L’uomo che sussurra ai falchi…a Tu per Tu con Antonio Centamore
Quando incontro Antonio Centamore, maestro falconiere, a Castelmola, sento a pelle che quell’alone di suggestione che avvolge il suo personaggio e la sua arte, ha ben ragione d’essere.
Sarà il fascino del maniero dagli orli smerlati, lo sguardo che non può non perdersi nella vastità della vallata sottostante ed il silenzio che avvolge il tutto, sarà…ma non posso fare a meno di viaggiare con la mente e ritrovarmi in altre epoche, in altre atmosfere.
Questo lo stato d’animo che mi accompagna all’incontro con quest’omone di 40 anni che conosce l’arte della falconeria meglio di chiunque altro e che la esercita al massimo. Osservarlo nella ritualità, quasi religiosa, dei gesti utilizzati nel comunicare con i rapaci, rendersi conto di come un girfalco (scopro che è chiamato così perchè, in fase di picchiata, ruota su se stesso parecchie volte) intuisca e segua le sue istruzioni, impone un atteggiamento di ammirazione e di riverenza. Puoi solo osservare. Hai l’impressione che, anche, il tuo respiro possa disturbare quel rapporto tra Uomo ed Animale che, ancora una volta, tradisce un non so che di religioso, di mistico. Puoi solo godere dello spettacolo della preparazione tecnica e, poi, della contemplazione del volo.
Un gesto rapido di Antonio ed il suo falco Vittorio, fino a quel momento, appoggiato al suo braccio spicca il volo verso l’alto, via per lo spazio sconfinato del cielo.
Inizia così una danza aerea di ineguagliabile bellezza. Sembra non voglia fermarsi mai, Vittorio.
Poi, improvvisamente, senti un sibilo quasi impercettibile – anche se stai a due passi dall’istruttore – eppure Vittorio a centinaia di metri di distanza lo avverte, vira e torna indietro.
Solo in quel momento, il silenzio è interrotto dal battere delle ali.
Mi ritrovo a meravigliarmi del fatto che l’animale, una volta libero in cielo, non abbia la tentazione di non tornare piu’. Lo faccio presente ad Antonio Vedi. Sono rapaci nati in cattività quelli addestrati. E’ proibito, né lo farei, catturare animali nati liberi. Sono io che insegno loro a volare. Si crea un rapporto quasi genitoriale. I rapaci (oltre ai falchi possiedo poiane, barbagianni, aquile…) tornano indietro dall’amico uomo che ha insegnato loro a librarsi in cielo come avrebbe fatto la madre. Che motivo avrebbero di non tornare indietro?”
Già che motivo avrebbero? Loro sono felici, rispettati, accuditi da Antonio. Si fidano, lo seguono, lo ascoltano. Per loro è come tornare a casa. Tutte le volte. E, poi, da come Vittorio guarda Antonio si tocca con mano l’affetto, la dedizion c’esso nutre per lui.
Grande, grandissima lezione che – come spesso accade – ci proviene dal mondo animale!
Affascinata chiedo ad Antonio Centamore se c’è la possibilità di poter imparare a praticare quest’arte così affascinante che affonda radici antichissime.
Da quel momento, il nostro maestro falconiere – dapprima avaro di parole – diventa un fiume in piena. Scopro un uomo assolutamente coinvolto nella sua passione, che totalizza ogni particella del suo essere e, al contempo, felice di poter mettere ciò che sa a beneficio di chiunque voglia saperne di più di quest’arte e che, soprattutto, voglia esercitarla così che possa rimanere viva per ancora tanti e tanti secoli.
“Certo! E’ un’arte antichissima e legata alla figura dell’Imperatore Federico II di Svevia, nipote del Barbarossa, autore del famosissimo De arte venandi cun avibus pubblicato nella prima metà del secolo XIII, grande opera storica ma anche grande compendio tecnico. Proprio per avvicinare più gente possibile all’esercizio della falconeria ho fondato la Scuola Internazionale di falconeria a Motta Sant’Anastasia”.
La speranza è che non vada perduta un’arte retaggio e testimonianza di epoche lontane e, infatti, grazie ad Antonio possono essere seguiti corsi nei centri di Motta Sant’Anastasia, per l’appunto, e di Licodia Eubea.
Per chi volesse, invece e semplicemente, perdersi nella bellezza della contemplazione del volo, il nostro amico falconiere è facilmente raggiungibile a Castelmola dove fa esibire i suoi amici falchi ma anche splendide aquile, da aprile ad ottobre con grande soddisfazione di turisti ed appassionati.
Scopro un mondo sconosciuto.
Scopro che la falconeria è un’arte complessa dove l’amore per il mondo animale va a braccetto con tutta una serie di norme, di regole e di tecniche che bisogna conoscere per poterla praticare correttamente e scopro che, oltre alla falconeria sportiva, esiste la caccia con il falco laddove viene esaltato il ruolo del falconiere che diventa una sorta di direttore d’orchestra che riesce ad amalgamare l’azione del falco con quella del cane. Il tutto nel rispetto assoluto, assicura Antonio, della natura circostante.
Scopro che i rapaci vengono addestrati anche per svolgere lavori socialmente utili come, ad esempio, tenere lontani gli uccelli che potrebbero creare pericoli nelle aree aeroportuali…
L’UNESCO attribuisce a persone che conoscono un’arte al massimo dei livelli, il titolo di Tesoro umano vivente e…chi meglio di Antonio Centamore potrebbe fregiarsi del titolo? Siamo nel luglio del 2007 ed una pratica, in tal senso, è stata avviata. Chissà come andrà a finire!!! Sorrido e penso orgogliosa…vuoi vedere che ho conosciuto un “Tesoro vivente”?
Grazie Antonio…un virtuale abbraccio a Vittorio!
Silvia Ventimiglia – Luglio 2007