranza… solidarietà…umana pietas sono scritti nel DNA. E lo sta dimostrando ancora una volta.
Mentre l’Unione europea si parla addosso, incapace di dare risposte concrete ed in bilico tra responsabilità e solidarietà, l’Italia prova a fare del suo meglio nel portare soccorso e, ove possibile, cercando di fronteggiare un flusso migratorio diventato davvero insopportabile. Come dire, “Dum Romae consultur, Saguntum expugnatur”.
Il Nostro Paese, mentre altrove si fa demagogia spicciola sulla pelle di donne ed uomini innocenti, vittime delle contraddizioni di questi nostri tempi, offre soccorso ed aiuto in un momento storico di grave incertezza. Per quello che può…in attesa che si trovino le soluzioni per risolvere in loco i problemi di quei popoli che scappano dalla miseria ed dalla guerra.
L’UOMO innanzitutto…non dimentichiamolo mai!
E se ci capitasse, a volte, di dimenticarlo… rileggiamo questa straziante lettera che “naviga” in rete e che riassume il dramma di popoli interi, di mariti, di mogli, di famiglie. Di uomini e donne, in definitiva. Esattamente come noi!
“Mio adorato amore, per favore non morire, io ce l’ho quasi fatta. Dopo mesi e giorni di viaggio sono arrivato in Libia. Domani mi imbarco per l’Italia. Che Allah mi protegga. Quello che ho fatto, l’ho fatto per sopravvivere. Se mi salverò, ti prometto che farò tutto quello che mi è possibile per trovare un lavoro e farti venire in Europa da me. Se leggerai questa lettera, io sarò salvo e noi avremo un futuro. Ti amo, tuo per sempre Samir”.
Samir, egiziano ventenne, questa lettera non è mai riuscito a spedirla. E’ giunto cadavere sulla spiaggia di Pozzallo. Tradotta dalle autorità italiane, era contenuta in una busta di plastica sigillata.
Uniamoci alla virtuale catena umana e spediamola noi per Lui, facciamogli fare il giro del pianeta fino a farla arrivare nelle mani del suo “adorato amore”.
Almeno questo, per Lui, possiamo farlo.
Che diTe? Firmiamo e facciamo girare questa lettera in modo che arrivi a destinazione? Basta fare “copia incolla” ed aggiungere il proprio nome.
Addio Samir…riposa in pace!
Silvia Ventimiglia
………………………
………………………